La tesi si propone di indagare il ruolo giocato dal riferimento alla letteratura e all'arte nelle diverse fasi del pensiero di Michel Foucault. Il testo si sofferma in particolare sul nesso che intercorre tra questi aspetti "estetici" e l'idea di tempo storico sviluppata all'interno della riflessione foucaultiana, alla luce delle diverse declinazioni che in essa assume la questione del "presente". Il lavoro segue l'itinerario di Foucault dagli scritti degli anni Sessanta e dalla centralità in essi riservata alla letteratura come "pensiero del fuori" in grado di registrare un mutamento epocale in corso, fino agli ultimi scritti sull'"estetica dell'esistenza" e ai corsi degli anni Ottanta. Una particolare attenzione è dedicata alle ragioni politiche e teoriche dell'apparente venir meno del riferimento all'arte e alla letteratura negli scritti degli anni Settanta sulla "microfisica del potere" e sulla biopolitica. Nelle conclusioni si cerca di tracciare un parallelo tra le posizioni dell'ultimo Foucault e quelle di Merleau-Ponty e si avanza l'ipotesi che in quest'ultima fase del percorso foucaultiano prenda forma una diversa modalità di intendere la specificità del tempo presente e di regolare i rapporti tra oblio e riferimento al passato, oltre che un confronto teorico con la filosofia di Hegel (mediato dall'insegnamento di Hyppolite) e con Heidegger. Conclude il testo una lettura critica dell'interpretazione dell'opera foucaultiana fornita da Gilles Deleuze.
L'origine di un'assenza. Tempo storico, letteratura, dimensione estetica nel pensiero di Michel Foucault
2007
Abstract
La tesi si propone di indagare il ruolo giocato dal riferimento alla letteratura e all'arte nelle diverse fasi del pensiero di Michel Foucault. Il testo si sofferma in particolare sul nesso che intercorre tra questi aspetti "estetici" e l'idea di tempo storico sviluppata all'interno della riflessione foucaultiana, alla luce delle diverse declinazioni che in essa assume la questione del "presente". Il lavoro segue l'itinerario di Foucault dagli scritti degli anni Sessanta e dalla centralità in essi riservata alla letteratura come "pensiero del fuori" in grado di registrare un mutamento epocale in corso, fino agli ultimi scritti sull'"estetica dell'esistenza" e ai corsi degli anni Ottanta. Una particolare attenzione è dedicata alle ragioni politiche e teoriche dell'apparente venir meno del riferimento all'arte e alla letteratura negli scritti degli anni Settanta sulla "microfisica del potere" e sulla biopolitica. Nelle conclusioni si cerca di tracciare un parallelo tra le posizioni dell'ultimo Foucault e quelle di Merleau-Ponty e si avanza l'ipotesi che in quest'ultima fase del percorso foucaultiano prenda forma una diversa modalità di intendere la specificità del tempo presente e di regolare i rapporti tra oblio e riferimento al passato, oltre che un confronto teorico con la filosofia di Hegel (mediato dall'insegnamento di Hyppolite) e con Heidegger. Conclude il testo una lettura critica dell'interpretazione dell'opera foucaultiana fornita da Gilles Deleuze.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/154877
URN:NBN:IT:UNIPI-154877