La tesi di dottorato si propone di indagare la decorazione pittorica pubblica tra l’unificazione storica italiana e la prima guerra mondiale attraverso la disamina di analogie e differenze fra i diversi programmi decorativi, le modalità di svolgimento dei concorsi, i giudizi della critica coeva e le reazioni del pubblico. Il fine della tesi è catalogare i casi più rappresentativi, selezionati sia per la loro specificità e unicità, sia per la loro tendenza a emergere come modello di riferimento in un contesto locale o nazionale, nonché individuare tematiche, procedure, affinità e differenze nella decorazione pubblica fra gli estremi cronologici presi in considerazione. La tesi si concentra su argomenti quasi del tutto ignorati dalla critica d'arte: il periodo preso in esame, ad esempio, è stato sempre trascurato dalla storiografia artistica a differenza del ventennio fascista, i cui programmi decorativi, le dinamiche concorsuali e la ricezione da parte del pubblico e della critica sono stati attentamente vagliati e analizzati. Si è cercato, inoltre, in assenza di una trattazione sistematica dell’argomento, di acquisire una visione d'insieme sul tema, verificando l’esistenza di elementi comuni ricorrenti e cogliendo i mutamenti registrabili nell'ambito della nuova produzione figurativa. L'argomento è affrontato secondo molteplici piste d'indagine. Alla base vi è stato uno spoglio sistematico dei cicli decorativi suddiviso per zone geografiche, privilegiando i centri principali degli stati preunitari e città come Torino e Firenze che furono le prime capitali del neonato regno italiano. Le informazioni sono state reperite attraverso la disamina di molteplici strumenti bibliografici. Di particolare importanza si sono rivelati opuscoli contemporanei, utili per decifrare i programmi iconografici. Altrettanto utili si sono rivelate le fonti della letteratura coeva, come riviste (fra cui «L’illustrazione italiana» o «Natura ed arte») e quotidiani nazionali e locali, fondamentali per comprendere il contesto, la committenza e la ricezione da parte del pubblico del tempo nonché l’esistenza di un dibattito critico tra gli intellettuali dell’epoca. Altre informazioni significative, che in alcuni casi hanno chiarito la genesi dei programmi iconografici, sono stati rinvenute nei documenti conservati presso i molti archivi statali, provinciali e comunali delle città ove queste decorazioni furono eseguite.

La decorazione pubblica in Italia tra l'Unità e la prima guerra mondiale

BONANOMI, Matteo Mirko
2018

Abstract

La tesi di dottorato si propone di indagare la decorazione pittorica pubblica tra l’unificazione storica italiana e la prima guerra mondiale attraverso la disamina di analogie e differenze fra i diversi programmi decorativi, le modalità di svolgimento dei concorsi, i giudizi della critica coeva e le reazioni del pubblico. Il fine della tesi è catalogare i casi più rappresentativi, selezionati sia per la loro specificità e unicità, sia per la loro tendenza a emergere come modello di riferimento in un contesto locale o nazionale, nonché individuare tematiche, procedure, affinità e differenze nella decorazione pubblica fra gli estremi cronologici presi in considerazione. La tesi si concentra su argomenti quasi del tutto ignorati dalla critica d'arte: il periodo preso in esame, ad esempio, è stato sempre trascurato dalla storiografia artistica a differenza del ventennio fascista, i cui programmi decorativi, le dinamiche concorsuali e la ricezione da parte del pubblico e della critica sono stati attentamente vagliati e analizzati. Si è cercato, inoltre, in assenza di una trattazione sistematica dell’argomento, di acquisire una visione d'insieme sul tema, verificando l’esistenza di elementi comuni ricorrenti e cogliendo i mutamenti registrabili nell'ambito della nuova produzione figurativa. L'argomento è affrontato secondo molteplici piste d'indagine. Alla base vi è stato uno spoglio sistematico dei cicli decorativi suddiviso per zone geografiche, privilegiando i centri principali degli stati preunitari e città come Torino e Firenze che furono le prime capitali del neonato regno italiano. Le informazioni sono state reperite attraverso la disamina di molteplici strumenti bibliografici. Di particolare importanza si sono rivelati opuscoli contemporanei, utili per decifrare i programmi iconografici. Altrettanto utili si sono rivelate le fonti della letteratura coeva, come riviste (fra cui «L’illustrazione italiana» o «Natura ed arte») e quotidiani nazionali e locali, fondamentali per comprendere il contesto, la committenza e la ricezione da parte del pubblico del tempo nonché l’esistenza di un dibattito critico tra gli intellettuali dell’epoca. Altre informazioni significative, che in alcuni casi hanno chiarito la genesi dei programmi iconografici, sono stati rinvenute nei documenti conservati presso i molti archivi statali, provinciali e comunali delle città ove queste decorazioni furono eseguite.
26-mar-2018
Italiano
Pittura; Ottocento; Novecento; Decorazione; Pubblica
PITASSIO, Francesco
DEL PUPPO, Alessandro
Università degli Studi di Udine
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi Bonanomi pdf-a.pdf

Open Access dal 27/09/2019

Dimensione 2.36 MB
Formato Adobe PDF
2.36 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/180020
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIUD-180020