Il presente lavoro è una ricognizione della speculazione di Ernesto de Martino e, in maniera specifica, dell’ultimo periodo, ovvero quello relativo alla stesura de La fine del mondo, opera pubblicata postuma. La tesi si articola in cinque capitoli. Nel primo vi è una sorta di fenomenologia del concetto di “presenza” e, connesso a questo, di “perdita della presenza” nelle opere e nei saggi che precedono lo studio delle apocalissi culturali e delle apocalissi psicopatologiche che, filtrate attraverso la categoria dell’ethos del trascendimento (secondo capitolo), occupano la sezione centrale della trattazione (capitolo terzo). Seguendo lo sviluppo della presenza che s’invera nell’ethos, viene messa a tema, nel quarto capitolo, la critica demartiniana della religione e del simbolismo in Marx e nelle società del cosiddetto socialismo reale. Nell’ultimo capitolo vi è il tentativo di sviluppare, attraverso il ritorno al giovane Marx e al marxismo di Gramsci, il concetto di “presenza” nella “singolarità” al fine di dare luogo, per questa via, ad un umanesimo nuovo. Le conclusioni sono una ripresa di temi affrontati nel lavoro e cercano le connessioni possibili del pensiero di de Martino con le speculazioni di Antonio Banfi, Michel Foucault e Sebastiano Timpanaro.
DALLA PRESENZA ALLA SINGOLARITA’. UNO STUDIO SU ERNESTO DE MARTINO
2007
Abstract
Il presente lavoro è una ricognizione della speculazione di Ernesto de Martino e, in maniera specifica, dell’ultimo periodo, ovvero quello relativo alla stesura de La fine del mondo, opera pubblicata postuma. La tesi si articola in cinque capitoli. Nel primo vi è una sorta di fenomenologia del concetto di “presenza” e, connesso a questo, di “perdita della presenza” nelle opere e nei saggi che precedono lo studio delle apocalissi culturali e delle apocalissi psicopatologiche che, filtrate attraverso la categoria dell’ethos del trascendimento (secondo capitolo), occupano la sezione centrale della trattazione (capitolo terzo). Seguendo lo sviluppo della presenza che s’invera nell’ethos, viene messa a tema, nel quarto capitolo, la critica demartiniana della religione e del simbolismo in Marx e nelle società del cosiddetto socialismo reale. Nell’ultimo capitolo vi è il tentativo di sviluppare, attraverso il ritorno al giovane Marx e al marxismo di Gramsci, il concetto di “presenza” nella “singolarità” al fine di dare luogo, per questa via, ad un umanesimo nuovo. Le conclusioni sono una ripresa di temi affrontati nel lavoro e cercano le connessioni possibili del pensiero di de Martino con le speculazioni di Antonio Banfi, Michel Foucault e Sebastiano Timpanaro.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/153903
URN:NBN:IT:UNIPI-153903