La Vita di Pompeo di Plutarco costituisce una fonte di fondamentale importanza per coloro che intendono studiare la figura politica di Pompeo: si tratta infatti dell’unica biografia superstite sul personaggio, e dunque del testo che fornisce maggiori informazioni sulla sua carriera militare e politica, oltre che sulla sua personalità; inoltre, pur essendo stata redatta a due secoli di distanza dai fatti narrati, in questa Vita è confluito un materiale molto vicino cronologicamente a quegli eventi e per noi altrimenti sconosciuto. Eppure, diversamente dalle biografie dei suoi contemporanei, per lungo tempo la Vita di Pompeo non è stata oggetto di un commento e di un approfondimento a sé stante, ma tuttalpiù di considerazioni parziali, inserite all’interno di studi più generici sull’opera di Plutarco o in riflessioni su aspetti selezionati della biografia. L’assenza di uno studio sistematico è stata parzialmente colmata nel corso degli anni Novanta dalla pubblicazione di un commento storico alla prima sezione dell’opera, a cura di Herbert Heftner – Plutarch und der Aufstieg des Pompeius. Ein historischer Kommentar zu Plutarchs Pompeiusvita. Teil I: Kap. 1-45 (1995), versione riveduta e ampliata della dissertazione dottorale discussa a Vienna nel 1993/94. La scelta dell’autore di dedicare l’analisi soltanto ai primi 45 capitoli della biografia si spiega con l’ampiezza dell’opera commentata e con le peculiari esigenze delle tempistiche dottorali, ma trova anche giustificazione nella strutturazione pensata da Plutarco, in cui il cap. 46 costituisce lo snodo centrale. L’anno successivo (1996) veniva pubblicato il volume ‘Agesilao e Pompeo’ per i tipi della BUR, con prefazione, note e traduzione a cura di A. Marcone, la cui analisi tuttavia, per le caratteristiche del libro che la accoglie, si mantiene a un livello divulgativo. Nel frattempo, l’edizione delle Vite di Agesilao e Pompeo inserita nel Piano dell’opera dalla Fondazione Lorenzo Valla (a cura di M. G. Angeli Bertinelli, C. Carena, M. Manfredini e L. Santi Amantini) non ha mai visto la luce, e il commento di Heftner risulta ancora privo di seguito. Vale dunque ancora oggi quanto affermato da Marcone quasi 30 anni fa, e cioè che «il più equilibrato apprezzamento del valore [della Vita di Pompeo] come fonte, cui si è giunti […] dopo un lungo periodo di sottoconsiderazione, rende tale studio assai auspicabile, tanto più se si considera che […] nelle linee principali [il Pompeo di Plutarco] è il Pompeo storico degli antichi». La presente tesi dottorale intende dunque colmare questa lacuna. Lo fa, tuttavia, non con l’approccio di un tradizionale commento storico alla seconda sezione dell’opera – come previsto dal piano iniziale del lavoro – ma tramite una riconsiderazione della biografia nel suo complesso, che permetta sia di valutarne l’organicità a dispetto della sua ideale divisione in due sezioni, sia di aggiornare il già esaustivo lavoro di Heftner alla luce degli interessanti spunti di analisi forniti da più recenti pubblicazioni sul tema. Seguendo l’impostazione del volume Themes, Character, and Politics in Plutarch’s Life of Lucullus: The Construction of a Roman Aristocrat di Manuel Tröster (2008), la Vita di Pompeo è qui esaminata scomponendola nei suoi principali filoni tematici, ma al contempo, rispetto al lavoro di Tröster, aderendo strettamente al testo plutarcheo: pertanto il lavoro si configura come un’analisi dettagliata di una serie di episodi della Vita ritenuti particolarmente significativi. Questo approccio ‘selettivo’ al testo si è reso necessario per esigenze temporali, giacché portare a compimento un commento tradizionale dell’intera biografia – una delle più lunghe fra le Vite plutarchee – nel corso di un percorso dottorale di tre o quattro anni sarebbe stato evidentemente impossibile, come già dimostrava l’esperienza di Heftner. Allo stesso tempo, tuttavia, il metodo utilizzato è stato ritenuto il più adatto a render giustizia alla complessità delle Vite plutarchee. