L'elaborato si propone di soppesare lo snodo apicale del modernismo americano, storicamente collocato alla metà del Novecento, da un punto di vista teorico. Si è scelto di procedere con una comparazione costante del pensiero dei maggiori autori nel merito (Clement Greenberg, Harold Rosenberg e Leo Steinberg), sempre facendoli interagire. Il nucleo concettuale portante che li accomuna è l'opposizione tra "visione pittorica" e "visione scultorea": marcatori con cui i tre - con affinità e divergenze - continuamente oscillano nel cogliere i caratteri salienti dell'immagine modernista massimamente sviluppata. La tesi si apre con un'introduzione in cui si posizionano i tre all'interno dei "modernist studies" e delle loro radici nella riflessione suo moderno. Segue poi una prima parte dove si traccia il rapporto di ciascuno con la forma e il formalismo. Al centro c'è un capitolo che discute l'egida dell'otticità pittorica modernista e la relazione degli autori con la terza dimensione del quadro figurativo. Posta a dittico della sezione formale c'è quella in cui si compendiano le definizioni di immagine di ogni singolo critico; per ognuno sia in fase modernista in senso stresso sia in fase iper-modernista o postmodernista. La conclusione ipotizza un paradigma (quello "tessile", del tappeto) che consenta di tirare fili rosso tra i poli studiati.
Tra il muro e la pagina. Visione pittorica e visone scultorea a partire da Clement Greenberg, Harold Rosenberg, Leo Steinberg
SESSA, MARCELLO
2024
Abstract
L'elaborato si propone di soppesare lo snodo apicale del modernismo americano, storicamente collocato alla metà del Novecento, da un punto di vista teorico. Si è scelto di procedere con una comparazione costante del pensiero dei maggiori autori nel merito (Clement Greenberg, Harold Rosenberg e Leo Steinberg), sempre facendoli interagire. Il nucleo concettuale portante che li accomuna è l'opposizione tra "visione pittorica" e "visione scultorea": marcatori con cui i tre - con affinità e divergenze - continuamente oscillano nel cogliere i caratteri salienti dell'immagine modernista massimamente sviluppata. La tesi si apre con un'introduzione in cui si posizionano i tre all'interno dei "modernist studies" e delle loro radici nella riflessione suo moderno. Segue poi una prima parte dove si traccia il rapporto di ciascuno con la forma e il formalismo. Al centro c'è un capitolo che discute l'egida dell'otticità pittorica modernista e la relazione degli autori con la terza dimensione del quadro figurativo. Posta a dittico della sezione formale c'è quella in cui si compendiano le definizioni di immagine di ogni singolo critico; per ognuno sia in fase modernista in senso stresso sia in fase iper-modernista o postmodernista. La conclusione ipotizza un paradigma (quello "tessile", del tappeto) che consenta di tirare fili rosso tra i poli studiati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/216500
URN:NBN:IT:UNIPI-216500