Il lavoro si suddivide in tre sezioni. Nella prima sono stati indagati le forme ed il ruolo della conoscenza nell’economia dell’azienda. Diverse sono state le classificazioni del knowledge elaborate in dottrina, nessuna di esse, però, ha messo in relazione ciascuna categoria con l’aspetto economico della gestione. Il primo capitolo ha tentato di collegare ciascuna forma con il nucleo economico degli studi di economia aziendale per individuarne la rilevanza nell’economia dell’azienda e la significatività quale prospettiva di analisi nella ricerca centrata su di essa. A ciascuna forma corrisponde, infatti, una differente prospettiva di indagine, collegarla all’aspetto economico del funzionamento ha permesso di capirne l’utilità rispetto ai fini conoscitivi dell’economia aziendale. Il secondo capitolo ha delineato un modello interpretativo della dinamica assunta dal knowledge all’interno dell’azienda e lungo le principali fasi della sua vita. Il modello spiega le modalità secondo le quali, nella fase pre-aziendale, si sviluppa la conoscenza mentale, che definisce il disegno imprenditoriale; come dal disegno imprenditoriale si dirama la conoscenza pratica, l’operatività, nella fase dinamico-probailistica; poi, come dalle operazioni traggono origine nuove configurazioni del business. Il modello si articola su diversi livelli illustrando come, nel corso del tempo, si possono dispiegare: le forme, i contenitori del knowledge (dove esso si sedimenta), i fattori che lo determinano e le leve a disposizione del management per influenzarlo. È possibile accrescere le competenze anche collaborando con altre aziende. Sviluppare knowledge per vie esterne presuppone la condivisione di una piattaforma di sapere tra le organizzazioni che partecipano alla partnership. A tal fine è indispensabile scambiare conoscenza. L’ultima parte del lavoro si è concentrata sul knowledge transfer quale comune denominatore delle operazioni finalizzare allo sviluppo di nuove capacità. Sono state evidenziate le cause dei riflessi economici dello scambio, con particolare riferimento ai costi. Sono state, conseguentemente, individuate le possibili direttrici di analisi lungo le quali articolare il giudizio di convenienza economica sull’opportunità di intraprendere la collaborazione. Infine, sono state investigate le barriere allo scambio che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi della relazione interaziendale e le leve manageriali utili al loro superamento.

DINAMICA E CREAZIONE DI CONOSCENZA: MODELLI INTERPRETATIVI PER L’ECONOMIA DELLE AZIENDE

2007

Abstract

Il lavoro si suddivide in tre sezioni. Nella prima sono stati indagati le forme ed il ruolo della conoscenza nell’economia dell’azienda. Diverse sono state le classificazioni del knowledge elaborate in dottrina, nessuna di esse, però, ha messo in relazione ciascuna categoria con l’aspetto economico della gestione. Il primo capitolo ha tentato di collegare ciascuna forma con il nucleo economico degli studi di economia aziendale per individuarne la rilevanza nell’economia dell’azienda e la significatività quale prospettiva di analisi nella ricerca centrata su di essa. A ciascuna forma corrisponde, infatti, una differente prospettiva di indagine, collegarla all’aspetto economico del funzionamento ha permesso di capirne l’utilità rispetto ai fini conoscitivi dell’economia aziendale. Il secondo capitolo ha delineato un modello interpretativo della dinamica assunta dal knowledge all’interno dell’azienda e lungo le principali fasi della sua vita. Il modello spiega le modalità secondo le quali, nella fase pre-aziendale, si sviluppa la conoscenza mentale, che definisce il disegno imprenditoriale; come dal disegno imprenditoriale si dirama la conoscenza pratica, l’operatività, nella fase dinamico-probailistica; poi, come dalle operazioni traggono origine nuove configurazioni del business. Il modello si articola su diversi livelli illustrando come, nel corso del tempo, si possono dispiegare: le forme, i contenitori del knowledge (dove esso si sedimenta), i fattori che lo determinano e le leve a disposizione del management per influenzarlo. È possibile accrescere le competenze anche collaborando con altre aziende. Sviluppare knowledge per vie esterne presuppone la condivisione di una piattaforma di sapere tra le organizzazioni che partecipano alla partnership. A tal fine è indispensabile scambiare conoscenza. L’ultima parte del lavoro si è concentrata sul knowledge transfer quale comune denominatore delle operazioni finalizzare allo sviluppo di nuove capacità. Sono state evidenziate le cause dei riflessi economici dello scambio, con particolare riferimento ai costi. Sono state, conseguentemente, individuate le possibili direttrici di analisi lungo le quali articolare il giudizio di convenienza economica sull’opportunità di intraprendere la collaborazione. Infine, sono state investigate le barriere allo scambio che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi della relazione interaziendale e le leve manageriali utili al loro superamento.
27-giu-2007
Italiano
Ferraris Franceschi, Rosella
Università degli Studi di Pisa
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Ciao_Biagio_Tesi_di_dottorato_Economia_Aziendale.pdf

embargo fino al 18/05/2047

Tipologia: Altro materiale allegato
Dimensione 877.95 kB
Formato Adobe PDF
877.95 kB Adobe PDF

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/153893
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-153893