Il lavoro di tesi studia la costruzione di un paradigma etico-politico nell’Inamoramento de Orlando di Matteo Maria Boiardo, un paradigma che rappresenta gli orizzonti ideologici della corte e del potere estense. Questo studio nasce da una serie di ipotesi sollevate da Riccardo Bruscagli (Stagioni della civiltà estense, 1983 – da cui si desume il concetto di «civiltà estense» del titolo) sulla «cornice ideologica» in cui si inserisce il poema, un insieme omogeneo di simbologie, rappresentazioni e valori che unificano signore, autore e corte sotto la prospettiva di un modello comune di politica, società e civiltà. Partendo dall’analisi di alcuni significativi proemi, Bruscagli segnalava alcuni caratteri del rapporto fra autore e contesto di ricezione: la primavera estense annunciata all’esordio del secondo libro, una traduzione in termini lirico-cavallereschi di un topos tipicamente politico come quello dell’età dell’oro; il rapporto insistito e complesso con il pubblico di corte, non riducibile al gioco colto sui codici della tradizione canterina; il conflitto tra virtù e fortuna come perno nodale dell’opera: questioni che finora non hanno sollevato risposte d’insieme. Il presente lavoro vuole ovviare a questa mancanza, realizzando una lettura ad ampio raggio del poema, e incastonando le emergenze del dato testuale in quella cornice storica in cui il poema viene composto, dall’investitura di Ercole d’Este come successore di Borso allo scoppio delle Guerre d’Italia.

UN POEMA PER LA CORTE. L’INAMORAMENTO DE ORLANDO E LA CIVILTÀ ESTENSE

CACCAMO, ANGELO PIETRO
2025

Abstract

Il lavoro di tesi studia la costruzione di un paradigma etico-politico nell’Inamoramento de Orlando di Matteo Maria Boiardo, un paradigma che rappresenta gli orizzonti ideologici della corte e del potere estense. Questo studio nasce da una serie di ipotesi sollevate da Riccardo Bruscagli (Stagioni della civiltà estense, 1983 – da cui si desume il concetto di «civiltà estense» del titolo) sulla «cornice ideologica» in cui si inserisce il poema, un insieme omogeneo di simbologie, rappresentazioni e valori che unificano signore, autore e corte sotto la prospettiva di un modello comune di politica, società e civiltà. Partendo dall’analisi di alcuni significativi proemi, Bruscagli segnalava alcuni caratteri del rapporto fra autore e contesto di ricezione: la primavera estense annunciata all’esordio del secondo libro, una traduzione in termini lirico-cavallereschi di un topos tipicamente politico come quello dell’età dell’oro; il rapporto insistito e complesso con il pubblico di corte, non riducibile al gioco colto sui codici della tradizione canterina; il conflitto tra virtù e fortuna come perno nodale dell’opera: questioni che finora non hanno sollevato risposte d’insieme. Il presente lavoro vuole ovviare a questa mancanza, realizzando una lettura ad ampio raggio del poema, e incastonando le emergenze del dato testuale in quella cornice storica in cui il poema viene composto, dall’investitura di Ercole d’Este come successore di Borso allo scoppio delle Guerre d’Italia.
8-giu-2025
Italiano
Matteo Maria Boiardo
Este
poema cavalleresco
Quattrocento
corte
Cabani, Maria Cristina
Fedi, Francesca
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
relazione_di_fine_corso.pdf

non disponibili

Dimensione 184.93 kB
Formato Adobe PDF
184.93 kB Adobe PDF
tesi_finale_per_ETD.pdf

accesso aperto

Dimensione 4.41 MB
Formato Adobe PDF
4.41 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/215497
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-215497