La tesi analizza e approfondisce l’influenza delle tecnologie digitali nella danza contemporanea, domandandosi quali siano gli apporti del design dell’interazione in questo ambito. I cambiamenti subiti dalla danza negli ultimi anni, infatti, hanno dimostrato come il movimento del danzatore possa venire ricostruito e reinterpretato attraverso le tecnologie digitali. Si assiste alla produzione di artefatti e dispositivi digitali (CD, DVD, siti web, intelligenze artificiali) che hanno ampliato i confini della danza. Tali artefatti vengono qui definiti come dispositivi coreografici: non sono sostituti della danza dal vivo ma il prodotto di una pratica interdisciplinare e collaborativa che mira a visualizzare, comprendere e trasmettere il progetto coreografico. I casi studio scelti sono analizzati non tanto per la loro ricaduta estetica quanto per le modalità secondo cui sono progettati i supporti, enfatizzandone gli elementi di rottura (cap. 1). Attraverso un approccio speculativo che incorpora esperienze pratiche, analizzando i dispositivi e intervistando i protagonisti, e prospettive teoriche, avvalendosi di studi che hanno enfatizzato la collaborazione tra danza e design dell’interazione, emerge chiara l’idea che è il sistema collaborativo a dare forma al progetto, modellando il prodotto finito. Se i dispositivi coreografici sono il frutto di uno scambio di conoscenze tra professionalità diverse, vengono presi in considerazione i nuovi ruoli assunti dal danzatore e dal coreografo, in relazione alle tecnologie in uso (cap. 2). Viene così introdotta la figura del progettista dell’interazione, inteso come designer dramaturg attorno cui ruotano le continue negoziazioni tra dimensione corporea e possibilità tecnologiche. Vengono, dunque, astratti alcuni principi progettuali, tanto per comprendere l’idea di performatività in relazione alle tecnologie digitali, quanto per posizionare il designer dell’interazione nell’orizzonte delle pratiche performative contemporanee (cap. 3). Tale operazione permette di affermare che lo sviluppo dei dispositivi coreografici produce conoscenze che possono essere trasposte al di fuori del settore performativo. Il corpo viene riconosciuto non in quanto soggetto, ma materia della sperimentazione tecnologica: la pratica della danza diviene un luogo di collaborazione nel quale sperimentare e ripensare le interazioni con gli oggetti della vita quotidiana.
Design e tecnologie digitali per la danza. Dispositivi di progettazione coreografica del movimento.
PERESSINI, GIOELE
2020
Abstract
La tesi analizza e approfondisce l’influenza delle tecnologie digitali nella danza contemporanea, domandandosi quali siano gli apporti del design dell’interazione in questo ambito. I cambiamenti subiti dalla danza negli ultimi anni, infatti, hanno dimostrato come il movimento del danzatore possa venire ricostruito e reinterpretato attraverso le tecnologie digitali. Si assiste alla produzione di artefatti e dispositivi digitali (CD, DVD, siti web, intelligenze artificiali) che hanno ampliato i confini della danza. Tali artefatti vengono qui definiti come dispositivi coreografici: non sono sostituti della danza dal vivo ma il prodotto di una pratica interdisciplinare e collaborativa che mira a visualizzare, comprendere e trasmettere il progetto coreografico. I casi studio scelti sono analizzati non tanto per la loro ricaduta estetica quanto per le modalità secondo cui sono progettati i supporti, enfatizzandone gli elementi di rottura (cap. 1). Attraverso un approccio speculativo che incorpora esperienze pratiche, analizzando i dispositivi e intervistando i protagonisti, e prospettive teoriche, avvalendosi di studi che hanno enfatizzato la collaborazione tra danza e design dell’interazione, emerge chiara l’idea che è il sistema collaborativo a dare forma al progetto, modellando il prodotto finito. Se i dispositivi coreografici sono il frutto di uno scambio di conoscenze tra professionalità diverse, vengono presi in considerazione i nuovi ruoli assunti dal danzatore e dal coreografo, in relazione alle tecnologie in uso (cap. 2). Viene così introdotta la figura del progettista dell’interazione, inteso come designer dramaturg attorno cui ruotano le continue negoziazioni tra dimensione corporea e possibilità tecnologiche. Vengono, dunque, astratti alcuni principi progettuali, tanto per comprendere l’idea di performatività in relazione alle tecnologie digitali, quanto per posizionare il designer dell’interazione nell’orizzonte delle pratiche performative contemporanee (cap. 3). Tale operazione permette di affermare che lo sviluppo dei dispositivi coreografici produce conoscenze che possono essere trasposte al di fuori del settore performativo. Il corpo viene riconosciuto non in quanto soggetto, ma materia della sperimentazione tecnologica: la pratica della danza diviene un luogo di collaborazione nel quale sperimentare e ripensare le interazioni con gli oggetti della vita quotidiana.File | Dimensione | Formato | |
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Gioele Peressini_Tesi dottorato_Design e tecnologie digitali per la danza_XXXII_IUAV_Aprile.pdf
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/165147
URN:NBN:IT:IUAV-165147