The lagoon of Goro (Po River Delta, Italy) is a major European site for the practice of clam farming, which is focused on the monocultural exploitation of the Manila clam (Ruditapes Philippinarum). Following the first experimental ‘sowing’ in 1986, the communities of Goro and Gorino have given up centuries-old fishing traditions, embracing an ecological and cultural revolution that has been locally framed as an unexpected rebirth – a golden age directly bound to ideologies of modernity, progress, and wealth, which the Manila clam has come to represent as a cultural totem. However, in the last two decades, the climate crisis has emerged in the Po River Delta through a series of accelerated environmental changes that have repeatedly disrupted the local ecologies. More specifically, the Anthropocene of the Goro lagoon has been enacted by environmental and biosocial phenomena that have exposed the many vulnerabilities of the clam farming extractive infrastructure: the exacerbation of atmospheric and marine events, together with the uncontrollable proliferation of macroalgae and allochthonous species, have made it increasingly difficult to practice the farming activities. This work deals with the cultural crisis triggered by the accelerated metamorphosis of the local environmental relationality. Furthermore, it explores the forms of social uncertainty directly linked to the idea of the end of time – the anthropocentric and monofocalised temporality of clam farming. The ethnography adopts a multispecies perspective which is attentive to the agency of non-human subjects. Thus, the analysis delves into the sociocultural implications of this conjuncture and investigates its techno-ecological contradictions, the politics of its becoming, as well as the social expectations shaped by the technocratic logics directed by local experts. Finally, local representations of the crisis are traced back to a limit of the imagination, which is deeply connected to the consequences of Naturalism as a paradigm of modernity—a critical topic that has been addressed by the Anthropology of/in climate change with transdisciplinary perspectives to which this work aims to contribute.

La laguna di Goro, nel Delta del Po, è uno dei maggiori siti europei per la pratica della venericoltura, vale a dire l’allevamento monocolturale della vongola filippina (Ruditapes Philippinarum). In seguito alla prima “semina” sperimentale del 1986, le comunità di Goro e Gorino hanno abbandonato le antiche tradizioni di pesca, abbracciando una rivoluzione ecologica e culturale che è stata interpretata localmente come una vera e propria rinascita – un’età dell’oro connessa alle ideologie della modernità, del progresso e del benessere, di cui la vongola filippina è divenuta l’emblema totemico. Negli ultimi due decenni, tuttavia, la crisi climatica si è imposta nel Delta padano attraverso una serie di cambiamenti ambientali accelerati che hanno innescato la disarticolazione delle ecologie locali. Più nello specifico, l’Antropocene della laguna di Goro si è espresso nei termini di fenomeni ambientali e biosociali che hanno esposto la fragilità dell’infrastruttura estrattiva della venericoltura; in tal senso, l’inasprimento dei fenomeni atmosferici e marini, insieme alla proliferazione incontrollabile di macroalghe e specie alloctone, hanno reso sempre più difficoltoso praticare l’allevamento della vongola filippina. Questo lavoro, dunque, tratta esplicitamente della crisi culturale suscitata dalla metamorfosi accelerata delle relazioni socio-ambientali locali, le cui forme di incertezza evocano un vero e proprio epilogo del tempo – la temporalità antropocentrica e monofocalizzata della venericoltura. L’indagine etnografica, adottando una prospettiva multispecie attenta alle forme di agentività del non-umano, si addentra quindi nelle implicazioni socioculturali di tale congiuntura, esaminando le contraddizioni della tecno-ecologia di Goro, le politiche che la orientano, nonché le aspettative sociali subordinate alle logiche tecnocratiche dei saperi esperti locali. Le rappresentazioni emiche della crisi sono infine ricondotte a un limite immaginativo che interroga profondamente le conseguenze dei paradigmi naturalisti della tarda modernità – una questione di cui la riflessione antropologica nel cambiamento climatico ha ulteriormente intercettato le criticità, introducendo posizionamenti transdisciplinari cui questo lavoro intende contribuire.

La vongola alla fine del tempo. Metamorfosi, tecno-ecologie e immaginazione ambientale nel Delta del Po.

