Federico Zuccari (o Zuccaro) fu una delle personalità artistiche più produttive e in un certo senso più complesse del secondo Cinquecento e di queste caratteristiche fu sicuramente causa una certa irrequietezza che lo portò a viaggiare molto: l’intento era non solo quello di procurarsi numerosi e più prestigiosi incarichi, ma anche di dedurre dal contesto artistico dei diversi luoghi in cui si recava nuove suggestioni sulle quali riflettere per arricchire il suo repertorio figurativo e il suo stile. In questo discorso rientrano con grande pertinenza i soggiorni veneziani compiuti dall’artista in tre diversi momenti della sua carriera: il primo, fra 1563 e 1565, si svolse nella fase giovanile, quando avvertì l'esigenza di riscattarsi come artista autonomo a fronte di un’attività fino ad allora condotta all’ombra del fratello maggiore Taddeo, anch’egli pittore, che gestiva i cantieri e le commissioni affidati ad entrambi. Federico giunse in laguna per volere del patriarca d'Aquileia Giovanni Grimani, che intendeva servirsi dell'artista per portare a compimento la decorazione del suo palazzo a Santa Maria Formosa e quella della cappella di famiglia, a San Francesco della Vigna. Forte della stima accordatagli dal Grimani e del successo ottenuto attraverso tali commissioni, egli cercò di farsi largo nel contesto culturale veneziano, partecipando a "concorsi" e ottenendo incarichi anche in terraferma. Il secondo viaggio, intrapreso nel 1582, coincise con la piena maturità dell’artista e anche con uno dei momenti più difficili della sua vita, tanto che egli raggiunse Venezia in seguito alla condanna all’esilio emanata dal papa in persona. Fallito il tentativo di aggiudicarsi l'incarico per il Paradiso destinato alla sala del Maggior Consiglio di palazzo Ducale, egli realizzò una tela per il ciclo parietale della medesima sala, tela che portò a compimento solo nel 1603-1604, quando scelse Venezia quale tappa del suo ultimo viaggio, a pochi anni dalla morte, avvenuta nel 1609. I soggiorni compiuti nella capitale della Serenissima, soprattutto per quanto riguarda il primo, ebbero una grande incidenza nella vita e nella carriera di Zuccari: sebbene il suo atteggiamento nei confronti dell'arte veneziana sia stato spesso critico, egli la ammirò molto e ne trasse più volte ispirazione. A ciò contribuirono i numerosi disegni realizzati nei suoi taccuini di viaggio – perlopiù durante il primo soggiorno – che si componevano di ritratti, vedute paesaggistiche, ma soprattutto copie di opere di artisti a lui più o meno contemporanei; attraverso tali copie l'artista creò un repertorio figurativo cui attingere in qualunque momento.
I soggiorni veneziani di Federico Zuccari: i taccuini di disegni
LORENZONI, Martina
2015
Abstract
Federico Zuccari (o Zuccaro) fu una delle personalità artistiche più produttive e in un certo senso più complesse del secondo Cinquecento e di queste caratteristiche fu sicuramente causa una certa irrequietezza che lo portò a viaggiare molto: l’intento era non solo quello di procurarsi numerosi e più prestigiosi incarichi, ma anche di dedurre dal contesto artistico dei diversi luoghi in cui si recava nuove suggestioni sulle quali riflettere per arricchire il suo repertorio figurativo e il suo stile. In questo discorso rientrano con grande pertinenza i soggiorni veneziani compiuti dall’artista in tre diversi momenti della sua carriera: il primo, fra 1563 e 1565, si svolse nella fase giovanile, quando avvertì l'esigenza di riscattarsi come artista autonomo a fronte di un’attività fino ad allora condotta all’ombra del fratello maggiore Taddeo, anch’egli pittore, che gestiva i cantieri e le commissioni affidati ad entrambi. Federico giunse in laguna per volere del patriarca d'Aquileia Giovanni Grimani, che intendeva servirsi dell'artista per portare a compimento la decorazione del suo palazzo a Santa Maria Formosa e quella della cappella di famiglia, a San Francesco della Vigna. Forte della stima accordatagli dal Grimani e del successo ottenuto attraverso tali commissioni, egli cercò di farsi largo nel contesto culturale veneziano, partecipando a "concorsi" e ottenendo incarichi anche in terraferma. Il secondo viaggio, intrapreso nel 1582, coincise con la piena maturità dell’artista e anche con uno dei momenti più difficili della sua vita, tanto che egli raggiunse Venezia in seguito alla condanna all’esilio emanata dal papa in persona. Fallito il tentativo di aggiudicarsi l'incarico per il Paradiso destinato alla sala del Maggior Consiglio di palazzo Ducale, egli realizzò una tela per il ciclo parietale della medesima sala, tela che portò a compimento solo nel 1603-1604, quando scelse Venezia quale tappa del suo ultimo viaggio, a pochi anni dalla morte, avvenuta nel 1609. I soggiorni compiuti nella capitale della Serenissima, soprattutto per quanto riguarda il primo, ebbero una grande incidenza nella vita e nella carriera di Zuccari: sebbene il suo atteggiamento nei confronti dell'arte veneziana sia stato spesso critico, egli la ammirò molto e ne trasse più volte ispirazione. A ciò contribuirono i numerosi disegni realizzati nei suoi taccuini di viaggio – perlopiù durante il primo soggiorno – che si componevano di ritratti, vedute paesaggistiche, ma soprattutto copie di opere di artisti a lui più o meno contemporanei; attraverso tali copie l'artista creò un repertorio figurativo cui attingere in qualunque momento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/178054
URN:NBN:IT:UNIUD-178054