La presente ricerca si propone di ripercorre la storia e le vicende di alcuni istituti ed enti italiani che si sono occupati, a vario modo, della formazione dell’attore – ma anche di registi e, in parte, autori. Il pe-riodo oggetto di studi si situa tra la metà degli anni ’30 e i tardi anni ’60 del Novecento, un arco di tem-po definito, per certi aspetti omogeneo, che si stacca in maniera abbastanza netta dagli eventi passati e da quelli futuri. Dopo una prima parte introduttiva su alcune vicende “pedagogiche” tra Ottocento e Nove-cento, nel primo capitolo, occupandosi del periodo del Regime Fascista, ci si è soffermati ad indagare le vicende del Teatro Sperimentale dei Guf di Firenze e i primi anni della Regia Accademia d’Arte Dram-matica di Roma. Ad esso fa seguito un intermezzo, utile a sondare alcuni rapporti tra scena teatrale fran-cese ed italiana in merito alla pedagogia dell’attore; nel secondo capitolo ci si è occupati, invece, delle vi-cende svoltesi nell’immediato dopoguerra: i rapporti tra il “Gruppo” di Gassmann-Squarzina e la coppia Strehler-Grassi, il Teatro Universitario di Padova, il secondo decennio della gestione d’Amico dell’Accademia romana, comprese le appendici del CSC e della scuola di Danza, ed il Piccolo Teatro di Roma. In un secondo intermezzo sui legami italo-francesi, si è cercato di approfondire alcuni episodi (e teorie) che contribuirono alla diffusione del mimo in Italia. Nel terzo capitolo si trattano, poi, alcuni epi-sodi di area milanese, dalla Scuola del Piccolo Teatro di Milano alla Scuola dell’Accademia dei Filo-drammatici per tornare, nell’ultima parte, ad occuparsi delle vicende romane, analizzando gli anni della direzione Radice/Tian dell’Accademia. Nelle conclusioni, infine, si è provato a trarre un primo bilancio emerso dai profili delle scuole analizzate – dall’esistenza di affinità metodologiche alla compattezza (o meno) di alcune generazioni d’attori.
La formazione teatrale in Italia (1935-1967)
2018
Abstract
La presente ricerca si propone di ripercorre la storia e le vicende di alcuni istituti ed enti italiani che si sono occupati, a vario modo, della formazione dell’attore – ma anche di registi e, in parte, autori. Il pe-riodo oggetto di studi si situa tra la metà degli anni ’30 e i tardi anni ’60 del Novecento, un arco di tem-po definito, per certi aspetti omogeneo, che si stacca in maniera abbastanza netta dagli eventi passati e da quelli futuri. Dopo una prima parte introduttiva su alcune vicende “pedagogiche” tra Ottocento e Nove-cento, nel primo capitolo, occupandosi del periodo del Regime Fascista, ci si è soffermati ad indagare le vicende del Teatro Sperimentale dei Guf di Firenze e i primi anni della Regia Accademia d’Arte Dram-matica di Roma. Ad esso fa seguito un intermezzo, utile a sondare alcuni rapporti tra scena teatrale fran-cese ed italiana in merito alla pedagogia dell’attore; nel secondo capitolo ci si è occupati, invece, delle vi-cende svoltesi nell’immediato dopoguerra: i rapporti tra il “Gruppo” di Gassmann-Squarzina e la coppia Strehler-Grassi, il Teatro Universitario di Padova, il secondo decennio della gestione d’Amico dell’Accademia romana, comprese le appendici del CSC e della scuola di Danza, ed il Piccolo Teatro di Roma. In un secondo intermezzo sui legami italo-francesi, si è cercato di approfondire alcuni episodi (e teorie) che contribuirono alla diffusione del mimo in Italia. Nel terzo capitolo si trattano, poi, alcuni epi-sodi di area milanese, dalla Scuola del Piccolo Teatro di Milano alla Scuola dell’Accademia dei Filo-drammatici per tornare, nell’ultima parte, ad occuparsi delle vicende romane, analizzando gli anni della direzione Radice/Tian dell’Accademia. Nelle conclusioni, infine, si è provato a trarre un primo bilancio emerso dai profili delle scuole analizzate – dall’esistenza di affinità metodologiche alla compattezza (o meno) di alcune generazioni d’attori.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/152288
URN:NBN:IT:UNIBO-152288