Il presente studio ha per oggetto la storia istituzionale della praefectura urbi Romae, con particolare riguardo ai suoi sviluppi tardoimperiali, nel contesto di una complessa vicenda sociale e politica che vide il ceto senatorio romano posto progressivamente ai margini del potere, per effetto soprattutto delle riforme costantiniane. Provando a ricomporre in un’unica breve trattazione l’iter istituzionale che ha portato la prefettura urbana di Roma dalle sue origini di età monarchica alla complessa configurazione pubblicistica che ha assunto alla fine del IV, nel corso dell’età costantiniana essa si è andata specializzando come lo strumento di potere pubblico privilegiato – se non addirittura l’unico – che il clarissimato romano ha conservato per controbilanciare un assetto dello stato ormai pesantemente proteso a vantaggio della stratificata burocrazia palatina. Sono state scelte quindi quattro delle questioni più dibattute negli studi sociologici e antropologici (identità. e alterità; memoria culturale; antropologia dello spazio; pratica del dono) per una sintesi dei quadri di riferimento teorici che hanno guidato l’analisi e l’interpretazione delle testimonianze degli autori antichi (Simmaco, Ambrogio, Ammiano, Rutilio Namaziano) e del repertorio epigrafico relativo a questa istituzione nei decessi a cavallo tra IV e V secolo. Le distinte vicende che ruotano intorno alla prefettura urbana di questo periodo confermano quanto essa non sia stata solamente un’istituzione politica cruciale per l'amministrazione pubblica del Tardo Impero, bensì il dispositivo privilegiato per la costruzione di un orizzonte identitario collettivo comune.
Pars melior humani generis. Per un’indagine socio-antropologica sulla praefectura urbi di IV-V secolo
ODDO, ALESSANDRO ETTORE
2024
Abstract
Il presente studio ha per oggetto la storia istituzionale della praefectura urbi Romae, con particolare riguardo ai suoi sviluppi tardoimperiali, nel contesto di una complessa vicenda sociale e politica che vide il ceto senatorio romano posto progressivamente ai margini del potere, per effetto soprattutto delle riforme costantiniane. Provando a ricomporre in un’unica breve trattazione l’iter istituzionale che ha portato la prefettura urbana di Roma dalle sue origini di età monarchica alla complessa configurazione pubblicistica che ha assunto alla fine del IV, nel corso dell’età costantiniana essa si è andata specializzando come lo strumento di potere pubblico privilegiato – se non addirittura l’unico – che il clarissimato romano ha conservato per controbilanciare un assetto dello stato ormai pesantemente proteso a vantaggio della stratificata burocrazia palatina. Sono state scelte quindi quattro delle questioni più dibattute negli studi sociologici e antropologici (identità. e alterità; memoria culturale; antropologia dello spazio; pratica del dono) per una sintesi dei quadri di riferimento teorici che hanno guidato l’analisi e l’interpretazione delle testimonianze degli autori antichi (Simmaco, Ambrogio, Ammiano, Rutilio Namaziano) e del repertorio epigrafico relativo a questa istituzione nei decessi a cavallo tra IV e V secolo. Le distinte vicende che ruotano intorno alla prefettura urbana di questo periodo confermano quanto essa non sia stata solamente un’istituzione politica cruciale per l'amministrazione pubblica del Tardo Impero, bensì il dispositivo privilegiato per la costruzione di un orizzonte identitario collettivo comune.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/216735
URN:NBN:IT:UNIPI-216735