Waldo Tobler, with his first law of geography, stated “Everything is related to everything else, but near things are more related than distant things" (Tobler, 1970). If it was certainly true in 1970, this belief is called into question in an era of development of Information and Communication Technologies (ICTs). In the debate over globalization processes, several scholars and journalists argue indeed that, with the increasing speed of telecommunications, physical distance is losing its explanatory power as determinant of socio-economical relationships (Cairncross, 2001; Friedman, 2005). This dissertation aims to give a contribution to this debate, partially answering to the broad question “Does distance still matter?" and to draw possible policy implications. The purpose is to show the role of geographical distance in three different economic environments, characterized by diversified size of the unit of analysis. Results suggest that, even if at a global scale improvements in ICTs have changed the individual perception of the distance as deterrent in interactions, geographical space still maintains its relevance in defining local socio-economic relationships, increasing the role of cities and regions as the core of most of economic activities.

Waldo Tobler, con la sua prima legge della geografia, afferma “Ogni cosa è correlata con qualsiasi altra, ma le cose vicine sono più relazionate di quelle lontane" (Tobler, 1970). Se questo era certamente vero nel 1970, tale convinzione è stata messa in discussione con l’avvento delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT). Nel dibattito riguardo al processo di globalizzazione molti studiosi e giornalisti sostengono infatti che, con la velocizzazione delle telecomunicazioni, la distanza fisica è destinata a perdere il proprio potere esplicativo relativamente a molti fenomeni socio-economici (Cairncross, 2001; Friedman, 2005). Questa dissertazione vuole contribuire al dibattito rispondendo, seppure parzialmente, alla domanda “La distanza importa ancora?” e definire alcune possibili implicazioni di policy. L’obiettivo è quello di mostrare il ruolo della distanza geografica in tre diversi contesti economici caratterizzati da differenti dimensioni dell’unità di analisi. I risultati suggeriscono che, anche se su scala globale lo sviluppo delle nuove tecnologie ha modificato la percezione individuale della distanza come deterrente alle interazioni, lo spazio geografico mantiene ancora la sua rilevanza del definire le relazioni socio-economiche locali, aumentando il ruolo di città e regioni quali centri della maggioranza delle attività economiche.

DISTANCE MATTERS: THREE ESSAYS IN SPATIAL ECONOMIC ANALYSIS

Calegari, Elena
2016

Abstract

Waldo Tobler, with his first law of geography, stated “Everything is related to everything else, but near things are more related than distant things" (Tobler, 1970). If it was certainly true in 1970, this belief is called into question in an era of development of Information and Communication Technologies (ICTs). In the debate over globalization processes, several scholars and journalists argue indeed that, with the increasing speed of telecommunications, physical distance is losing its explanatory power as determinant of socio-economical relationships (Cairncross, 2001; Friedman, 2005). This dissertation aims to give a contribution to this debate, partially answering to the broad question “Does distance still matter?" and to draw possible policy implications. The purpose is to show the role of geographical distance in three different economic environments, characterized by diversified size of the unit of analysis. Results suggest that, even if at a global scale improvements in ICTs have changed the individual perception of the distance as deterrent in interactions, geographical space still maintains its relevance in defining local socio-economic relationships, increasing the role of cities and regions as the core of most of economic activities.
27-mag-2016
Inglese
Waldo Tobler, con la sua prima legge della geografia, afferma “Ogni cosa è correlata con qualsiasi altra, ma le cose vicine sono più relazionate di quelle lontane" (Tobler, 1970). Se questo era certamente vero nel 1970, tale convinzione è stata messa in discussione con l’avvento delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT). Nel dibattito riguardo al processo di globalizzazione molti studiosi e giornalisti sostengono infatti che, con la velocizzazione delle telecomunicazioni, la distanza fisica è destinata a perdere il proprio potere esplicativo relativamente a molti fenomeni socio-economici (Cairncross, 2001; Friedman, 2005). Questa dissertazione vuole contribuire al dibattito rispondendo, seppure parzialmente, alla domanda “La distanza importa ancora?” e definire alcune possibili implicazioni di policy. L’obiettivo è quello di mostrare il ruolo della distanza geografica in tre diversi contesti economici caratterizzati da differenti dimensioni dell’unità di analisi. I risultati suggeriscono che, anche se su scala globale lo sviluppo delle nuove tecnologie ha modificato la percezione individuale della distanza come deterrente alle interazioni, lo spazio geografico mantiene ancora la sua rilevanza del definire le relazioni socio-economiche locali, aumentando il ruolo di città e regioni quali centri della maggioranza delle attività economiche.
Analisi Spaziale, Econometria Spaziale, Modelli di Interazione Spaziale, Pendolarismo, Spatial Analysis, Spatial Econometrics, Spatial Interaction Models, Commuting
Campiglio, Luigi Pierfranco
Università Cattolica del Sacro Cuore
Milano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/160510
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNICATT-160510