La storia, personale e professionale, dell’architetto Angiolo Mazzoni, noto per i suoi edifici pubblici ferroviari e postali disseminati in tutto il territorio italiano, dimentica spesso di raccontare il quindicennio da lui trascorso in Colombia, non attribuendo così il giusto valore ad una opera che, seppur perlopiù non realizzata, contribuisce a ricostruire l’immagine poliedrica di una figura di spessore del Novecento come quella del Mazzoni. La ricerca ha quindi voluto far emergere il portato dell’opera colombiana dell’architetto italiano, restituendo il giusto valore all’architettura rappresentata, ovvero riconoscendo al cospicuo corpus grafico lascito dell’architetto il valore di disegno teorico. Il periodo colombiano ha, di fatto, rappresentato per il Mazzoni la sua personale “stagione dell’architettura di carta”, restituendoci probabilmente le sue più floride riflessioni, nonché, secondo una personale visione e lettura, le sue più personali interpretazioni del fatto architettonico. L’indagine ha voluto sviluppare una attività di tipo interpretativa favorita dal disegno e dal rilievo, al fine di rendere, attraverso i mezzi più opportuni, non una mera restituzione pratica dell’architettura, quanto piuttosto la sua essenza spaziale anche nel suo statuto di disegno. L’analisi del materiale conservato tra Italia e Colombia ha, allora, permesso di ricostruire una geografia dei progetti colombiani, restituendo altresì l’estrema capacità dell’architetto di confrontarsi con i temi architettonici più disparati, a differenza di quanto si è abituati in relazione all’opera italiana. Scrivere il racconto dei progetti e, più in generale, dell’esperienza colombiana è significato scrivere un racconto fatto di rappresentazioni grafiche, di immagini: i disegni. Quello che ne è risultato è stata una narrazione visuale che attraverso il riordino, la catalogazione e la selezione dei disegni autografi ha permesso di raccontare il quindicennio sudamericano, palesando al contempo l’assenza di architettura intesa quale fatto tangibile. Lo studio condotto ha privilegiato l’indagine dello spazio, nella sua declinazione di spazio disegnato, intendendo il disegno quale tessuto di idee, ma anche quale luogo di sperimentalismo; un disegno teorico disvelatore dell’interiorità del suo autore, ma anche di una realtà autonoma, propria e caratteristica del disegno di architettura. In questo senso nel ricco panorama di elaborati grafici redatti da Mazzoni si è letta una significatività rispetto al valore del disegno: il vasto patrimonio visuale è riuscito a restituire una architettura dell’immagine in grado di rendersi altresì palinsesto infinito di forme che attingono dalla memoria, nonché sistema disvelatore di un particolare modo di vedere e far vedere il fatto architettonico, seppur rimasto su carta.

Angiolo Mazzoni in Colombia: un patrimonio di immagini: architettura di immagini - immagini di architettura

Dilauro, Antonia Valeria
2025

Abstract

La storia, personale e professionale, dell’architetto Angiolo Mazzoni, noto per i suoi edifici pubblici ferroviari e postali disseminati in tutto il territorio italiano, dimentica spesso di raccontare il quindicennio da lui trascorso in Colombia, non attribuendo così il giusto valore ad una opera che, seppur perlopiù non realizzata, contribuisce a ricostruire l’immagine poliedrica di una figura di spessore del Novecento come quella del Mazzoni. La ricerca ha quindi voluto far emergere il portato dell’opera colombiana dell’architetto italiano, restituendo il giusto valore all’architettura rappresentata, ovvero riconoscendo al cospicuo corpus grafico lascito dell’architetto il valore di disegno teorico. Il periodo colombiano ha, di fatto, rappresentato per il Mazzoni la sua personale “stagione dell’architettura di carta”, restituendoci probabilmente le sue più floride riflessioni, nonché, secondo una personale visione e lettura, le sue più personali interpretazioni del fatto architettonico. L’indagine ha voluto sviluppare una attività di tipo interpretativa favorita dal disegno e dal rilievo, al fine di rendere, attraverso i mezzi più opportuni, non una mera restituzione pratica dell’architettura, quanto piuttosto la sua essenza spaziale anche nel suo statuto di disegno. L’analisi del materiale conservato tra Italia e Colombia ha, allora, permesso di ricostruire una geografia dei progetti colombiani, restituendo altresì l’estrema capacità dell’architetto di confrontarsi con i temi architettonici più disparati, a differenza di quanto si è abituati in relazione all’opera italiana. Scrivere il racconto dei progetti e, più in generale, dell’esperienza colombiana è significato scrivere un racconto fatto di rappresentazioni grafiche, di immagini: i disegni. Quello che ne è risultato è stata una narrazione visuale che attraverso il riordino, la catalogazione e la selezione dei disegni autografi ha permesso di raccontare il quindicennio sudamericano, palesando al contempo l’assenza di architettura intesa quale fatto tangibile. Lo studio condotto ha privilegiato l’indagine dello spazio, nella sua declinazione di spazio disegnato, intendendo il disegno quale tessuto di idee, ma anche quale luogo di sperimentalismo; un disegno teorico disvelatore dell’interiorità del suo autore, ma anche di una realtà autonoma, propria e caratteristica del disegno di architettura. In questo senso nel ricco panorama di elaborati grafici redatti da Mazzoni si è letta una significatività rispetto al valore del disegno: il vasto patrimonio visuale è riuscito a restituire una architettura dell’immagine in grado di rendersi altresì palinsesto infinito di forme che attingono dalla memoria, nonché sistema disvelatore di un particolare modo di vedere e far vedere il fatto architettonico, seppur rimasto su carta.
2025
Italiano
Rossi, Gabriele
Castagnolo, Valentina
Maiorano, Anna Christiana
Moccia, Carlo
Politecnico di Bari
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/188006
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:POLIBA-188006