La centralità della riflessione di Giorgio Agamben nel panorama filosofico attuale, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche odierne del potere, è indubbia. La capacità del filosofo italiano di connettere discipline eterogenee, promuovendo un’analisi di ampio respiro interdisciplinare, si sposa con l’idea che il discorso filosofico è suscettibile di continui approfondimenti. Agamben invita, infatti, la nuova generazione di studiosi a non considerare le sue opere come conclusive e a proseguire le sue analisi. Stupisce, dunque, la trascuratezza rispetto a un sistema filosofico presentato come uno spazio comune di dialogo, in continua evoluzione e che esplicitamente necessita di nuove riflessioni. La presente ricerca, partendo dalla constatazione di un uso polisemantico del termine “distrazione” nella filosofia di Agamben, si è proposta come obiettivo quello di sondare la reale apertura dell’impianto filosofico agambeniano. Se quest’ultimo è realmente, come afferma il filosofo, uno spazio comune, aperto e suscettibile di nuovi approfondimenti, allora la nozione di distrazione – che, pur essendo utilizzata da Agamben in snodi centrali del suo pensiero, manca di una definizione concettuale – può essere considerata come un punto di avvio per accrescere e per rielaborare le indagini del filosofo.

The centrality of Giorgio Agamben’s ideas in the current philosophical landscape, particularly regarding today’s dynamics of power, is unquestionable. The Italian philosopher’s ability to connect heterogeneous disciplines, promoting a broad interdisciplinary analysis, aligns with the idea that philosophical discourse is susceptible to continuous developments. Agamben indeed invites the new generation of scholars not to consider his works as conclusive and to pursue his analyses. It is therefore surprising to see the carelessness with which a philosophical system – presented as a common space for dialogue, in continuous evolution, and explicitly in need of new reflection – is regarded. The present research, starting from the observation of a polysemous use of the term “distrazione” in Agamben’s philosophy, aims to explore the genuine openness of Agamben’s philosophical framework. If the latter is truly, as the philosopher claims, a common space, open and susceptible to further developments, then the notion of distraction – which, although employed by Agamben at key points in his thoughts, lacks a clear conceptual definition – can be seen as a starting point for expanding and for revisiting the philosopher’s investigations.

LA DISTRAZIONE NELLA FILOSOFIA DI GIORGIO AGAMBEN

Arpe, Elena Sofia
2025

Abstract

La centralità della riflessione di Giorgio Agamben nel panorama filosofico attuale, soprattutto per quanto riguarda le dinamiche odierne del potere, è indubbia. La capacità del filosofo italiano di connettere discipline eterogenee, promuovendo un’analisi di ampio respiro interdisciplinare, si sposa con l’idea che il discorso filosofico è suscettibile di continui approfondimenti. Agamben invita, infatti, la nuova generazione di studiosi a non considerare le sue opere come conclusive e a proseguire le sue analisi. Stupisce, dunque, la trascuratezza rispetto a un sistema filosofico presentato come uno spazio comune di dialogo, in continua evoluzione e che esplicitamente necessita di nuove riflessioni. La presente ricerca, partendo dalla constatazione di un uso polisemantico del termine “distrazione” nella filosofia di Agamben, si è proposta come obiettivo quello di sondare la reale apertura dell’impianto filosofico agambeniano. Se quest’ultimo è realmente, come afferma il filosofo, uno spazio comune, aperto e suscettibile di nuovi approfondimenti, allora la nozione di distrazione – che, pur essendo utilizzata da Agamben in snodi centrali del suo pensiero, manca di una definizione concettuale – può essere considerata come un punto di avvio per accrescere e per rielaborare le indagini del filosofo.
13-feb-2025
Italiano
The centrality of Giorgio Agamben’s ideas in the current philosophical landscape, particularly regarding today’s dynamics of power, is unquestionable. The Italian philosopher’s ability to connect heterogeneous disciplines, promoting a broad interdisciplinary analysis, aligns with the idea that philosophical discourse is susceptible to continuous developments. Agamben indeed invites the new generation of scholars not to consider his works as conclusive and to pursue his analyses. It is therefore surprising to see the carelessness with which a philosophical system – presented as a common space for dialogue, in continuous evolution, and explicitly in need of new reflection – is regarded. The present research, starting from the observation of a polysemous use of the term “distrazione” in Agamben’s philosophy, aims to explore the genuine openness of Agamben’s philosophical framework. If the latter is truly, as the philosopher claims, a common space, open and susceptible to further developments, then the notion of distraction – which, although employed by Agamben at key points in his thoughts, lacks a clear conceptual definition – can be seen as a starting point for expanding and for revisiting the philosopher’s investigations.
Distraction, Agamben, Law, Negligence, Sovereignty
Bearzot, Cinzia Susanna
Università Cattolica del Sacro Cuore
MILANO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/190599
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNICATT-190599