Il lavoro di tesi si concentra, nello specifico, sull’istituto degli Appalti Verdi. L’espressione “appalti verdi” sta ad indicare l’insieme degli strumenti giuridici volti a promuovere la graduale integrazione degli interessi ambientali nella disciplina legislativa dei contratti pubblici aventi ad oggetto l’esecuzione di lavori, la fornitura di beni o la prestazione di servizi. La scelta di questo tema è dettata dal rilevante potere contrattuale posseduto dalla Pubblica Amministrazione in questo specifico settore. Il valore degli acquisti pubblici, in Italia, nel 2023, è stato pari a 374 miliardi di euro, corrispondente a circa il 15-20% del valore del Pil. Tale dato è alquanto eloquente e spiega il motivo per il quale l'acquisto pubblico sia un ottimo veicolo per introdurre una spinta sostenibile nel mercato delle imprese e aprire la strada a ciò che qualcuno ha definito come un “mercato ambientale comune”. La contrattualistica pubblica sostenibile è proprio il prodotto del bilanciamento di questi due valori, la tutela ambientale e quella economica. È infatti possibile influenzare il mercato anche attraverso l’uso strategico degli acquisti pubblici, che hanno l’attitudine a produrre effetti ulteriori a cascata sugli operatori economici del mercato, in termini di incentivazione a trovare soluzioni produttive eco-efficienti. Proprio perché l’economia può incontrare nella tutela dell’ambiente un ostacolo alla sua crescita, il ruolo del decisore pubblico - del legislatore ma anche dell’Amministrazione - è quello di trovare il punto di equilibrio ottimale affinché la crescita economica sia fonte di ricchezza per la generazione presente e, al contempo, non precluda la medesima possibilità di produrre ricchezza alle generazioni future; ovverosia, affinché la crescita sia, in una parola, sostenibile. Questa immagine appena descritta deriva dalla definizione ormai consolidata del concetto di sviluppo sostenibile, descritto per la prima volta nel Rapporto “Our common future” del 1987, dalla Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo, con queste parole: «Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs». Nello specifico, attraverso il principio dello sviluppo sostenibile, l’ambiente ha assunto un valore tanto importante da essere posto come limite ad altre libertà costituzionalmente garantite, quale il libero esercizio dell’attività economica privata, condizionando gli equilibri del mercato nazionale, europeo ed internazionale e conferendo ai pubblici poteri il compito di salvaguardare l’ambiente e di indirizzare, per quanto possibile, gli operatori economici verso l’assunzione di politiche aziendali ecosostenibili. Per tale motivo, La domanda attorno alla quale ruota l’analisi degli istituti effettuata nel lavoro di tesi è la seguente: l’attuazione del principio dello sviluppo sostenibile giustifica l’anteposizione di ragioni ambientali a ragioni di natura economica nelle procedure di acquisto pubbliche? E, nel caso in cui la risposta sia positiva, in che misura l’attuazione del principio giustifica questa anteposizione?
Gli acquisti pubblici sostenibili
SANCILIO, LAURA
2025
Abstract
Il lavoro di tesi si concentra, nello specifico, sull’istituto degli Appalti Verdi. L’espressione “appalti verdi” sta ad indicare l’insieme degli strumenti giuridici volti a promuovere la graduale integrazione degli interessi ambientali nella disciplina legislativa dei contratti pubblici aventi ad oggetto l’esecuzione di lavori, la fornitura di beni o la prestazione di servizi. La scelta di questo tema è dettata dal rilevante potere contrattuale posseduto dalla Pubblica Amministrazione in questo specifico settore. Il valore degli acquisti pubblici, in Italia, nel 2023, è stato pari a 374 miliardi di euro, corrispondente a circa il 15-20% del valore del Pil. Tale dato è alquanto eloquente e spiega il motivo per il quale l'acquisto pubblico sia un ottimo veicolo per introdurre una spinta sostenibile nel mercato delle imprese e aprire la strada a ciò che qualcuno ha definito come un “mercato ambientale comune”. La contrattualistica pubblica sostenibile è proprio il prodotto del bilanciamento di questi due valori, la tutela ambientale e quella economica. È infatti possibile influenzare il mercato anche attraverso l’uso strategico degli acquisti pubblici, che hanno l’attitudine a produrre effetti ulteriori a cascata sugli operatori economici del mercato, in termini di incentivazione a trovare soluzioni produttive eco-efficienti. Proprio perché l’economia può incontrare nella tutela dell’ambiente un ostacolo alla sua crescita, il ruolo del decisore pubblico - del legislatore ma anche dell’Amministrazione - è quello di trovare il punto di equilibrio ottimale affinché la crescita economica sia fonte di ricchezza per la generazione presente e, al contempo, non precluda la medesima possibilità di produrre ricchezza alle generazioni future; ovverosia, affinché la crescita sia, in una parola, sostenibile. Questa immagine appena descritta deriva dalla definizione ormai consolidata del concetto di sviluppo sostenibile, descritto per la prima volta nel Rapporto “Our common future” del 1987, dalla Commissione mondiale su Ambiente e Sviluppo, con queste parole: «Sustainable development is development that meets the needs of the present without compromising the ability of future generations to meet their own needs». Nello specifico, attraverso il principio dello sviluppo sostenibile, l’ambiente ha assunto un valore tanto importante da essere posto come limite ad altre libertà costituzionalmente garantite, quale il libero esercizio dell’attività economica privata, condizionando gli equilibri del mercato nazionale, europeo ed internazionale e conferendo ai pubblici poteri il compito di salvaguardare l’ambiente e di indirizzare, per quanto possibile, gli operatori economici verso l’assunzione di politiche aziendali ecosostenibili. Per tale motivo, La domanda attorno alla quale ruota l’analisi degli istituti effettuata nel lavoro di tesi è la seguente: l’attuazione del principio dello sviluppo sostenibile giustifica l’anteposizione di ragioni ambientali a ragioni di natura economica nelle procedure di acquisto pubbliche? E, nel caso in cui la risposta sia positiva, in che misura l’attuazione del principio giustifica questa anteposizione?File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/215265
URN:NBN:IT:UNIUD-215265