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che queste opere non appartengono propriamente al genere della storiografia, ma piuttosto a quella forma ibrida e di difficile definizione che è il bios. Come Plutarco riferisce nel celebre incipit della Vita di Alessandro (1.1-2), ἱστορία e βίος si propongono differenti obiettivi: mentre la prima intende riferire i grandi eventi del passato in modo completo ed esaustivo, il secondo si concentra piuttosto sulla narrazione degli episodi più rappresentativi del carattere (ἦθος) dei suoi protagonisti. Ciò vale in particolar modo per la Vita di Pompeo, dove Plutarco afferma esplicitamente di volersi concentrare su quelle «imprese e vicende che hanno un rilievo maggiore e possono meglio mettere in luce il carattere del personaggio» (δηλούντων τὸ ἦθος τοῦ ἀνδρός) (Pomp. 8.7). Plutarco concentra la sua attenzione sull’ἦθος dei suoi personaggi allo scopo di perseguire il miglioramento della disposizione morale propria e di quella dei suoi lettori, come leggiamo nell’incipit della Vita di Emilio Paolo (1.1-3). Il pubblico al quale Plutarco si rivolge e che desidera ammaestrare è composto da uomini attivi a vari livelli nella vita dell’Impero, non solo greci colti, ma anche membri dell’élite politica romana. Ne consegue che Plutarco utilizza i vizi e le virtù dei protagonisti delle sue Vite come linee guida per strutturare una narrazione il cui obiettivo primario è quello di fornire una lezione al suo pubblica, sia essa da considerarsi di tipo esclusivamente ‘morale’ (Duff 1999: 53), o più latamente ‘politico’ (Stadter 2014: 10, 12, 44, 50-52, 121-122, 218, 230, 236) o addirittura ‘pragmatico’ (Jacobs 2018: 5-10). Per valutare in modo adeguato i dati storici contenuti all’interno della Vita di Pompeo, si è quindi deciso partire dalla considerazione delle specificità del genere biografico e delle finalità dell’opera, scopo al quale è dedicato il capitolo introduttivo di questo lavoro. Dopo aver fornito un quadro generale dei contenuti e della struttura della Vita di Pompeo, e delle modalità di caratterizzazione utilizzate da Plutarco nel corso del suo svolgimento (fra le quali un ruolo importante è giocato soprattutto dalla synkrisis interna e con la Vita parallela greca), l’attenzione si rivolge all’esplorazione degli episodi più significativi del testo, accomunati dalla volontà di veicolare uno stesso messaggio morale e politico attorno a quattro temi centrali: il legame di Pompeo con gli amici (Capitolo 2); la gestione della contenziosità e delle rivalità che ne derivano (Capitolo 3); l’atteggiamento verso le donne e il lusso (Capitolo 4); l’interazione con il demos (Capitolo 5). Nel corso di quest’analisi, i dati ricavati dalla lettura dei singoli episodi della Vita sono inseriti nel quadro più generale del pensiero plutarcheo, ricostruito attraverso la comparazione con il testo dei Moralia e quello delle altre Vite parallele. Viene dunque applicato un metodo interdisciplinare e intertestuale, facendo dialogare fra di loro il piano di analisi prettamente storico con quello linguistico, filosofico e letterario. Allo stesso tempo, poiché Plutarco scrive a due secoli di distanza dai fatti, si rende necessario affrontare almeno in parte la questione dei testi che ha consultato. La scelta delle fonti, infatti, non è neutrale e gioca un ruolo cruciale nel modo in cui Plutarco presenta gli eventi e i personaggi. Dato che la maggior parte delle opere utilizzate dal biografo sono oggi perdute, il confronto con le altre fonti superstiti si rivela essenziale per determinare in quale misura i contenuti dell’opera plutarchea siano frutto dell’interpretazione personale del biografo o dipendano da una tradizione comune. L’obiettivo di questo tipo di lavoro non è comunque quello di identificare le fonti esatte di Plutarco, ma piuttosto, in linea con la critica più recente, quello di ricostruire una o più tradizioni su un dato evento. In definitiva, questa tesi si propone di fornire una guida alla lettura e all’uso della Vita di Pompeo, per una sua corretta contestualizzazione e interpretazione. Pur non avendo la pretesa di costituire uno studio esaustivo e sistematico di tutta la biografia, l’analisi degli episodi selezionati permette di sondare le principali linee interpretative del testo, consentendo infine di giungere ad alcune conclusioni sul metodo di lavoro di Plutarco e sul valore storico della sua opera. Con questo lavoro, si spera in particolare di poter determinare quanto la narrativa plutarchea sulla vita di Pompeo sia attendibile, e in quale misura essa sia stata influenzata da una parte dalle fonti utilizzate, dall’altra dallo scopo che Plutarco si prefiggeva di raggiungere e dalla temperie storica e culturale nella quale egli scriveva.
