Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso pazienti in attesa di un trapianto di rene identificati per la presenza elevata di alloanticorpi contro antigeni HLA e non-HLA, definiti iperimmuni. Recentemente, è stato dimostrato l’aumento dell'immunotolleranza ad opera della componente linfocitaria T regolatoria (Treg) dopo l'infusione di MSCs in modelli sperimentali di trapianto d’organo. Alcuni studi hanno infatti dimostrato il contributo di Treg nella modulazione della risposta immunitaria in diversi modelli animali e nel trapianto clinico, per suggerire il loro potenziale utilizzo come marcatori di tolleranza, rigetto o previsione dell’outcome del trapianto d'organo. Un precedente studio ha dimostrato che NGAL (Neutrophil gelatinase-associated lipocalin), un noto biomarker di danno renale, è in grado di indurre in vitro immunotolleranza aumentando l'espressione di HLA-G e l'espansione di Treg in cellule linfo-monocitarie (PBMC) di soggetti sani. In questo studio, si è valutato l'effetto di NGAL sull'espansione di Treg e l'espressione di HLA-G in pazienti con insufficienza renale cronica sottoposti ad emodialisi e iperimmuni, e si è approfondita la capacità immunomodulatoria di cellule staminali mesenchimali adulte derivate da tessuto adiposo (ASC) nei confronti di PBMC derivati da queste categorie di pazienti. I nostri risultati hanno dimostrato un effetto immunomodulatorio, dose dipendente, mediato da NGAL sulla popolazione linfo-monocitaria derivata da pazienti in emodialisi non iperimmuni evidenziato dall’aumento della popolazione di Treg e dall'espressione di HLA-G. Questo effetto è risultato inibito in PBMC derivati da pazienti iperimmuni. L'immunomodulazione sui PBMC in quest’ultima categoria di pazienti è stata ristabilita in vitro in seguito all’allestimento di co-colture con cellule staminali mesenchimali derivate da tessuto adiposo. Le ASC risultano una buona prospettiva futura di terapia cellulare autologa, in concomitanza e a supporto del trapianto di rene, in pazienti uno stato immunologico alterato, ampliando l'accesso ai trapianti d’organo a questi pazienti complessi che presentano un PRA sfavorevole.

Studio dell'effetto immunomodulatorio in vitro di NGAL su PBMC di pazienti in trattamento emodialitico e iperimmuni

2018

Abstract

Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse verso pazienti in attesa di un trapianto di rene identificati per la presenza elevata di alloanticorpi contro antigeni HLA e non-HLA, definiti iperimmuni. Recentemente, è stato dimostrato l’aumento dell'immunotolleranza ad opera della componente linfocitaria T regolatoria (Treg) dopo l'infusione di MSCs in modelli sperimentali di trapianto d’organo. Alcuni studi hanno infatti dimostrato il contributo di Treg nella modulazione della risposta immunitaria in diversi modelli animali e nel trapianto clinico, per suggerire il loro potenziale utilizzo come marcatori di tolleranza, rigetto o previsione dell’outcome del trapianto d'organo. Un precedente studio ha dimostrato che NGAL (Neutrophil gelatinase-associated lipocalin), un noto biomarker di danno renale, è in grado di indurre in vitro immunotolleranza aumentando l'espressione di HLA-G e l'espansione di Treg in cellule linfo-monocitarie (PBMC) di soggetti sani. In questo studio, si è valutato l'effetto di NGAL sull'espansione di Treg e l'espressione di HLA-G in pazienti con insufficienza renale cronica sottoposti ad emodialisi e iperimmuni, e si è approfondita la capacità immunomodulatoria di cellule staminali mesenchimali adulte derivate da tessuto adiposo (ASC) nei confronti di PBMC derivati da queste categorie di pazienti. I nostri risultati hanno dimostrato un effetto immunomodulatorio, dose dipendente, mediato da NGAL sulla popolazione linfo-monocitaria derivata da pazienti in emodialisi non iperimmuni evidenziato dall’aumento della popolazione di Treg e dall'espressione di HLA-G. Questo effetto è risultato inibito in PBMC derivati da pazienti iperimmuni. L'immunomodulazione sui PBMC in quest’ultima categoria di pazienti è stata ristabilita in vitro in seguito all’allestimento di co-colture con cellule staminali mesenchimali derivate da tessuto adiposo. Le ASC risultano una buona prospettiva futura di terapia cellulare autologa, in concomitanza e a supporto del trapianto di rene, in pazienti uno stato immunologico alterato, ampliando l'accesso ai trapianti d’organo a questi pazienti complessi che presentano un PRA sfavorevole.
4-mag-2018
Università degli Studi di Bologna
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIBO-154079