Nel lending crowdfunding consumer based un prestito è erogato da privati ad altri privati per il tramite di una piattaforma digitale. Gli utenti della piattaforma - il lender che mette a disposizione una provvista da investire in prestiti, e il borrower, che avanza una richiesta di credito - sono esposti a rischi di investimento inadeguato e di prestito irresponsabile. Tali rischi conseguono a una valutazione del merito di credito del borrower condotta sulla piattaforma in modo inaccurato. I regolamenti contrattuali di adesione alla piattaforma non tutelano gli utenti dai detti rischi e non vi è una normativa rilevante in materia. Scopo dell’indagine è la ricerca di rimedi adeguati nel diritto privato. A tal fine, occorre valorizzare il ruolo del gestore del portale e le clausole generali di buona fede e correttezza. Le conclusioni sono positive. Dapprima, emerge come gli utenti possano azionare la responsabilità contrattuale della piattaforma anche per l’inadempimento di obbligazioni ulteriori a quelle di cui ai testi contrattuali e anche per la lesione dell’affidamento riposto dagli utenti nel gestore del portale quale soggetto esperto. Poi, la correlazione tra i rischi che gravano sul lender e quelli che gravano sul borrower suggerisce di includere nel giudizio di credit scoring condotto sulla piattaforma una prospettiva anche borrower focused, orientata alla sostenibilità del prestito. Il controllo sul rispetto della regola di giudizio individuata pone un problema di trasparenza del processo decisionale. Poiché la valutazione del merito di credito è condotta anche con l’impiego di algoritmi che trattano estesi set di dati aggregati e che elaborano propri modelli decisionali, la nozione di trasparenza è da adeguare al contesto tecnologico di riferimento e assume un valore di tipo organizzativo.
Investimento inadeguato e prestito irresponsabile: prospettive rimediali nel peer-to-peer lending
NARDONE, EUGENIA
2022
Abstract
Nel lending crowdfunding consumer based un prestito è erogato da privati ad altri privati per il tramite di una piattaforma digitale. Gli utenti della piattaforma - il lender che mette a disposizione una provvista da investire in prestiti, e il borrower, che avanza una richiesta di credito - sono esposti a rischi di investimento inadeguato e di prestito irresponsabile. Tali rischi conseguono a una valutazione del merito di credito del borrower condotta sulla piattaforma in modo inaccurato. I regolamenti contrattuali di adesione alla piattaforma non tutelano gli utenti dai detti rischi e non vi è una normativa rilevante in materia. Scopo dell’indagine è la ricerca di rimedi adeguati nel diritto privato. A tal fine, occorre valorizzare il ruolo del gestore del portale e le clausole generali di buona fede e correttezza. Le conclusioni sono positive. Dapprima, emerge come gli utenti possano azionare la responsabilità contrattuale della piattaforma anche per l’inadempimento di obbligazioni ulteriori a quelle di cui ai testi contrattuali e anche per la lesione dell’affidamento riposto dagli utenti nel gestore del portale quale soggetto esperto. Poi, la correlazione tra i rischi che gravano sul lender e quelli che gravano sul borrower suggerisce di includere nel giudizio di credit scoring condotto sulla piattaforma una prospettiva anche borrower focused, orientata alla sostenibilità del prestito. Il controllo sul rispetto della regola di giudizio individuata pone un problema di trasparenza del processo decisionale. Poiché la valutazione del merito di credito è condotta anche con l’impiego di algoritmi che trattano estesi set di dati aggregati e che elaborano propri modelli decisionali, la nozione di trasparenza è da adeguare al contesto tecnologico di riferimento e assume un valore di tipo organizzativo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/216000
URN:NBN:IT:UNIPI-216000