La prima parte della tesi riflette su un attributo che è stato rivendicato come essenziale del genere letterario utopico-fantascientifico in diversi studi critici tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo: lo ‘straniamento cognitivo’ inteso come demistificazione della percezione quotidiana, come una problematizzazione dell’ovvio che rivela il carattere convenzionale e storico di fatti culturali, sociali, politici e economici considerati naturali e ineluttabili. La proposta è che questo carattere sovversivo, liberatorio e critico delle convenzioni –in un senso dialettico che non prevede una soluzione finale al problema posto– non possa essere considerato attributo essenziale del genere fantascientifico, ma sia un fenomeno presente in diversi gradi anche in altri generi letterari. La seconda parte della tesi approfondisce il contesto storico, sociale, filosofico e ideologico sudamericano di fine Ottocento in cui sono stati scritti i primi testi generalmente considerati dalla critica come gli esordi della letteratura fantascientifica in questa parte del mondo. L’analisi di alcuni di questi testi, contenuta negli ultimi due capitoli della tesi, mostra come gli autori, in linea con un’ideologia positivista, evoluzionista e apologetica del progresso come perfezionamento, facciano uso di alcuni procedimenti letterari tipici del genere utopico-fantascientifico ma per realizzare una critica tutt’altro che dialettica e di tendenza moralizzante.

L'ordine naturale delle cose. Utopia, fantascienza e positivismo nel Sudamerica di fine Ottocento (Holmberg, Miralles)

SCOPSI, FEDERICA
2023

Abstract

La prima parte della tesi riflette su un attributo che è stato rivendicato come essenziale del genere letterario utopico-fantascientifico in diversi studi critici tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo: lo ‘straniamento cognitivo’ inteso come demistificazione della percezione quotidiana, come una problematizzazione dell’ovvio che rivela il carattere convenzionale e storico di fatti culturali, sociali, politici e economici considerati naturali e ineluttabili. La proposta è che questo carattere sovversivo, liberatorio e critico delle convenzioni –in un senso dialettico che non prevede una soluzione finale al problema posto– non possa essere considerato attributo essenziale del genere fantascientifico, ma sia un fenomeno presente in diversi gradi anche in altri generi letterari. La seconda parte della tesi approfondisce il contesto storico, sociale, filosofico e ideologico sudamericano di fine Ottocento in cui sono stati scritti i primi testi generalmente considerati dalla critica come gli esordi della letteratura fantascientifica in questa parte del mondo. L’analisi di alcuni di questi testi, contenuta negli ultimi due capitoli della tesi, mostra come gli autori, in linea con un’ideologia positivista, evoluzionista e apologetica del progresso come perfezionamento, facciano uso di alcuni procedimenti letterari tipici del genere utopico-fantascientifico ma per realizzare una critica tutt’altro che dialettica e di tendenza moralizzante.
16-giu-2023
Italiano
fantascienza
Holmberg
Miralles
positivismo
Sudamerica
utopia
Ghezzani, Alessandra
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/216609
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIPI-216609