Costruzione storica e filosofia morale nella "Vita di Pompeo" di Plutarco: un commento tematico
Cau, Francesca
2025
Abstract
La Vita di Pompeo di Plutarco costituisce una fonte di fondamentale importanza per coloro che intendono studiare la figura politica di Pompeo: si tratta infatti dell’unica biografia superstite sul personaggio, e dunque del testo che fornisce maggiori informazioni sulla sua carriera militare e politica, oltre che sulla sua personalità; inoltre, pur essendo stata redatta a due secoli di distanza dai fatti narrati, in questa Vita è confluito un materiale molto vicino cronologicamente a quegli eventi e per noi altrimenti sconosciuto. Eppure, diversamente dalle biografie dei suoi contemporanei, per lungo tempo la Vita di Pompeo non è stata oggetto di un commento e di un approfondimento a sé stante, ma tuttalpiù di considerazioni parziali, inserite all’interno di studi più generici sull’opera di Plutarco o in riflessioni su aspetti selezionati della biografia. L’assenza di uno studio sistematico è stata parzialmente colmata nel corso degli anni Novanta dalla pubblicazione di un commento storico alla prima sezione dell’opera, a cura di Herbert Heftner – Plutarch und der Aufstieg des Pompeius. Ein historischer Kommentar zu Plutarchs Pompeiusvita. Teil I: Kap. 1-45 (1995), versione riveduta e ampliata della dissertazione dottorale discussa a Vienna nel 1993/94. La scelta dell’autore di dedicare l’analisi soltanto ai primi 45 capitoli della biografia si spiega con l’ampiezza dell’opera commentata e con le peculiari esigenze delle tempistiche dottorali, ma trova anche giustificazione nella strutturazione pensata da Plutarco, in cui il cap. 46 costituisce lo snodo centrale. L’anno successivo (1996) veniva pubblicato il volume ‘Agesilao e Pompeo’ per i tipi della BUR, con prefazione, note e traduzione a cura di A. Marcone, la cui analisi tuttavia, per le caratteristiche del libro che la accoglie, si mantiene a un livello divulgativo. Nel frattempo, l’edizione delle Vite di Agesilao e Pompeo inserita nel Piano dell’opera dalla Fondazione Lorenzo Valla (a cura di M. G. Angeli Bertinelli, C. Carena, M. Manfredini e L. Santi Amantini) non ha mai visto la luce, e il commento di Heftner risulta ancora privo di seguito. Vale dunque ancora oggi quanto affermato da Marcone quasi 30 anni fa, e cioè che «il più equilibrato apprezzamento del valore [della Vita di Pompeo] come fonte, cui si è giunti […] dopo un lungo periodo di sottoconsiderazione, rende tale studio assai auspicabile, tanto più se si considera che […] nelle linee principali [il Pompeo di Plutarco] è il Pompeo storico degli antichi». La presente tesi dottorale intende dunque colmare questa lacuna. Lo fa, tuttavia, non con l’approccio di un tradizionale commento storico alla seconda sezione dell’opera – come previsto dal piano iniziale del lavoro – ma tramite una riconsiderazione della biografia nel suo complesso, che permetta sia di valutarne l’organicità a dispetto della sua ideale divisione in due sezioni, sia di aggiornare il già esaustivo lavoro di Heftner alla luce degli interessanti spunti di analisi forniti da più recenti pubblicazioni sul tema. Seguendo l’impostazione del volume Themes, Character, and Politics in Plutarch’s Life of Lucullus: The Construction of a Roman Aristocrat di Manuel Tröster (2008), la Vita di Pompeo è qui esaminata scomponendola nei suoi principali filoni tematici, ma al contempo, rispetto al lavoro di Tröster, aderendo strettamente al testo plutarcheo: pertanto il lavoro si configura come un’analisi dettagliata di una serie di episodi della Vita ritenuti particolarmente significativi. Questo approccio ‘selettivo’ al testo si è reso necessario per esigenze temporali, giacché portare a compimento un commento tradizionale dell’intera biografia – una delle più lunghe fra le Vite plutarchee – nel corso di un percorso dottorale di tre o quattro anni sarebbe stato evidentemente impossibile, come già dimostrava l’esperienza di Heftner. Allo stesso tempo, tuttavia, il metodo utilizzato è stato ritenuto il più adatto a render giustizia alla complessità delle Vite plutarchee. