In the current context of ecological crisis, mushrooms represent a metaphor for the possibility of destruction and reconstruction, inspiring more sustainable and community-based practices. Interest in mushrooms has been steadily growing since 2019, as evidenced by their increasing influence in cultural, literary, industrial debates, and in the visual imagination, through the phenomenon known as the “Shroom boom.” This phenomenon also intersects with the fashion world, sparking this doctoral research that explores the material and immaterial implications of the relationship between mushrooms and fashion, developing the concept of interspecies fashion. The research hypothesis is structured on three levels—objectual, processual, and metaphorical—each of which can trigger mechanisms of re-enchantment in different ways. This structure is reflected in the three central chapters, which address: the use of mushrooms as a living raw material, transforming objects into garment-bodies; the implications and adaptations in production processes and technologies (including their narrative aspects) arising from the use of mushroom-based materials; the metaphorical and symbolic aspect of the design methodology, which inspires new modes of interaction. The research is situated within the field of vitalist new materialism, with particular reference to the work of Jane Bennett, who develops a political ecology of things, essential for a doctoral research with a theoretical-design approach. The main research questions are: why fashion should start with mushrooms, how they influence objects and design processes, and how they can contribute to the sustainability debate. It also explores how to translate these reflections into interspecies and collaborative design methods that can overturn the traditional paradigm of research-design-product, often individual. Methodologically, the research is based on bibliographic analysis and case studies, using tools such as participatory ethnography and qualitative interviews. The final phase also included two university design workshops and a corporate focus group. The ultimate goal is to propose an innovative design approach that fosters a dialogue between cultural sustainability and material culture, stimulating a new design attitude in fashion that embraces an interspecies paradigm.

Nel contesto attuale di crisi ecologica, i funghi rappresentano una metafora della possibilità di distruggere e ricostruire, ispirando pratiche più sostenibili e comunitarie. L'interesse per i funghi è in costante crescita dal 2019, come dimostra la loro crescente influenza nel dibattito culturale, letterario, industriale e nell'immaginario visivo, attraverso il fenomeno noto come “Shroom boom”. Questo fenomeno si intreccia anche con il mondo della moda, dando impulso a questa indagine di dottorato che esplora le implicazioni materiali e immateriali della relazione tra funghi e moda, sviluppando il concetto di moda interspecie. L'ipotesi della ricerca si articola su tre livelli – oggettuale, processuale e metaforico – ognuno dei quali in grado di innescare meccanismi di reincanto in modi diversi. Questa struttura si riflette nei tre capitoli centrali, che trattano: l'uso dei funghi come materia prima vivente, trasformando gli oggetti in abiti-corpi; le implicazioni e gli adattamenti nei processi e nelle tecnologie produttive (inclusi gli aspetti narrativi) derivanti dall'uso di materiali a base di funghi; l'aspetto metaforico e simbolico del metodo progettuale, che ispira nuove modalità di interazione. La ricerca si colloca all'interno del filone del neomaterialismo vitalista, con particolare riferimento al lavoro di Jane Bennett, che sviluppa un'ecologia politica delle cose, fondamentale per una ricerca teorico-progettuale in ambito dottorale. Le principali domande di ricerca sono: perché la moda dovrebbe ripartire dai funghi, come essi influenzano oggetti e processi progettuali, e come possano contribuire al dibattito sulla sostenibilità. Si esplora inoltre come tradurre queste riflessioni in metodi progettuali interspecie e collaborativi, in grado di ribaltare il paradigma tradizionale di ricerca-progetto-prodotto, spesso individuale. A livello metodologico, la ricerca si basa su un'analisi bibliografica e su studi di caso, utilizzando strumenti come l'etnografia partecipativa e le interviste qualitative. La fase finale ha incluso anche due workshop progettuali universitari e un focus group aziendale. L’obiettivo finale è proporre un approccio progettuale innovativo che promuova un dialogo tra sostenibilità culturale e cultura materiale, stimolando una nuova attitudine progettuale nella moda che adotti un paradigma interspecie.

