Vaccini efficaci nella prevenzione di HIV dovrebbero indurre cellule T CD4+ e CD8+ specifiche per le proteine virali presentate in associazione a molecole MHC di classe I e II, in quanto sia le cellule T CD8+ sia le cellule CD4+ contribuiscono alla resistenza ai virus. Le cellule dendritiche (DC) sono cellule presentanti l’antigene (Ag) altamente specializzate in grado di presentare Ag di natura esogena sia alle cellule T CD4+ helper sia alle cellule T CD8+ citotossiche e polarizzare le risposte immune nei due tipi Th1 e Th2. Date le loro uniche funzioni immunoregolatorie, le DC sono state considerate come adiuvanti naturali utili in approcci vaccinali contro il cancro e contro importanti malattie infettive. Nella prima parte di questa tesi, abbiamo valutato l’efficacia di una strategia di targeting dell’Ag alle DC nell’uomo. A questo scopo, abbiamo inserito la proteina gag p24 di HIV all’interno di un anticorpo monoclonale (mAb) specifico per DEC-205, recettore endocitotico espresso sulle DC. Basse dosi del mAb di fusione ?-hDECp24, inducevano proliferazione e produzione di IFN? da parte delle cellule T isolate dal sangue di donatori HIV+. Il mAb di fusione ?-hDECp24 risultava più efficiente nel mediare cross-presentazione rispetto a ?-hDC-SIGNp24, un mAb di fusione specifico per un altro recettore endocitotico delle DC. La presentazione dell’Ag via DEC-205 è risultata diversificata in quanto abbiamo identificato 8 diversi peptidi di gag riconosciuti su differenti aplotipi HLA in 11 pazienti infetti con HIV. Nella seconda parte, descriviamo un protocollo per coltivare DC feline in assenza di proteine esogene per il loro uso in vivo. Abbiamo analizzato quale fosse lo stimolo maturativo più efficace per indurre maturazione delle DC ed abbiamo definito i correlati della maturazione. Secondo il nostro protocollo, le DC feline sono state generate a partire dai PBMC in presenza di IL-4 e GM-CSF e dopo 5 giorni di coltura le cellule sono state maturate con LPS, oppure con TNF? o IFN? umani, oppure con piastrine attivate. Dopo 48 h dall’aggiunta dello stimolo maturativo, è stata analizzata l’espressione dei marcatori di superficie CD14, MHC di classe II e B7.1 in parallelo con la capacità delle DC di catturare l’Ag stimolare cellule T allogeniche in cosiddette mixed leucocyte reactions. I risultati presentati mostrano che le DC feline coltivate in plasma autologo differenziavano e maturavano in presenza di stimoli simili a quelli attualmente in uso per altre specie. Questi risultati consolidano l’uso delle DC così ottenute in approcci vaccinali e/o immunoterapeutici in gatti infetti con il virus dell’immunodeficienza felina (FIV). FIV è un lentivirus che è stato a lungo studiato come modello per HIV. L’infezione sostenuta da FIV nei gatti domestici è molto simile alla sindrome umana (AIDS), causando una progressiva compromissione del sistema immunitario; perciò la sindrome felina (FAIDS) è considerata un valido modello per testare eventuali vaccini contro HIV-1. Lo studio presentato nella terza parte di questa tesi è stato condotto per verificare se le DC autologhe caricate con l’isolato primario FIV-M2 inattivato con alditriolo-2 ed inoculate in vivo fossero capaci di stimolare una risposta immunitaria protettiva contro il virus omologo. L’esito del challenge con FIV è stato monitorato misurando la risposta cellulare e umorale, il carico virale e provirale, quantificando il virus anche mediante isolamento virale dai PBMC e valutando l’andamento del numero delle cellule T CD4+ e CD8+ nel sangue durante l’infezione. I dati mostrano che gli animali vaccinati sono risultati infetti in seguito al challenge similmente agli animali di controllo. Sebbene questi risultati non sembrano supportare l’idea che le DC caricate con l’Ag possano indurre immunità protettiva meglio di altre forme di Ag nel modello FIV, il presente studio evidenzia aspetti importanti che devono essere valutati nel design di un vaccino basato sulle DC, quali la maturazione delle DC, il metodo di caricamento ed il numero delle cellule inoculate. Tali argomenti dovranno essere approfonditi in studi futuri di vaccinazione e/o immunoterapia con DC feline.

