Lungo il percorso della ricerca più volte è stato posto un quesito: “Perché quando ci confrontiamo e ci riferiamo ad un asse ci intendiamo?” Gli scritti di Le Corbusier aiutano ad iniziare una riflessione a riguardo: “L’asse è forse la prima manifestazione umana, è il mezzo di ogni atto umano. Il bambino titubante cerca l’asse, l’uomo che lotta nella tempesta della vita si traccia un asse. L’asse è ciò che mette ordine nell’architettura. Fare ordine significa cominciare un’opera. L’architettura si basa su assi. […] L’asse è una linea che conduce verso un fine. In architettura occorre un fine per l’asse.” (LE CORBUSIER, Verso una architettura, a cura di P. Cerri e P. Nicolin, Longanesi, Milano, 2003, p. 151) Il maestro, in un primo momento, nella generalità, individuando l’asse come prima manifestazione umana, ne dichiara la semplicità, semplicità diretta che riguarda tutti. Intende la semplicità dell’asse nell’attività umana non come atto banale, ma come prima maniera che utilizziamo per manifestare una scelta, quindi una precisa espressione d’intenti. Riferendosi in seguito all’architettura introduce i concetti di ordine e di fine, i quali conducono alle questioni maggiormente strutturanti della tesi e riguardano la riconoscibilità dell’asse all’interno della struttura urbana. Storicamente, fin dalle esperienze dell’architettura urbana classica e giungendo alla pianificazione moderna del XX secolo, l’asse urbano è uno degli elementi che, in modi differenti, organizza le relazioni tra i soggetti urbani che costruiscono la città. Indagando proprio sui concetti di ordine e di fine all’interno della tesi si studia il ruolo che l’asse può assumere; soffermandosi principalmente sull’eventualità che una composizione assiale possa non assolvere semplicemente al ruolo di strumento organizzativo della urbs, ma che possa essere un elemento rilevante, protagonista, nella definizione della civitas urbana. La struttura della ricerca è composta di tre parti. La prima, necessaria per dare specificità alla ricerca, è riservata a Tirana. Il caso studio rappresenta lo strumento con cui misurare gli argomenti della tesi e la scelta della giovane capitale albanese pare particolarmente adeguata proprio per lo sviluppo urbano che la caratterizza; al momento dell’investitura a città capitale, Tirana presenta i caratteri del villaggio commerciale ottomano, e proprio il progetto dell’asse nord-sud scandisce il passaggio dal villaggio alla città. Questa parte iniziale affronta nei primi paragrafi il processo di definizione del sistema assiale tra la metà degli anni ‘20 e gli inizi degli anni ‘40, guidato dagli architetti italiani Armando Brasini, Florestano Di Fausto ed infine Gherardo Bosio. Nei restanti paragrafi, studiando nello specifico le singole parti che lo compongono, viene invece analizzata l’effettiva costruzione dell’asse che riguarderà anche la seconda metà del XX secolo, periodo del regime comunista. Il metodo di indagine è basato su disegno, ridisegno e modellazione – fondati su ricerche bibliografiche e d’archivio – quali strumenti di analisi al fine di ricostruire il contesto culturale, le condizioni e le ragioni che hanno condotto alla formazione dell’asse nord-sud. La seconda parte della ricerca è composta di capitoli autonomi nei quali, attraverso lo studio di sistemi assiali appartenenti ad esperienze urbane antiche e moderne, vengono affrontante tematiche singole che permettono di approfondire le questioni riguardanti le variazioni identitarie degli assi urbani e la definizione delle strutture assiali. Nella parte conclusiva l’obiettivo è verificare alcune delle argomentazioni della tesi attraverso la presentazione del progetto “Berlin’s Backbone” sviluppato internamente al seminario progettuale “Berlin City West.