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che queste opere non appartengono propriamente al genere della storiografia, ma piuttosto a quella forma ibrida e di difficile definizione che è il bios. Come Plutarco riferisce nel celebre incipit della Vita di Alessandro (1.1-2), ἱστορία e βίος si propongono differenti obiettivi: mentre la prima intende riferire i grandi eventi del passato in modo completo ed esaustivo, il secondo si concentra piuttosto sulla narrazione degli episodi più rappresentativi del carattere (ἦθος) dei suoi protagonisti. Ciò vale in particolar modo per la Vita di Pompeo, dove Plutarco afferma esplicitamente di volersi concentrare su quelle «imprese e vicende che hanno un rilievo maggiore e possono meglio mettere in luce il carattere del personaggio» (δηλούντων τὸ ἦθος τοῦ ἀνδρός) (Pomp. 8.7). Plutarco concentra la sua attenzione sull’ἦθος dei suoi personaggi allo scopo di perseguire il miglioramento della disposizione morale propria e di quella dei suoi lettori, come leggiamo nell’incipit della Vita di Emilio Paolo (1.1-3). Il pubblico al quale Plutarco si rivolge e che desidera ammaestrare è composto da uomini attivi a vari livelli nella vita dell’Impero, non solo greci colti, ma anche membri dell’élite politica romana. Ne consegue che Plutarco utilizza i vizi e le virtù dei protagonisti delle sue Vite come linee guida per strutturare una narrazione il cui obiettivo primario è quello di fornire una lezione al suo pubblica, sia essa da considerarsi di tipo esclusivamente ‘morale’ (Duff 1999: 53), o più latamente ‘politico’ (Stadter 2014: 10, 12, 44, 50-52, 121-122, 218, 230, 236) o addirittura ‘pragmatico’ (Jacobs 2018: 5-10). Per valutare in modo adeguato i dati storici contenuti all’interno della Vita di Pompeo, si è quindi deciso partire dalla considerazione delle specificità del genere biografico e delle finalità dell’opera, scopo al quale è dedicato il capitolo introduttivo di questo lavoro. Dopo aver fornito un quadro generale dei contenuti e della struttura della Vita di Pompeo, e delle modalità di caratterizzazione utilizzate da Plutarco nel corso del suo svolgimento (fra le quali un ruolo importante è giocato soprattutto dalla synkrisis interna e con la Vita parallela greca), l’attenzione si rivolge all’esplorazione degli episodi più significativi del testo, accomunati dalla volontà di veicolare uno stesso messaggio morale e politico attorno a quattro temi centrali: il legame di Pompeo con gli amici (Capitolo 2); la gestione della contenziosità e delle rivalità che ne derivano (Capitolo 3); l’atteggiamento verso le donne e il lusso (Capitolo 4); l’interazione con il demos (Capitolo 5). Nel corso di quest’analisi, i dati ricavati dalla lettura dei singoli episodi della Vita sono inseriti nel quadro più generale del pensiero plutarcheo, ricostruito attraverso la comparazione con il testo dei Moralia e quello delle altre Vite parallele. Viene dunque applicato un metodo interdisciplinare e intertestuale, facendo dialogare fra di loro il piano di analisi prettamente storico con quello linguistico, filosofico e letterario. Allo stesso tempo, poiché Plutarco scrive a due secoli di distanza dai fatti, si rende necessario affrontare almeno in parte la questione dei testi che ha consultato. La scelta delle fonti, infatti, non è neutrale e gioca un ruolo cruciale nel modo in cui Plutarco presenta gli eventi e i personaggi. Dato che la maggior parte delle opere utilizzate dal biografo sono oggi perdute, il confronto con le altre fonti superstiti si rivela essenziale per determinare in quale misura i contenuti dell’opera plutarchea siano frutto dell’interpretazione personale del biografo o dipendano da una tradizione comune. L’obiettivo di questo tipo di lavoro non è comunque quello di identificare le fonti esatte di Plutarco, ma piuttosto, in linea con la critica più recente, quello di ricostruire una o più tradizioni su un dato evento. In definitiva, questa tesi si propone di fornire una guida alla lettura e all’uso della Vita di Pompeo, per una sua corretta contestualizzazione e interpretazione. Pur non avendo la pretesa di costituire uno studio esaustivo e sistematico di tutta la biografia, l’analisi degli episodi selezionati permette di sondare le principali linee interpretative del testo, consentendo infine di giungere ad alcune conclusioni sul metodo di lavoro di Plutarco e sul valore storico della sua opera. Con questo lavoro, si spera in particolare di poter determinare quanto la narrativa plutarchea sulla vita di Pompeo sia attendibile, e in quale misura essa sia stata influenzata da una parte dalle fonti utilizzate, dall’altra dallo scopo che Plutarco si prefiggeva di raggiungere e dalla temperie storica e culturale nella quale egli scriveva.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/207687
URN:NBN:IT:UNITN-207687