La tesi si propone di indagare le dinamiche della volontà e del desiderio nei romanzi di Svevo. La prima parte del lavoro è dedicata alle specificità soprattutto strutturali del romanzo su cui Svevo si è formato, e di cui ha accolto i presupposti profondi. Attraverso alcune delle riflessioni più importanti sul genere ho tentato di ricostruire gli elementi comuni del sottogruppo romanzesco a cui Svevo appartiene, e che rappresentano il fondamento della successiva analisi puntuale. Ho fatto riferimento alle analisi di alcuni tra i più importanti teorici del romanzo, novecenteschi e non, per evidenziare alcune ricorrenze strutturali che interessano anche il pensiero teorico che ha per oggetto il genere del romanzo. Ho cercato di mostrare l’analogia sottesa ad alcuni dei dualismi che spesso fondano le riflessioni sul romanzo opponendo parole e cose, realtà e ideale, coscienza prima e coscienza extra-locale, desiderio mimetico e desiderio umile, adesione alle credenze e ironia. La seconda parte è divisa in tre sezioni, tante quanti sono i tentativi romanzeschi conclusi di Svevo. Particolarmente centrale è l’indagine condotta sul costitutivo dualismo dei protagonisti, e sull’apporto dato a questa maniera della costruzione del personaggio dai precedenti romanzeschi, prima, e dal dualismo psicanalitico freudiano, poi; viene analizzato il rapporto tra l’autore e l’eroe e le sue modificazioni, di romanzo in romanzo, e al variare del tipo di narratore; si è cercato anche di mettere in luce i possibili effetti (su questi e altri problemi) dell’incontro con un pensiero del romanzo del tutto diverso nei suoi presupposti fondamentali da quello sveviano, incarnato dalla figura di James Joyce. Ho sempre fatto affidamento sulle costanti e sulle varianti, anche terminologiche, che danno vita ai sistemi delle opposizioni logiche (malattia/salute, forza/debolezza, naturalezza/proposito) che tramano i romanzi di Svevo, e ne strutturano i significati, ambigui seppur precisamente indicati; mi sono soffermato sul problema della volontà e del desiderio, sul contrasto tra ideali e realtà, parole e cose, in termini sia formali che tematici: tutti segni e configurazioni di quella duplicità costitutiva del genere romanzo indicata in maniere diverse da Bachtin, Lukács, Girard, Berardinelli, Pavel, Mazzoni, che Svevo ha saputo sfruttare a suo modo. Proprio questi fondamenti comuni ho usato, come griglia di partenza, per far emergere di volta in volta la singolarità dei testi e delle loro figure.

Italo Svevo. Volontà, desiderio, romanzo

BACCINO, PIETRO
2025

Abstract

La tesi si propone di indagare le dinamiche della volontà e del desiderio nei romanzi di Svevo. La prima parte del lavoro è dedicata alle specificità soprattutto strutturali del romanzo su cui Svevo si è formato, e di cui ha accolto i presupposti profondi. Attraverso alcune delle riflessioni più importanti sul genere ho tentato di ricostruire gli elementi comuni del sottogruppo romanzesco a cui Svevo appartiene, e che rappresentano il fondamento della successiva analisi puntuale. Ho fatto riferimento alle analisi di alcuni tra i più importanti teorici del romanzo, novecenteschi e non, per evidenziare alcune ricorrenze strutturali che interessano anche il pensiero teorico che ha per oggetto il genere del romanzo. Ho cercato di mostrare l’analogia sottesa ad alcuni dei dualismi che spesso fondano le riflessioni sul romanzo opponendo parole e cose, realtà e ideale, coscienza prima e coscienza extra-locale, desiderio mimetico e desiderio umile, adesione alle credenze e ironia. La seconda parte è divisa in tre sezioni, tante quanti sono i tentativi romanzeschi conclusi di Svevo. Particolarmente centrale è l’indagine condotta sul costitutivo dualismo dei protagonisti, e sull’apporto dato a questa maniera della costruzione del personaggio dai precedenti romanzeschi, prima, e dal dualismo psicanalitico freudiano, poi; viene analizzato il rapporto tra l’autore e l’eroe e le sue modificazioni, di romanzo in romanzo, e al variare del tipo di narratore; si è cercato anche di mettere in luce i possibili effetti (su questi e altri problemi) dell’incontro con un pensiero del romanzo del tutto diverso nei suoi presupposti fondamentali da quello sveviano, incarnato dalla figura di James Joyce. Ho sempre fatto affidamento sulle costanti e sulle varianti, anche terminologiche, che danno vita ai sistemi delle opposizioni logiche (malattia/salute, forza/debolezza, naturalezza/proposito) che tramano i romanzi di Svevo, e ne strutturano i significati, ambigui seppur precisamente indicati; mi sono soffermato sul problema della volontà e del desiderio, sul contrasto tra ideali e realtà, parole e cose, in termini sia formali che tematici: tutti segni e configurazioni di quella duplicità costitutiva del genere romanzo indicata in maniere diverse da Bachtin, Lukács, Girard, Berardinelli, Pavel, Mazzoni, che Svevo ha saputo sfruttare a suo modo. Proprio questi fondamenti comuni ho usato, come griglia di partenza, per far emergere di volta in volta la singolarità dei testi e delle loro figure.
6-feb-2025
Italiano
Bachtin
credenze
demistificazione
desiderio
desiderio mimetico
Emilio Brentani
extra-località
Girard
ideale
immaginario
Italo Svevo
Joyce
la coscienza di Zeno
Lukács
novel
psicanalisi
romanzo
romanzo anti-idealistio
romanzo critico
Senilità
volontà
Zeno Cosini
Donnarumma, Raffaele
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Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-216041