L’archeologia funeraria, arricchita negli ultimi anni da numerose nuove scoperte e da un approccio sempre più interdisciplinare, ha trovato nel periodo immediatamente successivo al crollo dell’Impero Romano un contesto ideale per studiare, attraverso le sepolture, le grandi trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno cambiato radicalmente il modo di vivere delle persone e, di conseguenza, il loro rapporto con l’aldilà. Sebbene il crescente interesse per i mutamenti dei primi secoli dell’alto Medioevo abbia permesso di ricostruire, in particolare per la cultura longobarda, un quadro fedele della società attraverso lo studio del rapporto con la morte, ha tuttavia relegato in secondo piano i secoli finali di questo periodo, sottostimando i contesti funerari riferibili ai secoli che vanno dall’VIII al X. La presente ricerca, di contro, considerando l’elevata importanza assunta da questo arco cronologico, caratterizzato dalla fine della frammentazione delle strutture politiche, economiche, sociali e ideologiche, dalla scomparsa definitiva dell'arianesimo, dal trionfo del cattolicesimo tra i Longobardi e, dopo il 774, dall'alleanza tra i Carolingi e la Chiesa, ha la finalità di ricostruire, partendo dal dato archeologico, il rapporto tra l’uomo e la morte all’interno di una rinnovata ritualità funeraria, segnata da importanti cambiamenti rispetto ai secoli precedenti. Per un’analisi completa di contesti funerari diversificati è stato adottato un approccio metodologico che, in maniera imprescindibile, ha considerato le molteplici categorie che caratterizzano una tomba: i resti scheletrici, la pratica funeraria, la cultura materiale, i simboli. Con l’intento centrale di ricostruire la ritualità e la società altomedievale del Nord Italia partendo dall’analisi di contesti archeologici eterogenei, in prima istanza è stata condotta una fase di accurata analisi e interpretazione dei diversi contesti, partendo da uno spoglio bibliografico che, attraverso l’integrazione del dato archeologico e delle fonti scritte, ha consentito un primo censimento dei siti caratterizzati dalla presenza di sepolture riferibili ai secoli che intercorrono dall’VIII al X. L’indagine, condotta esaminando più di 80 tra riviste specifiche di settore, atti di convegno e altre numerose tipologie di pubblicazioni, ha portato alla classificazione di oltre 320 siti che, congiunti tra loro, permettono alle sepolture di raggiungere la quota di 7.726 unità contenenti al loro interno i resti di 8.491 individui. Per gestire in maniera più efficiente questa vasta quantità di dati, ogni sito è stato inserito all’interno di un database appositamente creato che, adottando linee guida volte a garantire l’uniformità delle informazioni, requisito fondamentale per la creazione di una schedatura preliminare il più possibile accurata, ha dato origine al catalogo presente al termine del lavoro. Quest’ultimo è stato concepito principalmente con l’intento di favorire il confronto e agevolare la comparabilità tra i diversi siti. Per adempiere a tale proposito è stata così adottata una terminologia univoca sia per quanto riguarda la definizione della tipologia tombale, a cui è dedicato il quarto capitolo, sia per quanto concerne i contesti archeologici. Nello specifico, si è deciso di suddividere questi ultimi nelle seguenti categorie: chiese comunitarie, chiese private, monasteri, cimiteri a file, battisteri, sepolture in relazione a strutture abitative, aree cimiteriali e sepolture isolate. In ciascun contesto, un primo elemento distintivo di rilievo è rappresentato dalla presenza o assenza di privilegio, tema analizzato nel primo capitolo. La diversa manifestazione del privilegio, attuata principalmente gestendo e normando la posizione delle sepolture all’interno dell’area cimiteriale e tramite l’edificazione di ricche strutture tombali, come ad esempio le sepolture dipinte di cui è fornito un recente aggiornamento, ha suggerito di dividere il capitolo in due filoni tematici: privilegio topografico e privilegio strutturale, da intendersi, inevitabilmente, come parti di un unico insieme. Fa da contraltare a questo capitolo la parte centrale dell’opera in cui, analizzando le sepolture definite comuni, ovverosia prive di alcun segno di distinzione o privilegio, è possibile per il lettore avere un quadro unitario delle attestazioni funerarie. Questa sezione del lavoro consente, inoltre, di approfondire svariate tematiche specifiche, come quella delle sepolture in relazione a strutture abitative o presso le pievi. Per quanto riguarda il terzo capitolo, esso è dedicato all'annoso tema del corredo, analizzato attraverso l'esame di specifiche sottocategorie del fenomeno. L'analisi condotta evidenzia la fragilità di alcune diffuse teorie interpretative, confermando al contempo la possibile presenza di ciò che può essere a tutti gli effetti definito come "paganesimo residuale". Da ultimo, dopo aver dedicato una parte del lavoro alla disamina delle differenti tipologie tombali individuate, le tre componenti del lavoro sopra elencate sono riesaminate nella parte conclusiva, in cui, comparando i diversi dati disponibili, si è tentato di delineare un quadro il più possibile vicino alla ricostruzione del rito funebre e del valore della memoria all’interno dei secoli considerati.
