La ricerca che segue opera attraverso una cartografia di pratiche progettuale e costellazioni artistiche e coreografie, dagli anni Settanta ad oggi, che si interrogano sulle possibilità dell’abitare in tempi di catastrofi. Al moltiplicarsi delle catastrofi atmosferiche e sociali e della marginalizzazione dei soggetti, si addensano modi in cui i corpi entrano in relazione non solo con gli altri corpi, ma anche con oggetti, architetture, infrastrutture, elementi dell’atmosfera che si rendono leggibili in modi specifici. Il contributo delle prospettive e pratiche femministe e queer sull’abitare è stato fondante nel tracciare modi d’organizzazione di un nuovo tipo di realtà. Tali prospettive hanno reso possibile aprire un’indagine su come la performatività dei corpi, (attraverso le pratiche artistiche del performativo e i modi di organizzazione) e gli spazi dell’architettura, nel compostarsi in un sistema di relazioni complesse, problematizzino il concetto di abitabilità costruendo parallelamente nuove spazi per l’abitare. L’analisi si dispiega da diverse latitudini geografiche e temporali passando per città e pratiche artistiche (inserite dentro sistemi di organizzazione di cui queste pratiche parlano) dei Caraibi, Nord America, e Gran Bretagna, e prende in esame spazi effimeri prodotti da atti che negoziano e resistono alle strutture di potere che lavorano a favore del loro sradicamento. Tali sperimentazioni ci indicano tecnologie di soggettivazioni, modi di produzione e aprono a spazi (più) sicuri. Sono forme di relazioni che istituiscono zone di organizzazione micropolitica, che generano estetiche apparentemente fuori posto, fuori tempo, non appropriate ai modi di produzione capitalistica, alle temporalità neoliberali e per tali ragioni estremamente adatte a far fronte alla temporalità e alla spazialità dell’epidemia. Questa ricerca si inserisce nella teoria femminista e queer della performance e si sviluppa attraverso la raccolta di prospettive e teorie che le culture del progetto e gli studi culturali.
Coreografie dell’abitare. Performatività, spazio, catastrofi e corporeità femministe e cüir
DA SOLLER, ROBERTA
2024
Abstract
La ricerca che segue opera attraverso una cartografia di pratiche progettuale e costellazioni artistiche e coreografie, dagli anni Settanta ad oggi, che si interrogano sulle possibilità dell’abitare in tempi di catastrofi. Al moltiplicarsi delle catastrofi atmosferiche e sociali e della marginalizzazione dei soggetti, si addensano modi in cui i corpi entrano in relazione non solo con gli altri corpi, ma anche con oggetti, architetture, infrastrutture, elementi dell’atmosfera che si rendono leggibili in modi specifici. Il contributo delle prospettive e pratiche femministe e queer sull’abitare è stato fondante nel tracciare modi d’organizzazione di un nuovo tipo di realtà. Tali prospettive hanno reso possibile aprire un’indagine su come la performatività dei corpi, (attraverso le pratiche artistiche del performativo e i modi di organizzazione) e gli spazi dell’architettura, nel compostarsi in un sistema di relazioni complesse, problematizzino il concetto di abitabilità costruendo parallelamente nuove spazi per l’abitare. L’analisi si dispiega da diverse latitudini geografiche e temporali passando per città e pratiche artistiche (inserite dentro sistemi di organizzazione di cui queste pratiche parlano) dei Caraibi, Nord America, e Gran Bretagna, e prende in esame spazi effimeri prodotti da atti che negoziano e resistono alle strutture di potere che lavorano a favore del loro sradicamento. Tali sperimentazioni ci indicano tecnologie di soggettivazioni, modi di produzione e aprono a spazi (più) sicuri. Sono forme di relazioni che istituiscono zone di organizzazione micropolitica, che generano estetiche apparentemente fuori posto, fuori tempo, non appropriate ai modi di produzione capitalistica, alle temporalità neoliberali e per tali ragioni estremamente adatte a far fronte alla temporalità e alla spazialità dell’epidemia. Questa ricerca si inserisce nella teoria femminista e queer della performance e si sviluppa attraverso la raccolta di prospettive e teorie che le culture del progetto e gli studi culturali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/164263
URN:NBN:IT:IUAV-164263