Il presente lavoro è basato sulla trascrizione del testo ebraico e sulla traduzione italiana di brani selezionati della prima parte (ff. 1r-270r) del Ḥanok la-Naʽar del cabbalista lughese Yiṣḥaq Berekyah Da Fano (II) (1582-1651) – tramandato in copia dal ms. Parma, Bibl. Palatina, Cod. Parm. 3480 – e dei componimenti per varie occasioni conservati nel ms. New York, JTS 4101, ai ff. 8r-67v, e composti dal nipote Yiṣḥaq Berekyah (III) (1676-1750). Lo scopo è quello di individuare i percorsi, le forme e i contenuti della mistica ebraica a Lugo di Romagna attraverso l’analisi delle opere sopra ricordate (l’una di carattere esegetico-didascalico, l’altra liturgico) dei rabbini Da Fano, discepoli e successori del celebre Menaḥem ʽAzaryah (1548-1620). Quest’ultimo, infatti, fu discendente quasi diretto delle due principali tradizioni cabbalistiche elaborate in Terra d’Israele – quella di Cordovero e quella di Luria. Tali opere testimoniano la produzione di brillanti esempi di logica e dialettica rabbiniche, di forti interpretazioni e di rituali, (ri)elaborati nella comunità lughese alla luce degli insegnamenti e delle pratiche dei circoli cabbalistici di Safed. Inoltre, esse contribuiscono in prima linea alla comprensione dello sviluppo della vita e del pensiero ebraici nell’Italia centro-settentrionale tardo rinascimentale e barocca. Questa ricerca è sostenuta da un’indispensabile valutazione paleografica e codicologica dei manoscritti in questione, nonché dalla ricostruzione del contesto storico-culturale coevo e della biografia scarsamente nota dei rabbini autori delle opere esaminate.

L'opera Ḥanok la-Naʽar del rabbino cabbalista Yiṣḥaq Berekyah Da Fano (II) e le preghiere del nipote Yiṣḥaq Berekyah (III) - Lugo, secoli XVII-XVIII

2020

Abstract

Il presente lavoro è basato sulla trascrizione del testo ebraico e sulla traduzione italiana di brani selezionati della prima parte (ff. 1r-270r) del Ḥanok la-Naʽar del cabbalista lughese Yiṣḥaq Berekyah Da Fano (II) (1582-1651) – tramandato in copia dal ms. Parma, Bibl. Palatina, Cod. Parm. 3480 – e dei componimenti per varie occasioni conservati nel ms. New York, JTS 4101, ai ff. 8r-67v, e composti dal nipote Yiṣḥaq Berekyah (III) (1676-1750). Lo scopo è quello di individuare i percorsi, le forme e i contenuti della mistica ebraica a Lugo di Romagna attraverso l’analisi delle opere sopra ricordate (l’una di carattere esegetico-didascalico, l’altra liturgico) dei rabbini Da Fano, discepoli e successori del celebre Menaḥem ʽAzaryah (1548-1620). Quest’ultimo, infatti, fu discendente quasi diretto delle due principali tradizioni cabbalistiche elaborate in Terra d’Israele – quella di Cordovero e quella di Luria. Tali opere testimoniano la produzione di brillanti esempi di logica e dialettica rabbiniche, di forti interpretazioni e di rituali, (ri)elaborati nella comunità lughese alla luce degli insegnamenti e delle pratiche dei circoli cabbalistici di Safed. Inoltre, esse contribuiscono in prima linea alla comprensione dello sviluppo della vita e del pensiero ebraici nell’Italia centro-settentrionale tardo rinascimentale e barocca. Questa ricerca è sostenuta da un’indispensabile valutazione paleografica e codicologica dei manoscritti in questione, nonché dalla ricostruzione del contesto storico-culturale coevo e della biografia scarsamente nota dei rabbini autori delle opere esaminate.
3-apr-2020
Università degli Studi di Bologna
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