Archeologia funeraria in Italia Settentrionale tra VIII e X secolo
Colagrande, Andrea
2025
Abstract
L’archeologia funeraria, arricchita negli ultimi anni da numerose nuove scoperte e da un approccio sempre più interdisciplinare, ha trovato nel periodo immediatamente successivo al crollo dell’Impero Romano un contesto ideale per studiare, attraverso le sepolture, le grandi trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno cambiato radicalmente il modo di vivere delle persone e, di conseguenza, il loro rapporto con l’aldilà. Sebbene il crescente interesse per i mutamenti dei primi secoli dell’alto Medioevo abbia permesso di ricostruire, in particolare per la cultura longobarda, un quadro fedele della società attraverso lo studio del rapporto con la morte, ha tuttavia relegato in secondo piano i secoli finali di questo periodo, sottostimando i contesti funerari riferibili ai secoli che vanno dall’VIII al X. La presente ricerca, di contro, considerando l’elevata importanza assunta da questo arco cronologico, caratterizzato dalla fine della frammentazione delle strutture politiche, economiche, sociali e ideologiche, dalla scomparsa definitiva dell'arianesimo, dal trionfo del cattolicesimo tra i Longobardi e, dopo il 774, dall'alleanza tra i Carolingi e la Chiesa, ha la finalità di ricostruire, partendo dal dato archeologico, il rapporto tra l’uomo e la morte all’interno di una rinnovata ritualità funeraria, segnata da importanti cambiamenti rispetto ai secoli precedenti. Per un’analisi completa di contesti funerari diversificati è stato adottato un approccio metodologico che, in maniera imprescindibile, ha considerato le molteplici categorie che caratterizzano una tomba: i resti scheletrici, la pratica funeraria, la cultura materiale, i simboli. Con l’intento centrale di ricostruire la ritualità e la società altomedievale del Nord Italia partendo dall’analisi di contesti archeologici eterogenei, in prima istanza è stata condotta una fase di accurata analisi e interpretazione dei diversi contesti, partendo da uno spoglio bibliografico che, attraverso l’integrazione del dato archeologico e delle fonti scritte, ha consentito un primo censimento dei siti caratterizzati dalla presenza di sepolture riferibili ai secoli che intercorrono dall’VIII al X. L’indagine, condotta esaminando più di 80 tra riviste specifiche di settore, atti di convegno e altre numerose tipologie di pubblicazioni, ha portato alla classificazione di oltre 320 siti che, congiunti tra loro, permettono alle sepolture di raggiungere la quota di 7.726 unità contenenti al loro interno i resti di 8.491 individui. Per gestire in maniera più efficiente questa vasta quantità di dati, ogni sito è stato inserito all’interno di un database appositamente creato che, adottando linee guida volte a garantire l’uniformità delle informazioni, requisito fondamentale per la creazione di una schedatura preliminare il più possibile accurata, ha dato origine al catalogo presente al termine del lavoro. Quest’ultimo è stato concepito principalmente con l’intento di favorire il confronto e agevolare la comparabilità tra i diversi siti. Per adempiere a tale proposito è stata così adottata una terminologia univoca sia per quanto riguarda la definizione della tipologia tombale, a cui è dedicato il quarto capitolo, sia per quanto concerne i contesti archeologici. Nello specifico, si è deciso di suddividere questi ultimi nelle seguenti categorie: chiese comunitarie, chiese private, monasteri, cimiteri a file, battisteri, sepolture in relazione a strutture abitative, aree cimiteriali e sepolture isolate. In ciascun contesto, un primo elemento distintivo di rilievo è rappresentato dalla presenza o assenza di privilegio, tema analizzato nel primo capitolo. La diversa manifestazione del privilegio, attuata principalmente gestendo e normando la posizione delle sepolture all’interno dell’area cimiteriale e tramite l’edificazione di ricche strutture tombali, come ad esempio le sepolture dipinte di cui è fornito un recente aggiornamento, ha suggerito di dividere il capitolo in due filoni tematici: privilegio topografico e privilegio strutturale, da intendersi, inevitabilmente, come parti di un unico insieme. Fa da contraltare a questo capitolo la parte centrale dell’opera in cui, analizzando le sepolture definite comuni, ovverosia prive di alcun segno di distinzione o privilegio, è possibile per il lettore avere un quadro unitario delle attestazioni funerarie. Questa sezione del lavoro consente, inoltre, di approfondire svariate tematiche specifiche, come quella delle sepolture in relazione a strutture abitative o presso le pievi. Per quanto riguarda il terzo capitolo, esso è dedicato all'annoso tema del corredo, analizzato attraverso l'esame di specifiche sottocategorie del fenomeno. L'analisi condotta evidenzia la fragilità di alcune diffuse teorie interpretative, confermando al contempo la possibile presenza di ciò che può essere a tutti gli effetti definito come "paganesimo residuale". Da ultimo, dopo aver dedicato una parte del lavoro alla disamina delle differenti tipologie tombali individuate, le tre componenti del lavoro sopra elencate sono riesaminate nella parte conclusiva, in cui, comparando i diversi dati disponibili, si è tentato di delineare un quadro il più possibile vicino alla ricostruzione del rito funebre e del valore della memoria all’interno dei secoli considerati.File | Dimensione | Formato | |
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