Il lavoro di ricerca verte sull'analisi dell'istituto degli accomodamenti ragionevoli come strumento per bilanciare le prerogative datoriali con la libertà religiosa dei lavoratori. Partendo dal presupposto che il diritto del lavoro non può ignorare la componente identitaria rappresentata dalla religione, soprattutto in riferimento alle minoranze, la ricerca si propone di verificare se tale istituto, ispirato alla tradizione giuridica canadese, possa trovare applicazione nell’ordinamento euro-unitario. La prima parte della ricerca esamina l’esperienza canadese, dove gli accomodamenti ragionevoli hanno trovato terreno fertile in ragione del tessuto sociale particolarmente diversificato e grazie a una giurisprudenza sensibile alle istanze culturali e religiose. Attraverso l’analisi dei principali sviluppi normativi e giurisprudenziali canadesi, incluso un approfondimento particolare per la provincia del Québec, vengono esaminati i criteri e i limiti di questo istituto. Nella seconda parte della ricerca l’attenzione si sposta sul contesto euro-unitario, indagando il ruolo della Direttiva 2000/78/CE e della giurisprudenza della Corte di Giustizia in tema di discriminazioni religiose sul lavoro. L’analisi evidenzia le lacune della normativa attuale, che limita gli accomodamenti ragionevoli al solo fattore disabilità, per poi vagliare la possibilità di estendere l’istituto agli accomodamenti anche al fattore religioso, considerando le implicazioni valoriali e normative. L’obiettivo finale della ricerca non è proporre soluzioni definitive, ma evidenziare la necessità di un approccio più inclusivo nell'affrontare le sfide derivanti dalla diversità religiosa sul luogo di lavoro, alla ricerca di un bilanciamento fra diritti dei lavoratori e esigenze datoriali.

Accomodamenti ragionevoli per motivi religiosi? La lezione canadese

Dolazza, Laura
2025

Abstract

Il lavoro di ricerca verte sull'analisi dell'istituto degli accomodamenti ragionevoli come strumento per bilanciare le prerogative datoriali con la libertà religiosa dei lavoratori. Partendo dal presupposto che il diritto del lavoro non può ignorare la componente identitaria rappresentata dalla religione, soprattutto in riferimento alle minoranze, la ricerca si propone di verificare se tale istituto, ispirato alla tradizione giuridica canadese, possa trovare applicazione nell’ordinamento euro-unitario. La prima parte della ricerca esamina l’esperienza canadese, dove gli accomodamenti ragionevoli hanno trovato terreno fertile in ragione del tessuto sociale particolarmente diversificato e grazie a una giurisprudenza sensibile alle istanze culturali e religiose. Attraverso l’analisi dei principali sviluppi normativi e giurisprudenziali canadesi, incluso un approfondimento particolare per la provincia del Québec, vengono esaminati i criteri e i limiti di questo istituto. Nella seconda parte della ricerca l’attenzione si sposta sul contesto euro-unitario, indagando il ruolo della Direttiva 2000/78/CE e della giurisprudenza della Corte di Giustizia in tema di discriminazioni religiose sul lavoro. L’analisi evidenzia le lacune della normativa attuale, che limita gli accomodamenti ragionevoli al solo fattore disabilità, per poi vagliare la possibilità di estendere l’istituto agli accomodamenti anche al fattore religioso, considerando le implicazioni valoriali e normative. L’obiettivo finale della ricerca non è proporre soluzioni definitive, ma evidenziare la necessità di un approccio più inclusivo nell'affrontare le sfide derivanti dalla diversità religiosa sul luogo di lavoro, alla ricerca di un bilanciamento fra diritti dei lavoratori e esigenze datoriali.
16-apr-2025
Italiano
Nogler, Luca
Università degli studi di Trento
TRENTO
228
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/207943
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNITN-207943