Questa tesi ha ad oggetto la dibattuta ammissibilità del giudicato implicito sui presupposti processuali. La ricerca può essere idealmente suddivisa in due parti. La prima concerne la statuizione implicita sui presupposti processuali nella sentenza di merito, ricavata dal ribaltamento della regola di pregiudizialità decisoria delle questioni di rito sul merito, di cui all’art. 276, 2° comma, c.p.c. Questo orientamento giurisprudenziale, inizialmente centellinato al solo caso della giurisdizione (Cass., S.U., 24883/2008), è stato poi esteso a tutti gli ulteriori presupposti processuali ritenuti “non fondanti o vitali” (Cass., S.U., 4248/2016), allo scopo di irrigidire le preclusioni del regime di rilevazione delle nullità extra-formali. La seconda parte, invece, riguarda la statuizione implicita sui presupposti processuali nelle pronunce di rigetto in rito, diffusamente argomentata dalla dottrina e dalla giurisprudenza in virtù del riconoscimento di nessi di pregiudizialità logico-giuridica tra i singoli presupposti processuali. La proposta metodologica ambisce ad individuare un metodo di dominio costante della pregiudizialità all’interno del processo civile. Prestando attenzione anche all’esperienza comparatistica, con particolare riferimento al sistema delle preclusioni che investono le “exception de procédure” ed i “fins de non-recevoir” nell’ordinamento francese, si cercherà di dimostrare che al riconoscimento di nessi di pregiudizialità tra questioni possa conseguire unicamente un vincolo che investe l’ordine di decisione del giudice, ma non una statuizione implicita generalizzata sulla questione pregiudiziale per il sol fatto che sia stata decisa expressis verbis quella dipendente. The key issue of this research proposal can be summed up in the following question: is it possible to extend the object of res judicata also with regards to some issues not expressly decided by the judge? In an attempt to give an answer, this work can be divided into two different parts: the first concerns the implicit evaluation of the procedural tools in the judgement on the merits; instead, the second focuses on the implicit decision on a procedural condition when the judgement is based on the lack of another. The aim of this work is to show that even if, sometimes, there could be good reasons to acknowledge relationships of prejudiciality between different procedural questions, in these cases the only consequence is the graduation of the decision order of each of them, but not a generalised implicit decision on the prejudicial question.
Ordine delle questioni e pregiudizialità decisoria nel giudicato implicito sui presupposti processuali: una rilettura contra legem del sistema delle preclusioni.
MINGOLLA, ANGELO RAFFAELE
2024
Abstract
Questa tesi ha ad oggetto la dibattuta ammissibilità del giudicato implicito sui presupposti processuali. La ricerca può essere idealmente suddivisa in due parti. La prima concerne la statuizione implicita sui presupposti processuali nella sentenza di merito, ricavata dal ribaltamento della regola di pregiudizialità decisoria delle questioni di rito sul merito, di cui all’art. 276, 2° comma, c.p.c. Questo orientamento giurisprudenziale, inizialmente centellinato al solo caso della giurisdizione (Cass., S.U., 24883/2008), è stato poi esteso a tutti gli ulteriori presupposti processuali ritenuti “non fondanti o vitali” (Cass., S.U., 4248/2016), allo scopo di irrigidire le preclusioni del regime di rilevazione delle nullità extra-formali. La seconda parte, invece, riguarda la statuizione implicita sui presupposti processuali nelle pronunce di rigetto in rito, diffusamente argomentata dalla dottrina e dalla giurisprudenza in virtù del riconoscimento di nessi di pregiudizialità logico-giuridica tra i singoli presupposti processuali. La proposta metodologica ambisce ad individuare un metodo di dominio costante della pregiudizialità all’interno del processo civile. Prestando attenzione anche all’esperienza comparatistica, con particolare riferimento al sistema delle preclusioni che investono le “exception de procédure” ed i “fins de non-recevoir” nell’ordinamento francese, si cercherà di dimostrare che al riconoscimento di nessi di pregiudizialità tra questioni possa conseguire unicamente un vincolo che investe l’ordine di decisione del giudice, ma non una statuizione implicita generalizzata sulla questione pregiudiziale per il sol fatto che sia stata decisa expressis verbis quella dipendente. The key issue of this research proposal can be summed up in the following question: is it possible to extend the object of res judicata also with regards to some issues not expressly decided by the judge? In an attempt to give an answer, this work can be divided into two different parts: the first concerns the implicit evaluation of the procedural tools in the judgement on the merits; instead, the second focuses on the implicit decision on a procedural condition when the judgement is based on the lack of another. The aim of this work is to show that even if, sometimes, there could be good reasons to acknowledge relationships of prejudiciality between different procedural questions, in these cases the only consequence is the graduation of the decision order of each of them, but not a generalised implicit decision on the prejudicial question.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/215888
URN:NBN:IT:UNIPI-215888