La tesi affronta il caso studio del progetto per le dighe Jato e Garcia richieste dalla popolazione in un processo promosso da Danilo Dolci e dai Centri Studi e Iniziative per la Piena Occupazione, nel contesto della Sicilia occidentale degli anni Cinquanta e Sessanta. Dolci coinvolge direttamente le popolazioni locali in un progetto partecipato, definito pianificazione dal basso, per richiedere le grandi infrastrutture idriche alle autorità, allo scopo di ottenere l’accesso democratico all’acqua come motore di sviluppo in una zona arida ed estremamente depressa. Queste condizioni di siccità e di arretratezza economica non solo risultano già diffuse allo stato attuale nel contesto del bacino Mediterraneo e in numerose aree del mondo, ma potrebbero estendersi notevolmente nello scenario di crisi dovuta ai cambiamenti climatici. Le aree marginali o depresse saranno esposte ai maggiori rischi idrologici, in quanto prive di risorse economiche per affrontare la crisi idrica che si verificherà, secondo i più accreditati scenari, intorno al 2050. La tesi propone una ricostruzione organica dell’esperienza in Sicilia occidentale, ricomponendo in un unico processo le vicende delle dighe Jato e Garcia e indagandone le ricadute trasformative sul paesaggio dal progetto a oggi. L’obiettivo è di mostrare come il caso del progetto dal basso per le dighe del Belice risulti un esempio riuscito di avvio di uno sviluppo locale autonomo su base partecipativa, a partire da un’infrastrutturazione idraulica a grande scala pianificata insieme alla popolazione. Per questa ragione, l’analisi del caso studio può contribuire ad arricchire il campo delle soluzioni sostenibili per le modalità di intervento in zone aride arretrate. La ricerca ricostruisce i metodi e l’evoluzione del processo di pianificazione organica dal basso di Dolci e dei Centri Studi, allo scopo di individuare strumenti e strategie potenzialmente applicabili in contesti fragili caratterizzati da condizioni simili alla sub-regione di intervento, mettendo in luce l’evoluzione e il valore di un percorso partecipato originale nella cultura urbanistica italiana degli anni Cinquanta-Sessanta.

Le dighe del Belice. L'acqua e la pianificazione organica

ASMUNDO, GIOVANNI
2021

Abstract

La tesi affronta il caso studio del progetto per le dighe Jato e Garcia richieste dalla popolazione in un processo promosso da Danilo Dolci e dai Centri Studi e Iniziative per la Piena Occupazione, nel contesto della Sicilia occidentale degli anni Cinquanta e Sessanta. Dolci coinvolge direttamente le popolazioni locali in un progetto partecipato, definito pianificazione dal basso, per richiedere le grandi infrastrutture idriche alle autorità, allo scopo di ottenere l’accesso democratico all’acqua come motore di sviluppo in una zona arida ed estremamente depressa. Queste condizioni di siccità e di arretratezza economica non solo risultano già diffuse allo stato attuale nel contesto del bacino Mediterraneo e in numerose aree del mondo, ma potrebbero estendersi notevolmente nello scenario di crisi dovuta ai cambiamenti climatici. Le aree marginali o depresse saranno esposte ai maggiori rischi idrologici, in quanto prive di risorse economiche per affrontare la crisi idrica che si verificherà, secondo i più accreditati scenari, intorno al 2050. La tesi propone una ricostruzione organica dell’esperienza in Sicilia occidentale, ricomponendo in un unico processo le vicende delle dighe Jato e Garcia e indagandone le ricadute trasformative sul paesaggio dal progetto a oggi. L’obiettivo è di mostrare come il caso del progetto dal basso per le dighe del Belice risulti un esempio riuscito di avvio di uno sviluppo locale autonomo su base partecipativa, a partire da un’infrastrutturazione idraulica a grande scala pianificata insieme alla popolazione. Per questa ragione, l’analisi del caso studio può contribuire ad arricchire il campo delle soluzioni sostenibili per le modalità di intervento in zone aride arretrate. La ricerca ricostruisce i metodi e l’evoluzione del processo di pianificazione organica dal basso di Dolci e dei Centri Studi, allo scopo di individuare strumenti e strategie potenzialmente applicabili in contesti fragili caratterizzati da condizioni simili alla sub-regione di intervento, mettendo in luce l’evoluzione e il valore di un percorso partecipato originale nella cultura urbanistica italiana degli anni Cinquanta-Sessanta.
10-mag-2021
Italiano
dighe; scarsità d'acqua; piano dal basso; partecipazione; Danilo Dolci
ALBRECHT, BENNO
Università IUAV di Venezia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/166370
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:IUAV-166370