DANESI, FRANCESCO
2024

Abstract

The lagoon of Goro (Po River Delta, Italy) is a major European site for the practice of clam farming, which is focused on the monocultural exploitation of the Manila clam (Ruditapes Philippinarum). Following the first experimental ‘sowing’ in 1986, the communities of Goro and Gorino have given up centuries-old fishing traditions, embracing an ecological and cultural revolution that has been locally framed as an unexpected rebirth – a golden age directly bound to ideologies of modernity, progress, and wealth, which the Manila clam has come to represent as a cultural totem. However, in the last two decades, the climate crisis has emerged in the Po River Delta through a series of accelerated environmental changes that have repeatedly disrupted the local ecologies. More specifically, the Anthropocene of the Goro lagoon has been enacted by environmental and biosocial phenomena that have exposed the many vulnerabilities of the clam farming extractive infrastructure: the exacerbation of atmospheric and marine events, together with the uncontrollable proliferation of macroalgae and allochthonous species, have made it increasingly difficult to practice the farming activities. This work deals with the cultural crisis triggered by the accelerated metamorphosis of the local environmental relationality. Furthermore, it explores the forms of social uncertainty directly linked to the idea of the end of time – the anthropocentric and monofocalised temporality of clam farming. The ethnography adopts a multispecies perspective which is attentive to the agency of non-human subjects. Thus, the analysis delves into the sociocultural implications of this conjuncture and investigates its techno-ecological contradictions, the politics of its becoming, as well as the social expectations shaped by the technocratic logics directed by local experts. Finally, local representations of the crisis are traced back to a limit of the imagination, which is deeply connected to the consequences of Naturalism as a paradigm of modernity—a critical topic that has been addressed by the Anthropology of/in climate change with transdisciplinary perspectives to which this work aims to contribute.
28-mag-2024
Italiano
La laguna di Goro, nel Delta del Po, è uno dei maggiori siti europei per la pratica della venericoltura, vale a dire l’allevamento monocolturale della vongola filippina (Ruditapes Philippinarum). In seguito alla prima “semina” sperimentale del 1986, le comunità di Goro e Gorino hanno abbandonato le antiche tradizioni di pesca, abbracciando una rivoluzione ecologica e culturale che è stata interpretata localmente come una vera e propria rinascita – un’età dell’oro connessa alle ideologie della modernità, del progresso e del benessere, di cui la vongola filippina è divenuta l’emblema totemico. Negli ultimi due decenni, tuttavia, la crisi climatica si è imposta nel Delta padano attraverso una serie di cambiamenti ambientali accelerati che hanno innescato la disarticolazione delle ecologie locali. Più nello specifico, l’Antropocene della laguna di Goro si è espresso nei termini di fenomeni ambientali e biosociali che hanno esposto la fragilità dell’infrastruttura estrattiva della venericoltura; in tal senso, l’inasprimento dei fenomeni atmosferici e marini, insieme alla proliferazione incontrollabile di macroalghe e specie alloctone, hanno reso sempre più difficoltoso praticare l’allevamento della vongola filippina. Questo lavoro, dunque, tratta esplicitamente della crisi culturale suscitata dalla metamorfosi accelerata delle relazioni socio-ambientali locali, le cui forme di incertezza evocano un vero e proprio epilogo del tempo – la temporalità antropocentrica e monofocalizzata della venericoltura. L’indagine etnografica, adottando una prospettiva multispecie attenta alle forme di agentività del non-umano, si addentra quindi nelle implicazioni socioculturali di tale congiuntura, esaminando le contraddizioni della tecno-ecologia di Goro, le politiche che la orientano, nonché le aspettative sociali subordinate alle logiche tecnocratiche dei saperi esperti locali. Le rappresentazioni emiche della crisi sono infine ricondotte a un limite immaginativo che interroga profondamente le conseguenze dei paradigmi naturalisti della tarda modernità – una questione di cui la riflessione antropologica nel cambiamento climatico ha ulteriormente intercettato le criticità, introducendo posizionamenti transdisciplinari cui questo lavoro intende contribuire.
Antropocene; Crisi climatica; Delta del Po; Etnografia; Multispecie
VAN AKEN, MAURO IVO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/173582
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIMIB-173582