La tesi si propone di indagare i libretti di piccolo formato impiegati da Leonardo da Vinci soprattutto durante il primo soggiorno milanese (1482-1499), quattro esemplari conservati presso la Biblioteca dell'Institut de France di Parigi, i manoscritti H, I, M e L, due esemplari conservati al Victoria and Albert di Londra, il Forster II e il Forster III, databili tra il 1490 e il 1497. La prima parte contestualizza la scelta di Leonardo di scrivere in maniera sistematizzata manoscritti diversificati in base alla loro funzione e al loro formato, supporti utili alla registrazione delle sue ricerche, del suo lavoro di studio, di riflessioni e sperimentazioni di tipo personale espressi con note di testo e disegni. Una particolare predilezione di Leonardo per il formato tascabile cade durante il periodo sforzesco, a partire dal 1490 circa, e un modello di derivazione di questo formato ridotto si può forse individuare nel piccolissimo esemplare attribuito a Francesco di Giorgio Martini, incontrato a Milano da Leonardo nel 1490. La seconda parte riguarda l'esame dei manoscritti individuati e, dopo averne presentato la storia, si è cercato di evidenziare nuove ipotesi cronologiche e proporre via via interventi di riordino dei singoli quaderni che oggi si trovano raggruppati un unico esemplare in maniera incoerente da antichi raccoglitori, mentre dovevano essere slegati e autonomi nelle mani di Leonardo. Particolare riguardo si è dato all'esame dei casi dei quaderni del manoscritto H (1493-1494) e del Forster II (1494-1496), si è cercato di avvicinare in linea cronologica alcuni esemplari che presentano significative analogie di contenuto e di forma, come ad esempio i manoscritti H e I, oppure verificare una datazione del manoscritto Forster III prima del 1493 (anno/data presente all'interno del manoscritto), per la presenza di elementi paleografici e stilistici databili intorno al 1490 ed esemplificati soprattutto attraverso una grafia meno fluida. Tra i contenuti sono stati esaminati in modo particolare alcuni argomenti che ricorrono in due o più esemplari come le annotazioni di grammatica latina contenute nei manoscritti H e I o le note testuali del Bestiario e il gruppo di Profezie negli stessi manoscritti. Inoltre, i tempi di composizione degli esemplari analizzati coincidono con quelli dedicati agli studi per il Cenacolo di cui si è cercato di rintracciare la presenza attraverso possibili richiami o di studi iniziali all'interno di due esemplari in sedicesimo, il Forster II¹ e il manoscritto H, caratterizzati dall'uso della matita rossa. Di questo medium si è cercato di ripercorrere le fasi iniziali del suo impiego attraverso il confronto con altre tipologie di fogli, provando a indicare come, inizialmente, venisse impiegato da Leonardo per l'evidenziazione grafica soprattutto nei disegni tecnici. L'ultima parte, la terza, presenta una rassegna delle edizioni a stampa che si sono avvalse della riproduzione fotografica a partire dalla realizzazione dei primi facsimili. In questo contesto si presenta una proposta di riordino dei manoscritti operando virtualmente all'interno delle attuali legature sulla scorta delle antiche numerazioni. Si tenterà così di offrire una sequenza dei singoli quaderni distinti da quelle segnature che possano far parte di una classificazione già predisposta forse dallo stesso Leonardo e portata avanti da Francesco Melzi. Chiude la tesi un progetto ideato e costruito attraverso un’applicazione digitale dedicata alla consultazione sincronica dei materiali oggetto di questa ricerca e il confronto con fogli contemporanei di Leonardo, attraverso l'accostamento virtuale. La simultaneità della visualizzazione potrebbe offrire spunti per analisi filologiche nuove e suggestive, facendo comunicare vari materiali attraverso un sistema di filtri, parole chiave o semplicemente finestre preposte all'interrogazione funzionale
Per lo studio dei manoscritti tascabili di Leonardo da Vinci del periodo sforzesco. Contenuti, tecniche grafiche e proposte di riordino
