Sulle relazioni tra Erasmo, il diritto e la cultura giuridica della prima età moderna esistono pochi e circoscritti contribuiti in ambito storico-giuridico. Alcune nuove ricerche, e tra queste un ricco e documentato saggio di Rafael Ramis Barceló che indaga la presenza dell’umanista olandese in un’ampia selezione di pubblicazioni giuridiche del secolo XVI, si sono aggiunte di recente ai risalenti studi di Bernard Hermesdorf e alle pionieristiche riflessioni di Guido Kisch. La presente ricerca studia il rilievo assunto delle opere del grande umanista olandese nelle riflessioni dei giuristi tra Cinque e Seicento, in un momento di crisi nella storia europea, durante il quale si assistette alla transizione dall’età intermedia, nel suo carattere unitario e nella sua aspirazione all’universalismo, alla turbolenta stagione delle guerre di religione e della frammentazione giuridica e politica. L’indagine prende le mosse da alcune opere, poco conosciute e sulle quali non sono ancora state effettuate ricerche approfondite, che testimoniano l’influenza di Erasmo in una parte minoritaria, ma autorevole, della cultura giuridica europea più sensibile al problema della concordia, della pace politica e della tolleranza religiosa: l’Epistola contra vitam monasticam del giurista umanista Andrea Alciato (c. 1519); il Syllabus synodorum et colloquiorum del diplomatico francese Jean Hotman (1607; 1628; 1629); la Synopsis sive medulla in sex libr. Iohan. Bodini (1635 e 1645) e le Diae Pacis et concordiae efflagitationes (1642) del giurista e teologo luterano Johann Angelius Werdenhagen. I primi tre capitoli sono dedicati ad Alciato. Il suo trattato contro la vita monastica, oltre a costituire un punto di vista privilegiato per studiare l’influenza del pensiero di Erasmo sulla cultura giuridica europea del suo tempo, è tra i più autorevoli prodotti del dibattito dottrinale, incentrato sulla riforma morale della Chiesa, che nel corso del Cinquecento coinvolse attivamente anche gli uomini di diritto. Il quarto capitolo muove da un’indagine sui tentativi irenici di Erasmo agli esordi della Riforma. L’esposizione presenta uno studio sulla recezione delle sue idee nel dibattito religioso della Francia di fine Cinquecento, soffermandosi sul profilo di Hotman e sulla sua bibliografia irenica. Il capitolo conclusivo, il quinto, è incentrato sulla figura di Werdenhagen, che a inizio Seicento fu tra i più appassionati sostenitori degli appelli erasmiani alla pace politica e alla tolleranza religiosa, e al suo atteggiamento di fronte alla guerra e al diritto di guerra.

Proles erasmiana. Erasmo nella cultura giuridica europea tra Cinque e Seicento

Dore, Lorenzo
2024

Abstract

Sulle relazioni tra Erasmo, il diritto e la cultura giuridica della prima età moderna esistono pochi e circoscritti contribuiti in ambito storico-giuridico. Alcune nuove ricerche, e tra queste un ricco e documentato saggio di Rafael Ramis Barceló che indaga la presenza dell’umanista olandese in un’ampia selezione di pubblicazioni giuridiche del secolo XVI, si sono aggiunte di recente ai risalenti studi di Bernard Hermesdorf e alle pionieristiche riflessioni di Guido Kisch. La presente ricerca studia il rilievo assunto delle opere del grande umanista olandese nelle riflessioni dei giuristi tra Cinque e Seicento, in un momento di crisi nella storia europea, durante il quale si assistette alla transizione dall’età intermedia, nel suo carattere unitario e nella sua aspirazione all’universalismo, alla turbolenta stagione delle guerre di religione e della frammentazione giuridica e politica. L’indagine prende le mosse da alcune opere, poco conosciute e sulle quali non sono ancora state effettuate ricerche approfondite, che testimoniano l’influenza di Erasmo in una parte minoritaria, ma autorevole, della cultura giuridica europea più sensibile al problema della concordia, della pace politica e della tolleranza religiosa: l’Epistola contra vitam monasticam del giurista umanista Andrea Alciato (c. 1519); il Syllabus synodorum et colloquiorum del diplomatico francese Jean Hotman (1607; 1628; 1629); la Synopsis sive medulla in sex libr. Iohan. Bodini (1635 e 1645) e le Diae Pacis et concordiae efflagitationes (1642) del giurista e teologo luterano Johann Angelius Werdenhagen. I primi tre capitoli sono dedicati ad Alciato. Il suo trattato contro la vita monastica, oltre a costituire un punto di vista privilegiato per studiare l’influenza del pensiero di Erasmo sulla cultura giuridica europea del suo tempo, è tra i più autorevoli prodotti del dibattito dottrinale, incentrato sulla riforma morale della Chiesa, che nel corso del Cinquecento coinvolse attivamente anche gli uomini di diritto. Il quarto capitolo muove da un’indagine sui tentativi irenici di Erasmo agli esordi della Riforma. L’esposizione presenta uno studio sulla recezione delle sue idee nel dibattito religioso della Francia di fine Cinquecento, soffermandosi sul profilo di Hotman e sulla sua bibliografia irenica. Il capitolo conclusivo, il quinto, è incentrato sulla figura di Werdenhagen, che a inizio Seicento fu tra i più appassionati sostenitori degli appelli erasmiani alla pace politica e alla tolleranza religiosa, e al suo atteggiamento di fronte alla guerra e al diritto di guerra.
18-ott-2024
Italiano
Bianchin, Lucia
Università degli studi di Trento
TRENTO
237
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/165606
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITN-165606