Il presente studio analizza un motivo sempre più ricorrente nella narrativa contemporanea inglese almeno dalla seconda metà del XX secolo: l’autore come personaggio. I primi due capitoli introduttivi illustrano il tema da un punto di vista teorico oltre che specificamente letterario. Il primo capitolo si sofferma sulla lunga riflessione novecentesca scaturita nel 1968, con la proclamazione di Roland Barthes della ‘mort de l’Autheur’, fino a giungere ai tempi più recenti, in cui si riscopre l'importanza di stabilire le intenzioni di significato di chi scrive, soprattutto per motivi riconducibili, sostanzialmente, all'etica della trasmissione letteraria dell'immagine autoriale. Le articolazioni tematiche , gli sviluppi diacronici delle avventure dell’autore-personaggio sono invece al centro del secondo capitolo, dove l'argomento è illustrato attraverso l’analisi di un campione di alcune delle opere letterarie più rappresentative, sia maschili, sia femminili. Nella seconda parte, il campo della ricerca si restringe, focalizzandosi su tre autrici, Jeanette Winterson, Penelope Fitzgerald e Antonia S. Byatt. Il loro rapportarsi sorprendentemente originale al topos dell’autore come personaggio conferma non soltanto, nelle parole di Carla Benedetti, ‘l’ombra lunga dell’autore’ ma parrebbe tracciare un percorso verso una nuova mimesi, desiderosa di congedarsi dalle istanza postmoderne per addentrarsi verso una nuova fase che forse potremmo definire ‘ipermoderna’.
''Auctor in fabula'': la rappresentazione dell'autore come personaggio nella narrativa femminile ( Jeanette Winterson, Penelope Fitzgerald e Antonia S. Byatt)
2014
Abstract
Il presente studio analizza un motivo sempre più ricorrente nella narrativa contemporanea inglese almeno dalla seconda metà del XX secolo: l’autore come personaggio. I primi due capitoli introduttivi illustrano il tema da un punto di vista teorico oltre che specificamente letterario. Il primo capitolo si sofferma sulla lunga riflessione novecentesca scaturita nel 1968, con la proclamazione di Roland Barthes della ‘mort de l’Autheur’, fino a giungere ai tempi più recenti, in cui si riscopre l'importanza di stabilire le intenzioni di significato di chi scrive, soprattutto per motivi riconducibili, sostanzialmente, all'etica della trasmissione letteraria dell'immagine autoriale. Le articolazioni tematiche , gli sviluppi diacronici delle avventure dell’autore-personaggio sono invece al centro del secondo capitolo, dove l'argomento è illustrato attraverso l’analisi di un campione di alcune delle opere letterarie più rappresentative, sia maschili, sia femminili. Nella seconda parte, il campo della ricerca si restringe, focalizzandosi su tre autrici, Jeanette Winterson, Penelope Fitzgerald e Antonia S. Byatt. Il loro rapportarsi sorprendentemente originale al topos dell’autore come personaggio conferma non soltanto, nelle parole di Carla Benedetti, ‘l’ombra lunga dell’autore’ ma parrebbe tracciare un percorso verso una nuova mimesi, desiderosa di congedarsi dalle istanza postmoderne per addentrarsi verso una nuova fase che forse potremmo definire ‘ipermoderna’.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/154085
URN:NBN:IT:UNIPI-154085