Moda interspecie. Funghi pratiche di reincanto

MORADEI, CLIZIA
2025

Abstract

In the current context of ecological crisis, mushrooms represent a metaphor for the possibility of destruction and reconstruction, inspiring more sustainable and community-based practices. Interest in mushrooms has been steadily growing since 2019, as evidenced by their increasing influence in cultural, literary, industrial debates, and in the visual imagination, through the phenomenon known as the “Shroom boom.” This phenomenon also intersects with the fashion world, sparking this doctoral research that explores the material and immaterial implications of the relationship between mushrooms and fashion, developing the concept of interspecies fashion. The research hypothesis is structured on three levels—objectual, processual, and metaphorical—each of which can trigger mechanisms of re-enchantment in different ways. This structure is reflected in the three central chapters, which address: the use of mushrooms as a living raw material, transforming objects into garment-bodies; the implications and adaptations in production processes and technologies (including their narrative aspects) arising from the use of mushroom-based materials; the metaphorical and symbolic aspect of the design methodology, which inspires new modes of interaction. The research is situated within the field of vitalist new materialism, with particular reference to the work of Jane Bennett, who develops a political ecology of things, essential for a doctoral research with a theoretical-design approach. The main research questions are: why fashion should start with mushrooms, how they influence objects and design processes, and how they can contribute to the sustainability debate. It also explores how to translate these reflections into interspecies and collaborative design methods that can overturn the traditional paradigm of research-design-product, often individual. Methodologically, the research is based on bibliographic analysis and case studies, using tools such as participatory ethnography and qualitative interviews. The final phase also included two university design workshops and a corporate focus group. The ultimate goal is to propose an innovative design approach that fosters a dialogue between cultural sustainability and material culture, stimulating a new design attitude in fashion that embraces an interspecies paradigm.
4-apr-2025
Italiano
Nel contesto attuale di crisi ecologica, i funghi rappresentano una metafora della possibilità di distruggere e ricostruire, ispirando pratiche più sostenibili e comunitarie. L'interesse per i funghi è in costante crescita dal 2019, come dimostra la loro crescente influenza nel dibattito culturale, letterario, industriale e nell'immaginario visivo, attraverso il fenomeno noto come “Shroom boom”. Questo fenomeno si intreccia anche con il mondo della moda, dando impulso a questa indagine di dottorato che esplora le implicazioni materiali e immateriali della relazione tra funghi e moda, sviluppando il concetto di moda interspecie. L'ipotesi della ricerca si articola su tre livelli – oggettuale, processuale e metaforico – ognuno dei quali in grado di innescare meccanismi di reincanto in modi diversi. Questa struttura si riflette nei tre capitoli centrali, che trattano: l'uso dei funghi come materia prima vivente, trasformando gli oggetti in abiti-corpi; le implicazioni e gli adattamenti nei processi e nelle tecnologie produttive (inclusi gli aspetti narrativi) derivanti dall'uso di materiali a base di funghi; l'aspetto metaforico e simbolico del metodo progettuale, che ispira nuove modalità di interazione. La ricerca si colloca all'interno del filone del neomaterialismo vitalista, con particolare riferimento al lavoro di Jane Bennett, che sviluppa un'ecologia politica delle cose, fondamentale per una ricerca teorico-progettuale in ambito dottorale. Le principali domande di ricerca sono: perché la moda dovrebbe ripartire dai funghi, come essi influenzano oggetti e processi progettuali, e come possano contribuire al dibattito sulla sostenibilità. Si esplora inoltre come tradurre queste riflessioni in metodi progettuali interspecie e collaborativi, in grado di ribaltare il paradigma tradizionale di ricerca-progetto-prodotto, spesso individuale. A livello metodologico, la ricerca si basa su un'analisi bibliografica e su studi di caso, utilizzando strumenti come l'etnografia partecipativa e le interviste qualitative. La fase finale ha incluso anche due workshop progettuali universitari e un focus group aziendale. L’obiettivo finale è proporre un approccio progettuale innovativo che promuova un dialogo tra sostenibilità culturale e cultura materiale, stimolando una nuova attitudine progettuale nella moda che adotti un paradigma interspecie.
moda interspecie; funghi; micelio; neomaterialismo; postumanesimo
FAGNONI, RAFFAELLA
VACCARI, ALESSANDRA
Università IUAV di Venezia
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi dottorato_Clizia Moradei.pdf

accesso aperto

Dimensione 8.76 MB
Formato Adobe PDF
8.76 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/200886
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:IUAV-200886