Il lavoro prende avvio dall’esigenza di indagare la funzione e i contenuti del ne bis in idem sostanziale, frequentemente richiamato dalla dottrina e dalla giurisprudenza, ma privo, ciononostante, di una ricostruzione sufficientemente condivisa. L’ipotesi di partenza è che l’idea di “ne bis in idem sostanziale” sia invocata per rispondere a una pluralità di istanze, che vanno dalla garanzia che la qualificazione giuridica del fatto risponda al canone di legalità-tipicità dell’illecito penale, all’esigenza di assicurare proporzionalità al trattamento sanzionatorio. L’indagine, pertanto, si propone di ricostruire funzione, contenuto e collocazione sistematica del principio di ne bis in idem sostanziale, tanto nell’ambito del c.d. concorso apparente di norme, quanto nel contesto del c.d. concorso effettivo di illeciti. La prima parte è dedicata alla ricerca di “tracce” del principio, oltre che nell’esperienza giuridica italiana, in altri ordinamenti europei in cui esso è variamente declinato, nella giurisprudenza delle Corti europee e nell’ambito del diritto penale internazionale. In tale fase di indagine, si tiene conto non soltanto dell’eventuale riconoscimento espresso di un principio individuato attraverso la ben nota formula “ne bis in idem”, ma anche degli istituti che, pur in assenza di un’esplicita e consolidata riconduzione a tale principio, risultino comunque preposti alla medesima funzione di evitare il fenomeno di plurima qualificazione o di plurima sanzione di un fatto definibile come unitario. La parte centrale del lavoro si sofferma sui dati emersi all’esito della prima fase della ricerca e sulle conclusioni intermedie che se ne sono ricavate. Confermata l’ipotesi di partenza – secondo la quale, nelle diverse esperienze giuridiche, dietro all’idea di ne bis in idem sostanziale si celano una pluralità di istanze, legate alla garanzia di legalità-tipicità e alla proporzionalità sanzionatoria – il Capitolo II tenta di approfondire le possibili relazioni tra le due esigenze evidenziate all’esito dello studio comparato. Rilevato che il ne bis in idem sostanziale può assumere due diversi contenuti, che si muovono l’uno a livello di qualificazioni giuridiche, l’altro sul piano sanzionatorio, il Capitolo III si sofferma sul rapporto fra tali piani, sollevando alcuni rilievi critici in ordine all’autonomia di quello “qualificatorio” ai fini della ricostruzione del ne bis in idem sostanziale e delle sue ricadute sulla disciplina del concorso di norme e di reati. L’ultima parte dell’indagine è dedicata all’analisi dei modelli di disciplina delle ipotesi in cui una vicenda concreta corrisponda a più fattispecie di reato e sia, quindi, suscettibile di ricevere più qualificazioni giuridico-penali. Il risultato che ne emerge è la necessità di assicurare un equilibrio tra l’ambito dei meccanismi di riduzione operanti sul piano delle qualificazioni giuridiche e quelli che intervengono, invece, al momento della commisurazione del trattamento sanzionatorio o a livello processuale. Applicando il medesimo schema di analisi, infine, al concorso “intersistematico” fra illeciti penali e illeciti amministrativi, divenuto di attualità soprattutto nell’ultimo decennio alla luce degli sviluppi della giurisprudenza europea in argomento, si evidenziano alcune criticità e carenze della disciplina italiana, in relazione alle quali si suggeriscono possibili percorsi per una rimeditazione della disciplina in materia.