UTILIZZO DELLE CELLULE DENDRITICHE NELL’INDUZIONE DI IMMUNITÁ CELLULARE NELLE INFEZIONI LENTIVIRALI

2008

Abstract

Vaccini efficaci nella prevenzione di HIV dovrebbero indurre cellule T CD4+ e CD8+ specifiche per le proteine virali presentate in associazione a molecole MHC di classe I e II, in quanto sia le cellule T CD8+ sia le cellule CD4+ contribuiscono alla resistenza ai virus. Le cellule dendritiche (DC) sono cellule presentanti l’antigene (Ag) altamente specializzate in grado di presentare Ag di natura esogena sia alle cellule T CD4+ helper sia alle cellule T CD8+ citotossiche e polarizzare le risposte immune nei due tipi Th1 e Th2. Date le loro uniche funzioni immunoregolatorie, le DC sono state considerate come adiuvanti naturali utili in approcci vaccinali contro il cancro e contro importanti malattie infettive. Nella prima parte di questa tesi, abbiamo valutato l’efficacia di una strategia di targeting dell’Ag alle DC nell’uomo. A questo scopo, abbiamo inserito la proteina gag p24 di HIV all’interno di un anticorpo monoclonale (mAb) specifico per DEC-205, recettore endocitotico espresso sulle DC. Basse dosi del mAb di fusione ?-hDECp24, inducevano proliferazione e produzione di IFN? da parte delle cellule T isolate dal sangue di donatori HIV+. Il mAb di fusione ?-hDECp24 risultava più efficiente nel mediare cross-presentazione rispetto a ?-hDC-SIGNp24, un mAb di fusione specifico per un altro recettore endocitotico delle DC. La presentazione dell’Ag via DEC-205 è risultata diversificata in quanto abbiamo identificato 8 diversi peptidi di gag riconosciuti su differenti aplotipi HLA in 11 pazienti infetti con HIV. Nella seconda parte, descriviamo un protocollo per coltivare DC feline in assenza di proteine esogene per il loro uso in vivo. Abbiamo analizzato quale fosse lo stimolo maturativo più efficace per indurre maturazione delle DC ed abbiamo definito i correlati della maturazione. Secondo il nostro protocollo, le DC feline sono state generate a partire dai PBMC in presenza di IL-4 e GM-CSF e dopo 5 giorni di coltura le cellule sono state maturate con LPS, oppure con TNF? o IFN? umani, oppure con piastrine attivate. Dopo 48 h dall’aggiunta dello stimolo maturativo, è stata analizzata l’espressione dei marcatori di superficie CD14, MHC di classe II e B7.1 in parallelo con la capacità delle DC di catturare l’Ag stimolare cellule T allogeniche in cosiddette mixed leucocyte reactions. I risultati presentati mostrano che le DC feline coltivate in plasma autologo differenziavano e maturavano in presenza di stimoli simili a quelli attualmente in uso per altre specie. Questi risultati consolidano l’uso delle DC così ottenute in approcci vaccinali e/o immunoterapeutici in gatti infetti con il virus dell’immunodeficienza felina (FIV). FIV è un lentivirus che è stato a lungo studiato come modello per HIV. L’infezione sostenuta da FIV nei gatti domestici è molto simile alla sindrome umana (AIDS), causando una progressiva compromissione del sistema immunitario; perciò la sindrome felina (FAIDS) è considerata un valido modello per testare eventuali vaccini contro HIV-1. Lo studio presentato nella terza parte di questa tesi è stato condotto per verificare se le DC autologhe caricate con l’isolato primario FIV-M2 inattivato con alditriolo-2 ed inoculate in vivo fossero capaci di stimolare una risposta immunitaria protettiva contro il virus omologo. L’esito del challenge con FIV è stato monitorato misurando la risposta cellulare e umorale, il carico virale e provirale, quantificando il virus anche mediante isolamento virale dai PBMC e valutando l’andamento del numero delle cellule T CD4+ e CD8+ nel sangue durante l’infezione. I dati mostrano che gli animali vaccinati sono risultati infetti in seguito al challenge similmente agli animali di controllo. Sebbene questi risultati non sembrano supportare l’idea che le DC caricate con l’Ag possano indurre immunità protettiva meglio di altre forme di Ag nel modello FIV, il presente studio evidenzia aspetti importanti che devono essere valutati nel design di un vaccino basato sulle DC, quali la maturazione delle DC, il metodo di caricamento ed il numero delle cellule inoculate. Tali argomenti dovranno essere approfonditi in studi futuri di vaccinazione e/o immunoterapia con DC feline.
23-mar-2008
Italiano
Freer, Giulia
Università degli Studi di Pisa
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