La tesi indaga attraverso l’opera di tre autori classici del riformismo agrario italiano – Simonde de Sismondi, Carlo Cattaneo, Emilio Sereni – una specifica forma di racconto geografico agrario del territorio. Un racconto declinato, nei tre autori, in tre differenti stili di analisi che condividono una centralità dell’approccio morfologico: la lettura elementarista e sistemica di Sismondi, la lettura stratigrafica di Cattaneo, lo sguardo paesaggistico e strutturalista di Sereni. La tesi decostruisce queste tre strategie analitiche e discorsive rintracciando in esse una medesima ipotesi di ricerca: indagare nelle forme della costruzione materiale e sociale del territorio il dispiegarsi di un determinato paradigma economico politico di sviluppo delle campagne. Paradigmi, ancora oggi centrali nel progetto e nella riflessione sullo sviluppo rurale, che i tre autori contribuiscono in maniera determinante a codificare attraverso la loro lettura ravvicinata di tre laboratori regionali: Toscana, Lombardia, Emilia. Accanto a questa marcata capacità di lettura delle forme della costruzione materiale e sociale dello spazio, emerge in questa tradizione analitica una specifica tensione alla figurazione in grado di produrre pervasive immagini della ruralità. Uno sforzo visivo che contribuisce a riflettere e veicolare precisi valori e temi ideologici agganciati al pensiero economico politico dei tre autori e conferisce una dimensione progettuale alla loro lettura territoriale. Un asse di questi racconti che la tesi indaga attraverso una analogia con la tradizione pittorica coeva decostruendo tre potenti e paradigmatiche immagini della ruralità – pervasive anche al di fuori della cultura italiana – che possono essere lette come fondative di una genealogia, tutta interna alla tradizione del riformismo agrario, della spessa iconografia del paesaggio agrario italiano. La tesi avanza infine alcune conclusioni circa l’attualità di questa caratteristica forma del racconto di territorio mettendola a confronto con le due opposte narrazioni che alimentano oggi la riflessione intorno alla transizione ecologica delle tecnologie e dei sistemi agrari: da un lato, una nuova ruralità contadina che recupera e aggiorna tecniche colturali e paesaggi storici, dall’altro lato, una inedita modernità ecologica che integra sviluppo tecnologico intensivo ed estesa rinaturalizzazione. Emerge in questo confronto una rimozione profonda di quella capacità del riformismo agrario di leggere nella materialità e spazialità di un determinato sistema agrario, nei rapporti sociali che ne governano la costruzione e riproduzione, nella dialettica storica e conflittuale di cui è esito, un complesso progetto insieme tecnologico, sociale ed estetico.
Il paesaggio agrario italiano. Tecnologia e racconto
FILIPPI, LUCA
2020
Abstract
La tesi indaga attraverso l’opera di tre autori classici del riformismo agrario italiano – Simonde de Sismondi, Carlo Cattaneo, Emilio Sereni – una specifica forma di racconto geografico agrario del territorio. Un racconto declinato, nei tre autori, in tre differenti stili di analisi che condividono una centralità dell’approccio morfologico: la lettura elementarista e sistemica di Sismondi, la lettura stratigrafica di Cattaneo, lo sguardo paesaggistico e strutturalista di Sereni. La tesi decostruisce queste tre strategie analitiche e discorsive rintracciando in esse una medesima ipotesi di ricerca: indagare nelle forme della costruzione materiale e sociale del territorio il dispiegarsi di un determinato paradigma economico politico di sviluppo delle campagne. Paradigmi, ancora oggi centrali nel progetto e nella riflessione sullo sviluppo rurale, che i tre autori contribuiscono in maniera determinante a codificare attraverso la loro lettura ravvicinata di tre laboratori regionali: Toscana, Lombardia, Emilia. Accanto a questa marcata capacità di lettura delle forme della costruzione materiale e sociale dello spazio, emerge in questa tradizione analitica una specifica tensione alla figurazione in grado di produrre pervasive immagini della ruralità. Uno sforzo visivo che contribuisce a riflettere e veicolare precisi valori e temi ideologici agganciati al pensiero economico politico dei tre autori e conferisce una dimensione progettuale alla loro lettura territoriale. Un asse di questi racconti che la tesi indaga attraverso una analogia con la tradizione pittorica coeva decostruendo tre potenti e paradigmatiche immagini della ruralità – pervasive anche al di fuori della cultura italiana – che possono essere lette come fondative di una genealogia, tutta interna alla tradizione del riformismo agrario, della spessa iconografia del paesaggio agrario italiano. La tesi avanza infine alcune conclusioni circa l’attualità di questa caratteristica forma del racconto di territorio mettendola a confronto con le due opposte narrazioni che alimentano oggi la riflessione intorno alla transizione ecologica delle tecnologie e dei sistemi agrari: da un lato, una nuova ruralità contadina che recupera e aggiorna tecniche colturali e paesaggi storici, dall’altro lato, una inedita modernità ecologica che integra sviluppo tecnologico intensivo ed estesa rinaturalizzazione. Emerge in questo confronto una rimozione profonda di quella capacità del riformismo agrario di leggere nella materialità e spazialità di un determinato sistema agrario, nei rapporti sociali che ne governano la costruzione e riproduzione, nella dialettica storica e conflittuale di cui è esito, un complesso progetto insieme tecnologico, sociale ed estetico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/165148
URN:NBN:IT:IUAV-165148