Si fa strada anche nell’ordinamento italiano l’idea per cui sia possibile, ai fini di una più efficiente politica criminale, rinunciare – non solo alla pena detentiva – ma ancora prima allo stesso processo penale, a favore di modelli differenziati di risposta ai reati. La deviazione dal procedimento, istituto che va sotto il nome di diversion e che ha visto la sua prima teorizzazione e messa in atto nell’ordinamento statunitense, per poi diffondersi rapidamente negli altri sistemi, pone tuttavia una serie di questioni e di problematiche che impongono una riflessione più ordinata e rigorosa di quanto sia stato ad oggi compiuto. La ricerca, a partire da una ricognizione storica dell’istituto, una panoramica sulle fonti europee e alcune incursioni comparatistiche, muove ad individuare le condizioni di legittimità in grado di assicurare che gli strumenti alternativi al processo non si pongano in contraddizione con i principi del garantismo penale ereditati dall’illuminismo. Ai fini della predisposizione di strumenti utilmente spendibili nel contesto del fair trail, la diversione deve da un lato integrare un modello di risposta al fatto penalmente rilevante legittimo in sé, cioè autonomamente considerato: è quanto viene realizzato dalle condizioni di legittimità intrinseche, in particolare nel collegamento con il paradigma della giustizia riparativa; dall’altro lato, essa deve interagire correttamente con il più ampio e complesso sistema processual-penalistico e con le regole, innanzitutto costituzionali, che lo reggono; ciò è dato dalla sussistenza delle condizioni di legittimità estrinseche, che si condensano nel tema del consenso. L’individuazione di tali condizioni e la enucleazione di soluzioni operative per una loro concretizzazione è quanto lo studio si propone di compiere.

La ‘diversione’ in ambito penale. Introduzione ad uno studio sulle condizioni di legittimità delle alternative al processo

2017

Abstract

Si fa strada anche nell’ordinamento italiano l’idea per cui sia possibile, ai fini di una più efficiente politica criminale, rinunciare – non solo alla pena detentiva – ma ancora prima allo stesso processo penale, a favore di modelli differenziati di risposta ai reati. La deviazione dal procedimento, istituto che va sotto il nome di diversion e che ha visto la sua prima teorizzazione e messa in atto nell’ordinamento statunitense, per poi diffondersi rapidamente negli altri sistemi, pone tuttavia una serie di questioni e di problematiche che impongono una riflessione più ordinata e rigorosa di quanto sia stato ad oggi compiuto. La ricerca, a partire da una ricognizione storica dell’istituto, una panoramica sulle fonti europee e alcune incursioni comparatistiche, muove ad individuare le condizioni di legittimità in grado di assicurare che gli strumenti alternativi al processo non si pongano in contraddizione con i principi del garantismo penale ereditati dall’illuminismo. Ai fini della predisposizione di strumenti utilmente spendibili nel contesto del fair trail, la diversione deve da un lato integrare un modello di risposta al fatto penalmente rilevante legittimo in sé, cioè autonomamente considerato: è quanto viene realizzato dalle condizioni di legittimità intrinseche, in particolare nel collegamento con il paradigma della giustizia riparativa; dall’altro lato, essa deve interagire correttamente con il più ampio e complesso sistema processual-penalistico e con le regole, innanzitutto costituzionali, che lo reggono; ciò è dato dalla sussistenza delle condizioni di legittimità estrinseche, che si condensano nel tema del consenso. L’individuazione di tali condizioni e la enucleazione di soluzioni operative per una loro concretizzazione è quanto lo studio si propone di compiere.
2017
Italiano
NEGRI, Daniele
GREGGI, Marco
Università degli Studi di Ferrara
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/154048
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