Sin dalla sua costruzione, la cerchiatura lignea della cupola di Santa Maria del Fiore è stata oggetto di accese controversie che, protrattesi nell’ombra del più noto dibattito sulla stabilità, non hanno ad oggi trovato soluzione. Ciò che maggiormente stupisce è tuttavia il fatto che, a fronte dei legittimi dubbi relativamente a quale dovesse essere l’originaria funzione della cerchiatura e a quale sia il suo attuale contributo alla struttura in termini di equilibrio, scarseggino studi sistematici volti ad approfondire la conoscenza di questo manufatto. Obiettivo della tesi è dunque quello di ritracciare, attraverso l’analisi e la rielaborazione critica della documentazione d’archivio, la storia costruttiva e manutentiva della catena, offrendo dati oggettivi sulla base dei quali verificare la veridicità delle teorie elaborate nel corso dei secoli. I risultati che ne sono derivati, pur configurandosi come un piccolo contributo alla storia delle tecniche costruttive, non sono tuttavia da considerarsi fini a sé stessi. Se, come noto, l’indagine storica si configura come il «momento primario dell’attività di restauro» , le informazioni emerse dalla ricerca d’archivio devono necessariamente trovare risvolto operativo nelle pratiche conservative. Da qui deriva il secondo e principale obiettivo della tesi, ovvero quello di favorire il ripristino delle attività manutentive che hanno garantito la persistenza della catena lignea nel tempo. In quest’ottica, sposando i principi della conservazione programmata, è stato elaborato uno strumento informativo atto ad accogliere e rendere fruibili i dati raccolti, così che possano essere sfruttati a supporto della pianificazione delle procedure ispettive e manutentive. In definitiva la tesi persegue un duplice scopo: da un lato si propone di fornire all’Opera di Santa Maria del Fiore uno strumento operativo in grado di facilitare la gestione del bene, dall’altro tenta di definire un modus operandi, e dunque una metodologia esportabile ad altri casi più o meno simili, che possa applicarsi in maniera diffusa nell'ambito del patrimonio costruito.
La catena di castagni della cupola di Santa Maria del Fiore. Dall'analisi storico-costruttiva alla definizione di uno strumento informativo a supporto della conservazione e del restauro.
2021
Abstract
Sin dalla sua costruzione, la cerchiatura lignea della cupola di Santa Maria del Fiore è stata oggetto di accese controversie che, protrattesi nell’ombra del più noto dibattito sulla stabilità, non hanno ad oggi trovato soluzione. Ciò che maggiormente stupisce è tuttavia il fatto che, a fronte dei legittimi dubbi relativamente a quale dovesse essere l’originaria funzione della cerchiatura e a quale sia il suo attuale contributo alla struttura in termini di equilibrio, scarseggino studi sistematici volti ad approfondire la conoscenza di questo manufatto. Obiettivo della tesi è dunque quello di ritracciare, attraverso l’analisi e la rielaborazione critica della documentazione d’archivio, la storia costruttiva e manutentiva della catena, offrendo dati oggettivi sulla base dei quali verificare la veridicità delle teorie elaborate nel corso dei secoli. I risultati che ne sono derivati, pur configurandosi come un piccolo contributo alla storia delle tecniche costruttive, non sono tuttavia da considerarsi fini a sé stessi. Se, come noto, l’indagine storica si configura come il «momento primario dell’attività di restauro» , le informazioni emerse dalla ricerca d’archivio devono necessariamente trovare risvolto operativo nelle pratiche conservative. Da qui deriva il secondo e principale obiettivo della tesi, ovvero quello di favorire il ripristino delle attività manutentive che hanno garantito la persistenza della catena lignea nel tempo. In quest’ottica, sposando i principi della conservazione programmata, è stato elaborato uno strumento informativo atto ad accogliere e rendere fruibili i dati raccolti, così che possano essere sfruttati a supporto della pianificazione delle procedure ispettive e manutentive. In definitiva la tesi persegue un duplice scopo: da un lato si propone di fornire all’Opera di Santa Maria del Fiore uno strumento operativo in grado di facilitare la gestione del bene, dall’altro tenta di definire un modus operandi, e dunque una metodologia esportabile ad altri casi più o meno simili, che possa applicarsi in maniera diffusa nell'ambito del patrimonio costruito.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/152974
URN:NBN:IT:UNIPR-152974