Oggetto di studio del lavoro è il Breve di Villa di Chiesa, statuto medievale a testimone unico contenente la legislazione relativa alla cittadina mineraria sarda, l’odierna Iglesias, passata nel 1324 dalla dominazione pisana a quella aragonese, con la conquista da parte di Alfonso IV il Benigno che garantì il rispetto della normativa vigente. Nonostante la benemerita edizione ottocentesca curata dallo storico Baudi di Vesme, è parso opportuno, considerate le numerose discrepanze grafico-fonetiche rispetto al manoscritto, trascrivere nuovamente il testo ai fini dell’analisi linguistica. Tale studio ha consentito di accertare la presenza, al di là degli attesi tratti toscano occidentali e pisani, di peculiarità fonetiche e lessicali attribuibili all’influsso del sardo, in particolare della varietà campidanese parlata nella Sardegna meridionale, al punto da ritenere plausibile per la lingua del Breve una definizione di «lingua coloniale». Chiude il lavoro un glossario dei termini considerati più rilevanti, fra i quali i numerosi tecnicismi minerari di origine tedesca concentrati nel quarto ed ultimo libro, dedicato alle norme sull’estrazione dell’argento.
Il "Breve di Villa di Chiesa" (Iglesias): edizione, studio linguistico e glossario
2010
Abstract
Oggetto di studio del lavoro è il Breve di Villa di Chiesa, statuto medievale a testimone unico contenente la legislazione relativa alla cittadina mineraria sarda, l’odierna Iglesias, passata nel 1324 dalla dominazione pisana a quella aragonese, con la conquista da parte di Alfonso IV il Benigno che garantì il rispetto della normativa vigente. Nonostante la benemerita edizione ottocentesca curata dallo storico Baudi di Vesme, è parso opportuno, considerate le numerose discrepanze grafico-fonetiche rispetto al manoscritto, trascrivere nuovamente il testo ai fini dell’analisi linguistica. Tale studio ha consentito di accertare la presenza, al di là degli attesi tratti toscano occidentali e pisani, di peculiarità fonetiche e lessicali attribuibili all’influsso del sardo, in particolare della varietà campidanese parlata nella Sardegna meridionale, al punto da ritenere plausibile per la lingua del Breve una definizione di «lingua coloniale». Chiude il lavoro un glossario dei termini considerati più rilevanti, fra i quali i numerosi tecnicismi minerari di origine tedesca concentrati nel quarto ed ultimo libro, dedicato alle norme sull’estrazione dell’argento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/152930
URN:NBN:IT:UNIPI-152930