L'ordine dell'asse nella costruzione della città. L'esempio di Tirana, nuova capitale d'Albania
CUKAJ, MARVIN
2021
Abstract
Lungo il percorso della ricerca più volte è stato posto un quesito: “Perché quando ci confrontiamo e ci riferiamo ad un asse ci intendiamo?” Gli scritti di Le Corbusier aiutano ad iniziare una riflessione a riguardo: “L’asse è forse la prima manifestazione umana, è il mezzo di ogni atto umano. Il bambino titubante cerca l’asse, l’uomo che lotta nella tempesta della vita si traccia un asse. L’asse è ciò che mette ordine nell’architettura. Fare ordine significa cominciare un’opera. L’architettura si basa su assi. […] L’asse è una linea che conduce verso un fine. In architettura occorre un fine per l’asse.” (LE CORBUSIER, Verso una architettura, a cura di P. Cerri e P. Nicolin, Longanesi, Milano, 2003, p. 151) Il maestro, in un primo momento, nella generalità, individuando l’asse come prima manifestazione umana, ne dichiara la semplicità, semplicità diretta che riguarda tutti. Intende la semplicità dell’asse nell’attività umana non come atto banale, ma come prima maniera che utilizziamo per manifestare una scelta, quindi una precisa espressione d’intenti. Riferendosi in seguito all’architettura introduce i concetti di ordine e di fine, i quali conducono alle questioni maggiormente strutturanti della tesi e riguardano la riconoscibilità dell’asse all’interno della struttura urbana. Storicamente, fin dalle esperienze dell’architettura urbana classica e giungendo alla pianificazione moderna del XX secolo, l’asse urbano è uno degli elementi che, in modi differenti, organizza le relazioni tra i soggetti urbani che costruiscono la città. Indagando proprio sui concetti di ordine e di fine all’interno della tesi si studia il ruolo che l’asse può assumere; soffermandosi principalmente sull’eventualità che una composizione assiale possa non assolvere semplicemente al ruolo di strumento organizzativo della urbs, ma che possa essere un elemento rilevante, protagonista, nella definizione della civitas urbana. La struttura della ricerca è composta di tre parti. La prima, necessaria per dare specificità alla ricerca, è riservata a Tirana. Il caso studio rappresenta lo strumento con cui misurare gli argomenti della tesi e la scelta della giovane capitale albanese pare particolarmente adeguata proprio per lo sviluppo urbano che la caratterizza; al momento dell’investitura a città capitale, Tirana presenta i caratteri del villaggio commerciale ottomano, e proprio il progetto dell’asse nord-sud scandisce il passaggio dal villaggio alla città. Questa parte iniziale affronta nei primi paragrafi il processo di definizione del sistema assiale tra la metà degli anni ‘20 e gli inizi degli anni ‘40, guidato dagli architetti italiani Armando Brasini, Florestano Di Fausto ed infine Gherardo Bosio. Nei restanti paragrafi, studiando nello specifico le singole parti che lo compongono, viene invece analizzata l’effettiva costruzione dell’asse che riguarderà anche la seconda metà del XX secolo, periodo del regime comunista. Il metodo di indagine è basato su disegno, ridisegno e modellazione – fondati su ricerche bibliografiche e d’archivio – quali strumenti di analisi al fine di ricostruire il contesto culturale, le condizioni e le ragioni che hanno condotto alla formazione dell’asse nord-sud. La seconda parte della ricerca è composta di capitoli autonomi nei quali, attraverso lo studio di sistemi assiali appartenenti ad esperienze urbane antiche e moderne, vengono affrontante tematiche singole che permettono di approfondire le questioni riguardanti le variazioni identitarie degli assi urbani e la definizione delle strutture assiali. Nella parte conclusiva l’obiettivo è verificare alcune delle argomentazioni della tesi attraverso la presentazione del progetto “Berlin’s Backbone” sviluppato internamente al seminario progettuale “Berlin City West.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/165160
URN:NBN:IT:IUAV-165160