Oggetto di questo studio è l’analisi della scrittura tragica alfieriana, esaminata inizialmente secondo l’asse diacronico, attraverso l’analisi dei primi esperimenti poetici (la Cleopatraccia, le stesure redatte in francese delle prime tragedie e la loro traduzione) e degli studi che segnano l’apprendistato alfieriano (le letture dei classici, gli estratti e le postille, che riguardano in particolare i quattro poeti del canone: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso). La seconda parte della tesi, dedicata alla maturità artistica di Alfieri, ripercorre il fervore critico che accompagna la pubblicazione del primo volume delle tragedie, la polemica dei letterati e la difesa dell’autore, le modifiche apportate alle prime quattro tragedie, che attraversano le tappe correttorie che separano l’edizione Pazzini (1783) dalla Didot (1789). Seguendo poi l’asse sincronico, viene affrontato l’esame dell’edizione finale delle tragedie, secondo una prospettiva che coniuga una valutazione linguistica a una disanima retorica, avviata in contrapposizione agli antimodelli (Metastasio e, soprattutto, Racine, nella lettura stilistica proposta da Leo Spitzer).

Il fulvo del poeta monolingue. Lingua e stile nelle tragedie di Vittorio Alfieri

2010

Abstract

Oggetto di questo studio è l’analisi della scrittura tragica alfieriana, esaminata inizialmente secondo l’asse diacronico, attraverso l’analisi dei primi esperimenti poetici (la Cleopatraccia, le stesure redatte in francese delle prime tragedie e la loro traduzione) e degli studi che segnano l’apprendistato alfieriano (le letture dei classici, gli estratti e le postille, che riguardano in particolare i quattro poeti del canone: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso). La seconda parte della tesi, dedicata alla maturità artistica di Alfieri, ripercorre il fervore critico che accompagna la pubblicazione del primo volume delle tragedie, la polemica dei letterati e la difesa dell’autore, le modifiche apportate alle prime quattro tragedie, che attraversano le tappe correttorie che separano l’edizione Pazzini (1783) dalla Didot (1789). Seguendo poi l’asse sincronico, viene affrontato l’esame dell’edizione finale delle tragedie, secondo una prospettiva che coniuga una valutazione linguistica a una disanima retorica, avviata in contrapposizione agli antimodelli (Metastasio e, soprattutto, Racine, nella lettura stilistica proposta da Leo Spitzer).
11-mag-2010
Italiano
Melli, Grazia
Università degli Studi di Pisa
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
foto.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 4.16 MB
Formato Adobe PDF
4.16 MB Adobe PDF
III_Marino.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 67.32 kB
Formato Adobe PDF
67.32 kB Adobe PDF
II_Dante.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 591.67 kB
Formato Adobe PDF
591.67 kB Adobe PDF
IV_Seneca.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 505.15 kB
Formato Adobe PDF
505.15 kB Adobe PDF
I_regesti.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 43.94 kB
Formato Adobe PDF
43.94 kB Adobe PDF
PartePrima.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.32 MB
Formato Adobe PDF
1.32 MB Adobe PDF
ParteSeconda.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 1.31 MB
Formato Adobe PDF
1.31 MB Adobe PDF
TITOLO_E_INDICE.pdf

embargo fino al 17/10/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 28.68 kB
Formato Adobe PDF
28.68 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/151476
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-151476