In questa dissertazione si presenta una rilettura complessiva della filosofia di M. Heidegger alla luce dell’intuizione fenomenologica e della concettualità indicativo-formale, interpretate utilizzando la nozione di performatività. Dopo un capitolo introduttivo (cap. I), in cui vengono chiariti in modo dettagliato le prospettive ermeneutiche e i problemi delle ricerche, si passa (cap. II) a un’analisi degli scritti di Heidegger risalenti al primo periodo friburghese (1919-1923). Quindi si propone una rilettura delle lezioni marburghesi (cap. III) e di Sein und Zeit (cap. IV). Nel cap. V ci si rivolge agli scritti immediatamente successivi a Sein und Zeit, redatti dal 1927 fino al 1932. In questa parte si mette in luce la fecondità dell’intuizione fenomenologica, della concettualità indicativo-formale e della nozione di performatività anche in rapporto alla riflessione di R. Carnap e di L. Wittgenstein. Nell’ultimo capitolo (cap.VI) si prende in esame la filosofia di Heidegger successiva alla «svolta». Nella conclusione, infine, si offre una panoramica retrospettiva sulle linee di indagine presentate, proponendo in breve anche alcune prospettive di ricerca per sviluppare i risultati conseguiti, senza vincolare questi approfondimenti all’opera di Heidegger, ma, anzi, riferendoli ad altri pensatori contemporanei, anche molto estranei alle prospettive del filosofo tedesco.
Performatività e prassi fenomenologica. Ricerche sull’intuizione fenomenologica e sulla concettualità indicativo-formale in Heidegger
2007
Abstract
In questa dissertazione si presenta una rilettura complessiva della filosofia di M. Heidegger alla luce dell’intuizione fenomenologica e della concettualità indicativo-formale, interpretate utilizzando la nozione di performatività. Dopo un capitolo introduttivo (cap. I), in cui vengono chiariti in modo dettagliato le prospettive ermeneutiche e i problemi delle ricerche, si passa (cap. II) a un’analisi degli scritti di Heidegger risalenti al primo periodo friburghese (1919-1923). Quindi si propone una rilettura delle lezioni marburghesi (cap. III) e di Sein und Zeit (cap. IV). Nel cap. V ci si rivolge agli scritti immediatamente successivi a Sein und Zeit, redatti dal 1927 fino al 1932. In questa parte si mette in luce la fecondità dell’intuizione fenomenologica, della concettualità indicativo-formale e della nozione di performatività anche in rapporto alla riflessione di R. Carnap e di L. Wittgenstein. Nell’ultimo capitolo (cap.VI) si prende in esame la filosofia di Heidegger successiva alla «svolta». Nella conclusione, infine, si offre una panoramica retrospettiva sulle linee di indagine presentate, proponendo in breve anche alcune prospettive di ricerca per sviluppare i risultati conseguiti, senza vincolare questi approfondimenti all’opera di Heidegger, ma, anzi, riferendoli ad altri pensatori contemporanei, anche molto estranei alle prospettive del filosofo tedesco.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/154872
URN:NBN:IT:UNIPI-154872