La suscettibilità all’ipnosi è un tratto cognitivo multidimensionale che coinvolge, in particolare, le capacità attenzionali ed immaginative. Risultati precedenti hanno evidenziato differenze nell’integrazione sensorimotoria dipendenti dall’ipnotizzabilità, a livello di riflessi e di controllo posturale, anche in soggetti non ipnotizzati. Poichè il controllo posturale richiede una complessa integrazione sensorimotoria ed è modulato dall’attenzione, uno degli scopi (Parte 2) di questa tesi è stato di investigare gli effetti posturali dell’alterazione sensoriale (Studi 1 e 2) e del carico cognitivo (Studio 3), in soggetti con alti (Highs) e bassi (Lows) valori di ipnotizzabilità. I risultati hanno mostrato che Highs e Lows hanno un diverso set point per il controllo posturale, che gli input visivo e propriocettivo del collo e degli arti inferiori hanno una diversa rilevanza nella integrazione sensorimotoria richiesta e che le diverse risposte di Highs e Lows all’alterazione sensoriale non dipendono dalla disponibilità di risorse attentive. Poichè l’immaginazione ha mostrato un ruolo quasi percettivo negli Highs, l’altro scopo di questa tesi (Parte 3) è stato di investigare se l’immaginazione di anestesia riduca l’ampiezza del riflesso vestibolare e se l’immaginazione di testa ruotata ne cambi il piano preferenziale di oscillazione in modo diverso in Highs e Lows sottoposti a stimolazione galvanica vestibolare trans-mastoidea (Studio 4). Infatti, è noto che il riflesso vestibolare è scarsamente influenzabile dal controllo volontario e che la direzione della sua componente principale varia con la posizione della testa rispetto al tronco. I risultati hanno mostrato come un’elevata capacità immaginativa sia in grado di ridurre l’ampiezza del riflesso vestibolare, sia negli Highs che nei Lows, durante la suggestione di anestesia, mentre è necessaria un’elevata suscettibilità all’ipnosi per cambiare il piano preferenziale di oscillazione durante l’immaginazione di testa ruotata. Questo potrebbe essere dovuto alla maggiore preferenza degli Highs per la modalità di immaginazione somestesica. Nello Studio 5, si è mostrato che gli Highs, ai quali sia stata somministrata la suggestione dolorosa, possono esperire dolore anche in condizioni di veglia e modificare di conseguenza il loro controllo posturale. Quest’ultimo studio è scaturito da studi precedenti che suggerivano che l’immaginazione del dolore fosse sufficiente a suscitarlo solo in Highs ipnotizzati. La Discussione Generale presenta ipotesi su possibili strutture e meccanismi responsabili degli effetti osservati. Complessivamente i risultati indicano che l’ipnotizzabilità è un tratto altamente pervasivo, in grado di modulare non solo l’esperienza, attraverso specifiche suggestioni che la dissocino da ambiente e da stati soggettivi in corso, ma anche funzioni fisiologiche, come l’integrazione sensorimotoria e il controllo autonomico, anche in assenza di suggestioni e procedure di condizionamento e aspettativa. Per questo motivo quindi l’ipnotizzabilità potrebbe diventare un modello per un approccio integrativo avanzato alle scienze cognitive e, inoltre, orientare trial clinici per trattamenti neuro-riabilitativi personalizzati, basati su una specifica stimolazione sensoriale ed un training immaginativo appropriato.

Hypnotic susceptibility and postural control: role of attention and imagery

2010

Abstract

La suscettibilità all’ipnosi è un tratto cognitivo multidimensionale che coinvolge, in particolare, le capacità attenzionali ed immaginative. Risultati precedenti hanno evidenziato differenze nell’integrazione sensorimotoria dipendenti dall’ipnotizzabilità, a livello di riflessi e di controllo posturale, anche in soggetti non ipnotizzati. Poichè il controllo posturale richiede una complessa integrazione sensorimotoria ed è modulato dall’attenzione, uno degli scopi (Parte 2) di questa tesi è stato di investigare gli effetti posturali dell’alterazione sensoriale (Studi 1 e 2) e del carico cognitivo (Studio 3), in soggetti con alti (Highs) e bassi (Lows) valori di ipnotizzabilità. I risultati hanno mostrato che Highs e Lows hanno un diverso set point per il controllo posturale, che gli input visivo e propriocettivo del collo e degli arti inferiori hanno una diversa rilevanza nella integrazione sensorimotoria richiesta e che le diverse risposte di Highs e Lows all’alterazione sensoriale non dipendono dalla disponibilità di risorse attentive. Poichè l’immaginazione ha mostrato un ruolo quasi percettivo negli Highs, l’altro scopo di questa tesi (Parte 3) è stato di investigare se l’immaginazione di anestesia riduca l’ampiezza del riflesso vestibolare e se l’immaginazione di testa ruotata ne cambi il piano preferenziale di oscillazione in modo diverso in Highs e Lows sottoposti a stimolazione galvanica vestibolare trans-mastoidea (Studio 4). Infatti, è noto che il riflesso vestibolare è scarsamente influenzabile dal controllo volontario e che la direzione della sua componente principale varia con la posizione della testa rispetto al tronco. I risultati hanno mostrato come un’elevata capacità immaginativa sia in grado di ridurre l’ampiezza del riflesso vestibolare, sia negli Highs che nei Lows, durante la suggestione di anestesia, mentre è necessaria un’elevata suscettibilità all’ipnosi per cambiare il piano preferenziale di oscillazione durante l’immaginazione di testa ruotata. Questo potrebbe essere dovuto alla maggiore preferenza degli Highs per la modalità di immaginazione somestesica. Nello Studio 5, si è mostrato che gli Highs, ai quali sia stata somministrata la suggestione dolorosa, possono esperire dolore anche in condizioni di veglia e modificare di conseguenza il loro controllo posturale. Quest’ultimo studio è scaturito da studi precedenti che suggerivano che l’immaginazione del dolore fosse sufficiente a suscitarlo solo in Highs ipnotizzati. La Discussione Generale presenta ipotesi su possibili strutture e meccanismi responsabili degli effetti osservati. Complessivamente i risultati indicano che l’ipnotizzabilità è un tratto altamente pervasivo, in grado di modulare non solo l’esperienza, attraverso specifiche suggestioni che la dissocino da ambiente e da stati soggettivi in corso, ma anche funzioni fisiologiche, come l’integrazione sensorimotoria e il controllo autonomico, anche in assenza di suggestioni e procedure di condizionamento e aspettativa. Per questo motivo quindi l’ipnotizzabilità potrebbe diventare un modello per un approccio integrativo avanzato alle scienze cognitive e, inoltre, orientare trial clinici per trattamenti neuro-riabilitativi personalizzati, basati su una specifica stimolazione sensoriale ed un training immaginativo appropriato.
15-mar-2010
Italiano
Santarcangelo, Enrica Laura
Università degli Studi di Pisa
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-154820