Costruire dall’interno della preesistenza. Declinazioni del rapporto tra scatola muraria e copertura nell’architettura di Danilo Guerri

The research investigates the work of Marche native architect Danilo Guerri (1939-2016), identifying as its main theoretical-interpretative nucleus the relationship between constructive datum, architectural form and quality of space developed during the transformation of existing buildings. Having established the margins of this precise critical slant - to which the role of architect-constructor, as Guerri defines himself, is naturally inclined - the dissertation delves into the reasons for this approach by retracing the years of his education in Rome and his first professional experiences, as well as the definition of a cultural background and the start of a new working season (both professional and academic) marked by his return to the Marche region. The reconstruction of this scenario offers the opportunity to undertake a transversal reading of Guerri’s work and to codify its most emblematic architectural and constructive features. Following the framing of the theoretical and design cornerstones within which the author moves, the field of investigation narrows down to three paradigmatic case studies: Casa Guerri in Falconara Alta (1975-1977), the Cassa Rurale e Artigiana in Castelferretti (1977-1982) and Casa Salina in Civitanova Marche (1997-2005). Although through different intervention strategies, these architectures are united by the desire to redesign the pre-existence from the inside; the interior space of the already constructed buildings is completely dismantled and rethought, while the masonry envelope is preserved and consolidated or - where structural needs dictate its demolition - suitably reconstructed. The preservation of the ancient facies returns an artefact that is coherent with the reality that hosts it, preserving and enhancing its historical memory, while the new project spaces see the affirmation of a more avowedly modern structural conception, which is often linked to a reinterpretation of traditional forms, materials and techniques. The transformation process of the enclosed space, moreover, identifies in the constructive form of the roof (whether conclusive or intermediate) a device of internal characterisation and hierarchisation. From this point of view, the analytical study of the three considered projects - assisted by the development of critical redrawings and graphic analyses - investigates the intrinsic relationship between masonry box, roof and built space. In conclusion, the dissertation proposes some thoughts that - abstracting themselves from the specificity of the chosen theme - lead to a general consideration applicable to the relationship between pre-existence and architectural design, deducing from Guerri’s work some paradigms of an atemporal method capable of combining conservative and transformative instances in the approach to the recovery and reuse of built heritage.

Il lavoro di ricerca indaga l’opera dell’architetto marchigiano Danilo Guerri (1939-2016), individuando come principale nucleo teorico-interpretativo il rapporto tra dato costruttivo, forma architettonica e qualità dello spazio messo a punto in occasione di interventi di trasformazione di edifici esistenti. Stabiliti i margini di questo preciso taglio critico – a cui la veste di architetto-costruttore, come Guerri stesso si definisce, è naturalmente incline – la trattazione approfondisce le ragioni di tale approccio ripercorrendo gli anni della formazione romana e delle prime esperienze professionali, così come la definizione di un bagaglio culturale di riferimento e l’avvio di una nuova stagione lavorativa (sia professionale che accademica) segnata dal ritorno nelle Marche. La ricostruzione di questo scenario offre l’opportunità di intraprendere una lettura trasversale dell’opera di Guerri e di codificarne i caratteri architettonici e costruttivi più emblematici. A seguito dell’inquadramento dei capisaldi teorici e progettuali entro cui l’autore si muove, il campo di indagine si restringe a tre casi studio paradigmatici: casa Guerri a Falconara Alta (1975-1977), la Cassa Rurale e Artigiana di Castelferretti (1977-1982) e casa Salina a Civitanova Marche (1997-2005). Seppur attraverso strategie di intervento differenti, queste architetture sono accomunate dalla volontà di riprogettare la preesistenza dall’interno; lo spazio interno dei fabbricati già costruiti viene completamente smantellato e ripensato, mentre l’involucro murario è preservato e consolidato o – là dove le esigenze strutturali ne impongono la demolizione – opportunamente ricostruito. La salvaguardia della facies antica restituisce un manufatto coerente con la realtà che lo ospita, custodendone e valorizzandone la memoria storica, mentre le nuove spazialità di progetto vedono l’affermazione di una concezione strutturale più dichiaratamente moderna, spesso legata anche ad una reinterpretazione delle forme, dei materiali e delle tecniche della tradizione. Il processo di trasformazione dell’invaso spaziale, inoltre, individua nella forma costruttiva della copertura (sia essa conclusiva o intermedia) un dispositivo di caratterizzazione e di gerarchizzazione interna. In quest’ottica, l’approfondimento analitico dei tre progetti considerati – coadiuvato dalla messa a punto di ridisegni critici ed analisi grafiche – indaga la relazione intrinseca tra scatola muraria, copertura e spazio costruito. In conclusione, la trattazione propone delle considerazioni che – astraendosi dalla specificità del tema scelto – conducono ad una riflessione di carattere generale applicabile al rapporto tra preesistenza e progetto di architettura, desumendo dal lavoro di Guerri dei paradigmi di metodo atemporali in grado di coniugare, nell’approccio al recupero e al riuso del patrimonio costruito, istanze conservative e trasformative.