Alla luce della rivoluzionaria teoria semiologica di Derrida basata sulle quattro tesi “La scrittura prima della lettera”, “La fine del libro e l’inizio della scrittura”, “La struttura grafematica della comunicazione e dell’esperienza” e “Non c’è fuori testo”, nella prima parte del nostro studio, indaghiamo quella “literacy” nell’ordine della lettura che, secondo il grammatologo francese, dovrebbe mobilitare la competenza di decostruire un testo, in aggiunta al classico “commento raddoppiante”. Prendiamo poi in esame “La strategia generale della decostruzione” delle dicotomie del pensiero metafisico e la proponiamo come metodologia per decostruire le antinomie classiche della pedagogia. Nella seconda parte, ci cimentiamo con alcune letture decostruttive cercando di individuare quel movimento di significazione della différance che attraversa ogni testo inscritto nella storia della metafisica, ossia quella disseminazione del senso che deborda qualsiasi modellistica pedagogica; un’eccedenza di senso che, paradossalmente, consente la costruzione sistematica del discorso educativo ma, al contempo, ne impedisce la chiusura teoretica. Pertanto, attraversando la linea del tempo, cominciamo con la decostruzione del concetto di maieutica del Socrate platonico, poi passiamo alla decostruzione integrale di un’opera, il De magistro di Agostino, per finire con la decostruzione di un insieme di testi, il corpus pestalozziano. Dopo le conclusioni, in appendice, abbozziamo una rilettura in chiave decostruttiva di un classico della pedagogia italiana contemporanea, Educazione alla Ragione di Giovanni Maria Bertin.

Decostruire i classici della pedagogia

2020

Abstract

Alla luce della rivoluzionaria teoria semiologica di Derrida basata sulle quattro tesi “La scrittura prima della lettera”, “La fine del libro e l’inizio della scrittura”, “La struttura grafematica della comunicazione e dell’esperienza” e “Non c’è fuori testo”, nella prima parte del nostro studio, indaghiamo quella “literacy” nell’ordine della lettura che, secondo il grammatologo francese, dovrebbe mobilitare la competenza di decostruire un testo, in aggiunta al classico “commento raddoppiante”. Prendiamo poi in esame “La strategia generale della decostruzione” delle dicotomie del pensiero metafisico e la proponiamo come metodologia per decostruire le antinomie classiche della pedagogia. Nella seconda parte, ci cimentiamo con alcune letture decostruttive cercando di individuare quel movimento di significazione della différance che attraversa ogni testo inscritto nella storia della metafisica, ossia quella disseminazione del senso che deborda qualsiasi modellistica pedagogica; un’eccedenza di senso che, paradossalmente, consente la costruzione sistematica del discorso educativo ma, al contempo, ne impedisce la chiusura teoretica. Pertanto, attraversando la linea del tempo, cominciamo con la decostruzione del concetto di maieutica del Socrate platonico, poi passiamo alla decostruzione integrale di un’opera, il De magistro di Agostino, per finire con la decostruzione di un insieme di testi, il corpus pestalozziano. Dopo le conclusioni, in appendice, abbozziamo una rilettura in chiave decostruttiva di un classico della pedagogia italiana contemporanea, Educazione alla Ragione di Giovanni Maria Bertin.
2020
Italiano
Simonetta Ulivieri
Università degli Studi di Firenze
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/154106
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIFI-154106