ANTONELLI, ROSALBA
2017
Abstract
La tesi si propone di indagare i libretti di piccolo formato impiegati da Leonardo da Vinci soprattutto durante il primo soggiorno milanese (1482-1499), quattro esemplari conservati presso la Biblioteca dell'Institut de France di Parigi, i manoscritti H, I, M e L, due esemplari conservati al Victoria and Albert di Londra, il Forster II e il Forster III, databili tra il 1490 e il 1497. La prima parte contestualizza la scelta di Leonardo di scrivere in maniera sistematizzata manoscritti diversificati in base alla loro funzione e al loro formato, supporti utili alla registrazione delle sue ricerche, del suo lavoro di studio, di riflessioni e sperimentazioni di tipo personale espressi con note di testo e disegni. Una particolare predilezione di Leonardo per il formato tascabile cade durante il periodo sforzesco, a partire dal 1490 circa, e un modello di derivazione di questo formato ridotto si può forse individuare nel piccolissimo esemplare attribuito a Francesco di Giorgio Martini, incontrato a Milano da Leonardo nel 1490. La seconda parte riguarda l'esame dei manoscritti individuati e, dopo averne presentato la storia, si è cercato di evidenziare nuove ipotesi cronologiche e proporre via via interventi di riordino dei singoli quaderni che oggi si trovano raggruppati un unico esemplare in maniera incoerente da antichi raccoglitori, mentre dovevano essere slegati e autonomi nelle mani di Leonardo. Particolare riguardo si è dato all'esame dei casi dei quaderni del manoscritto H (1493-1494) e del Forster II (1494-1496), si è cercato di avvicinare in linea cronologica alcuni esemplari che presentano significative analogie di contenuto e di forma, come ad esempio i manoscritti H e I, oppure verificare una datazione del manoscritto Forster III prima del 1493 (anno/data presente all'interno del manoscritto), per la presenza di elementi paleografici e stilistici databili intorno al 1490 ed esemplificati soprattutto attraverso una grafia meno fluida. Tra i contenuti sono stati esaminati in modo particolare alcuni argomenti che ricorrono in due o più esemplari come le annotazioni di grammatica latina contenute nei manoscritti H e I o le note testuali del Bestiario e il gruppo di Profezie negli stessi manoscritti. Inoltre, i tempi di composizione degli esemplari analizzati coincidono con quelli dedicati agli studi per il Cenacolo di cui si è cercato di rintracciare la presenza attraverso possibili richiami o di studi iniziali all'interno di due esemplari in sedicesimo, il Forster II¹ e il manoscritto H, caratterizzati dall'uso della matita rossa. Di questo medium si è cercato di ripercorrere le fasi iniziali del suo impiego attraverso il confronto con altre tipologie di fogli, provando a indicare come, inizialmente, venisse impiegato da Leonardo per l'evidenziazione grafica soprattutto nei disegni tecnici. L'ultima parte, la terza, presenta una rassegna delle edizioni a stampa che si sono avvalse della riproduzione fotografica a partire dalla realizzazione dei primi facsimili. In questo contesto si presenta una proposta di riordino dei manoscritti operando virtualmente all'interno delle attuali legature sulla scorta delle antiche numerazioni. Si tenterà così di offrire una sequenza dei singoli quaderni distinti da quelle segnature che possano far parte di una classificazione già predisposta forse dallo stesso Leonardo e portata avanti da Francesco Melzi. Chiude la tesi un progetto ideato e costruito attraverso un’applicazione digitale dedicata alla consultazione sincronica dei materiali oggetto di questa ricerca e il confronto con fogli contemporanei di Leonardo, attraverso l'accostamento virtuale. La simultaneità della visualizzazione potrebbe offrire spunti per analisi filologiche nuove e suggestive, facendo comunicare vari materiali attraverso un sistema di filtri, parole chiave o semplicemente finestre preposte all'interrogazione funzionaleFile | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/178205
URN:NBN:IT:UNIUD-178205