La tesi ricostruisce il ruolo della Federazione Italiana Metalmeccanici (Fim-Cisl) milanese tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta. L’analisi prende avvio dal 1969, anno cruciale per la mobilitazione operaia, e si sofferma sui profondi cambiamenti politici e culturali occorsi all’interno dell’organizzazione. Il lavoro prende poi in considerazione il difficile processo unitario intrapreso dalle confederazioni e le sue diverse ripercussioni sulla struttura provinciale milanese. Si evidenziano poi le tensioni interne al movimento sindacale, aggravate anche dalla crisi economica seguita allo shock petrolifero del 1973. In tale contesto, la dirigenza della Fim-Cisl milanese andò incontro a una progressiva radicalizzazione, assumendo posizioni fortemente critiche nei confronti della leadership nazionale e della linea di austerità, validata nel 1978 con la cosiddetta svolta dell’Eur. La ricerca si concentra infine sulla significativa frattura tra la Federazione milanese e i vertici confederali avvenuta tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, in un momento già profondamente segnato dall’escalation della violenza politica, da un lato, e le prime significative manifestazioni di dissenso nei confronti del sindacato, come la marcia dei quarantamila, dall’altro.

This thesis examines the role of the Milan branch of the Italian Federation of Metalworkers (Fim-Cisl) from the late 1960s to the early 1980s. The analysis starts from 1969, a crucial year for workers' mobilization, and focuses on the profound political and cultural changes that occurred within the organization. It then considers the difficult unitary process undertaken by the confederations and its various repercussions on the Milanese provincial structure. Internal tensions within the union movement are examined, with attention to the exacerbating effects of the economic crisis that followed the 1973 oil shock. In this context, the leadership of the Milanese Fim-Cisl became increasingly radicalized, adopting positions that were highly critical against the national leadership and its austerity policies, which were formally approved in 1978 with the so-called "Eur Turn". The research concludes by analyzing the serious rift that developed between the Milan Federation and the national leadership in the late 1970s and early 1980s, a period marked both by the escalation of political violence and by the first major signs of public dissent against the unions, as exemplified by the "March of the Forty Thousand".

'ANNI VISSUTI CONTROCORRENTE'. LA FIM-CISL MILANESE DALL'AUTUNNO CALDO AL 1981

Bravi, Cecilia Maria
2024

Abstract

La tesi ricostruisce il ruolo della Federazione Italiana Metalmeccanici (Fim-Cisl) milanese tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta. L’analisi prende avvio dal 1969, anno cruciale per la mobilitazione operaia, e si sofferma sui profondi cambiamenti politici e culturali occorsi all’interno dell’organizzazione. Il lavoro prende poi in considerazione il difficile processo unitario intrapreso dalle confederazioni e le sue diverse ripercussioni sulla struttura provinciale milanese. Si evidenziano poi le tensioni interne al movimento sindacale, aggravate anche dalla crisi economica seguita allo shock petrolifero del 1973. In tale contesto, la dirigenza della Fim-Cisl milanese andò incontro a una progressiva radicalizzazione, assumendo posizioni fortemente critiche nei confronti della leadership nazionale e della linea di austerità, validata nel 1978 con la cosiddetta svolta dell’Eur. La ricerca si concentra infine sulla significativa frattura tra la Federazione milanese e i vertici confederali avvenuta tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, in un momento già profondamente segnato dall’escalation della violenza politica, da un lato, e le prime significative manifestazioni di dissenso nei confronti del sindacato, come la marcia dei quarantamila, dall’altro.
25-nov-2024
Italiano
This thesis examines the role of the Milan branch of the Italian Federation of Metalworkers (Fim-Cisl) from the late 1960s to the early 1980s. The analysis starts from 1969, a crucial year for workers' mobilization, and focuses on the profound political and cultural changes that occurred within the organization. It then considers the difficult unitary process undertaken by the confederations and its various repercussions on the Milanese provincial structure. Internal tensions within the union movement are examined, with attention to the exacerbating effects of the economic crisis that followed the 1973 oil shock. In this context, the leadership of the Milanese Fim-Cisl became increasingly radicalized, adopting positions that were highly critical against the national leadership and its austerity policies, which were formally approved in 1978 with the so-called "Eur Turn". The research concludes by analyzing the serious rift that developed between the Milan Federation and the national leadership in the late 1970s and early 1980s, a period marked both by the escalation of political violence and by the first major signs of public dissent against the unions, as exemplified by the "March of the Forty Thousand".
Italy; Trade Unions; Metalworkers; Fim-Cisl; Cisl; Trade Union Unity; Labour; Political Violence; Economic Crisi
Marchetti, Antonella
Università Cattolica del Sacro Cuore
MILANO
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/200445
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNICATT-200445