Il percorso di una ricerca sul tema “Bauhaus e Cinema”, soprattutto nella prima fase, può porre molte domande. La prima è senza dubbio: è esistito un “Cinema del Bauhaus”? Oppure: perché, a differenza di molte avanguardie storiche, il Bauhaus non considerò come centrale, nella propria attività di sperimentazione, il mezzo cinematografico? O ancora: si può parlare del Bauhaus come di una vera e propria avanguardia? Per fare chiarezza sull’entità concreta dei rapporti fra la scuola fondata da Walter Gropius e il Cinema, e per dare pertinenza ad un discorso analitico su autori ed opere, ci avvarremo delle acquisizioni riportate a seguito di un periodo di ricerca, della durata di nove mesi, svolto a Berlino presso il Bauhaus-Archiv/Museum für Gestaltung, il Filmmuseum-Stiftung Deutsche Kinemathek e la Universität der Künste Berlin. Il cinema astratto prodotto nei laboratori di Weimar prima, e di Dessau successivamente, è costituito essenzialmente dalla manipolazione, nello spazio e nel tempo, di linee, colore, e forme piane. Un’analisi sbrigativa, ma non per questo errata, potrebbe delimitare il fenomeno nei margini della cosiddetta “pittura in movimento”. Quello che chiameremo Bauhaus-Film, si basa sull’affioramento in superficie dei codici strutturali dell’immagine, prima invisibili. La nuova sperimentazione, nei laboratori del Bauhaus, è quella sulla strutturazione della visione: organizzazione temporale, durata, frequenza e continuità vengono modulate, intervenendo sul processo foto-chimico, e sulla proiezione stessa.
Bauhaus-Film, cinema e arti applicate nella Repubblica di Weimar 1919-1933
2011
Abstract
Il percorso di una ricerca sul tema “Bauhaus e Cinema”, soprattutto nella prima fase, può porre molte domande. La prima è senza dubbio: è esistito un “Cinema del Bauhaus”? Oppure: perché, a differenza di molte avanguardie storiche, il Bauhaus non considerò come centrale, nella propria attività di sperimentazione, il mezzo cinematografico? O ancora: si può parlare del Bauhaus come di una vera e propria avanguardia? Per fare chiarezza sull’entità concreta dei rapporti fra la scuola fondata da Walter Gropius e il Cinema, e per dare pertinenza ad un discorso analitico su autori ed opere, ci avvarremo delle acquisizioni riportate a seguito di un periodo di ricerca, della durata di nove mesi, svolto a Berlino presso il Bauhaus-Archiv/Museum für Gestaltung, il Filmmuseum-Stiftung Deutsche Kinemathek e la Universität der Künste Berlin. Il cinema astratto prodotto nei laboratori di Weimar prima, e di Dessau successivamente, è costituito essenzialmente dalla manipolazione, nello spazio e nel tempo, di linee, colore, e forme piane. Un’analisi sbrigativa, ma non per questo errata, potrebbe delimitare il fenomeno nei margini della cosiddetta “pittura in movimento”. Quello che chiameremo Bauhaus-Film, si basa sull’affioramento in superficie dei codici strutturali dell’immagine, prima invisibili. La nuova sperimentazione, nei laboratori del Bauhaus, è quella sulla strutturazione della visione: organizzazione temporale, durata, frequenza e continuità vengono modulate, intervenendo sul processo foto-chimico, e sulla proiezione stessa.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/153759
URN:NBN:IT:UNIPI-153759