Ne bis in idem sostanziale. Legalità e proporzionalità nel concorso di norme e di illeciti

NOTARO, LAURA
2023

Abstract

Il lavoro prende avvio dall’esigenza di indagare la funzione e i contenuti del ne bis in idem sostanziale, frequentemente richiamato dalla dottrina e dalla giurisprudenza, ma privo, ciononostante, di una ricostruzione sufficientemente condivisa. L’ipotesi di partenza è che l’idea di “ne bis in idem sostanziale” sia invocata per rispondere a una pluralità di istanze, che vanno dalla garanzia che la qualificazione giuridica del fatto risponda al canone di legalità-tipicità dell’illecito penale, all’esigenza di assicurare proporzionalità al trattamento sanzionatorio. L’indagine, pertanto, si propone di ricostruire funzione, contenuto e collocazione sistematica del principio di ne bis in idem sostanziale, tanto nell’ambito del c.d. concorso apparente di norme, quanto nel contesto del c.d. concorso effettivo di illeciti. La prima parte è dedicata alla ricerca di “tracce” del principio, oltre che nell’esperienza giuridica italiana, in altri ordinamenti europei in cui esso è variamente declinato, nella giurisprudenza delle Corti europee e nell’ambito del diritto penale internazionale. In tale fase di indagine, si tiene conto non soltanto dell’eventuale riconoscimento espresso di un principio individuato attraverso la ben nota formula “ne bis in idem”, ma anche degli istituti che, pur in assenza di un’esplicita e consolidata riconduzione a tale principio, risultino comunque preposti alla medesima funzione di evitare il fenomeno di plurima qualificazione o di plurima sanzione di un fatto definibile come unitario. La parte centrale del lavoro si sofferma sui dati emersi all’esito della prima fase della ricerca e sulle conclusioni intermedie che se ne sono ricavate. Confermata l’ipotesi di partenza – secondo la quale, nelle diverse esperienze giuridiche, dietro all’idea di ne bis in idem sostanziale si celano una pluralità di istanze, legate alla garanzia di legalità-tipicità e alla proporzionalità sanzionatoria – il Capitolo II tenta di approfondire le possibili relazioni tra le due esigenze evidenziate all’esito dello studio comparato. Rilevato che il ne bis in idem sostanziale può assumere due diversi contenuti, che si muovono l’uno a livello di qualificazioni giuridiche, l’altro sul piano sanzionatorio, il Capitolo III si sofferma sul rapporto fra tali piani, sollevando alcuni rilievi critici in ordine all’autonomia di quello “qualificatorio” ai fini della ricostruzione del ne bis in idem sostanziale e delle sue ricadute sulla disciplina del concorso di norme e di reati. L’ultima parte dell’indagine è dedicata all’analisi dei modelli di disciplina delle ipotesi in cui una vicenda concreta corrisponda a più fattispecie di reato e sia, quindi, suscettibile di ricevere più qualificazioni giuridico-penali. Il risultato che ne emerge è la necessità di assicurare un equilibrio tra l’ambito dei meccanismi di riduzione operanti sul piano delle qualificazioni giuridiche e quelli che intervengono, invece, al momento della commisurazione del trattamento sanzionatorio o a livello processuale. Applicando il medesimo schema di analisi, infine, al concorso “intersistematico” fra illeciti penali e illeciti amministrativi, divenuto di attualità soprattutto nell’ultimo decennio alla luce degli sviluppi della giurisprudenza europea in argomento, si evidenziano alcune criticità e carenze della disciplina italiana, in relazione alle quali si suggeriscono possibili percorsi per una rimeditazione della disciplina in materia.
29-nov-2023
Italiano
Blockburger test
commisurazione della pena
concorso apparente di norme
concorso di reati
concurso de delitos
concurso de leyes
derecho administrativo sancionador
Doppelbestrafung
Doppelbewertung
Doppelverwertung
doppi binari sanzionatori
double jeopardy
Gesetzeseinheit
Gesetzeskonkurrenz
Idealkonkurrenz
Konkurrenzlehre
materia penale
multiple punishments
ne bis in idem
non bis in idem
Ordnungswidrigkeiten
proporzionalità
qualificazioni multiple
Realkonkurrenz
single transaction
Strafzumessung
totality principle
Notaro, Domenico
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/215713
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-215713