Il trapianto è il trattamento di scelta per i pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale. La prevenzione del rigetto richiede un trattamento immunosoppressivo che deve essere protratto per tutta la durata di vita del trapianto. La personalizzazione della terapia immunosoppressiva si ritiene possa migliorare gli outcome dei trapianti attraverso un impiego più mirato dei farmaci attualmente disponibili. Lo sviluppo di trattamenti individualizzati richiede l’utilizzo di biomarcatori per stratificare il grado di rischio di danno renale che siano affidabili, riproducibili, non invasivi e poco costosi. Tra tutti il dosaggio urinario della chemochina CXCL9 si è dimostrato lo strumento più adeguato, non solo per individuare i pazienti con un rigetto acuto T cellulare in atto o in fase d’insorgenza ma anche per individuare quel sottogruppo di pazienti immunologicamente stabili che si possono definire in quiescenza immunologica33 grazie al suo elevato valore predittivo negativo. Obiettivo primario dello studio è di confermare l’elevato valore predittivo negativo di bassi livelli di CXCL9 nei pazienti clinicamente stabili che si possono definire in quiescenza immunologica. Obiettivo secondario è stato quello di esaminare i livelli urinari di CXCL9 nei pazienti con lesioni da danno mediato da cellule T, che abbia causato una disfunzione acuta o cronica del graft. La chemochina CXCL9 sembra essere un biomarcatore di quiescenza alloimmunitaria, non invasivo, ripetibile e affidabile nel selezionare i pazienti con assenza di segni di rigetto primitiva o secondaria a un’efficace terapia immunosoppressiva anti-rigetto. Il monitoraggio dell’andamento delle concentrazioni seriate di CXCL9 urinario in corso di terapia per rigetto acuto ci permette inoltre di monitorarne precocemente la risposta: la mancata normalizzazione entro la prima settimana depone per un rigetto resistente con necessità di terapie di secondo livello.
Monitoraggio ambulatoriale del CXCL9 urinario nel ricevente di trapianto di rene per l'identificazione dello status di quiescenza immunologica
2017
Abstract
Il trapianto è il trattamento di scelta per i pazienti affetti da insufficienza renale cronica terminale. La prevenzione del rigetto richiede un trattamento immunosoppressivo che deve essere protratto per tutta la durata di vita del trapianto. La personalizzazione della terapia immunosoppressiva si ritiene possa migliorare gli outcome dei trapianti attraverso un impiego più mirato dei farmaci attualmente disponibili. Lo sviluppo di trattamenti individualizzati richiede l’utilizzo di biomarcatori per stratificare il grado di rischio di danno renale che siano affidabili, riproducibili, non invasivi e poco costosi. Tra tutti il dosaggio urinario della chemochina CXCL9 si è dimostrato lo strumento più adeguato, non solo per individuare i pazienti con un rigetto acuto T cellulare in atto o in fase d’insorgenza ma anche per individuare quel sottogruppo di pazienti immunologicamente stabili che si possono definire in quiescenza immunologica33 grazie al suo elevato valore predittivo negativo. Obiettivo primario dello studio è di confermare l’elevato valore predittivo negativo di bassi livelli di CXCL9 nei pazienti clinicamente stabili che si possono definire in quiescenza immunologica. Obiettivo secondario è stato quello di esaminare i livelli urinari di CXCL9 nei pazienti con lesioni da danno mediato da cellule T, che abbia causato una disfunzione acuta o cronica del graft. La chemochina CXCL9 sembra essere un biomarcatore di quiescenza alloimmunitaria, non invasivo, ripetibile e affidabile nel selezionare i pazienti con assenza di segni di rigetto primitiva o secondaria a un’efficace terapia immunosoppressiva anti-rigetto. Il monitoraggio dell’andamento delle concentrazioni seriate di CXCL9 urinario in corso di terapia per rigetto acuto ci permette inoltre di monitorarne precocemente la risposta: la mancata normalizzazione entro la prima settimana depone per un rigetto resistente con necessità di terapie di secondo livello.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/153302
URN:NBN:IT:UNIPR-153302