The research reconstructs and analyses the actions undertaken by Mercedes Precerutti Garberi (Lomello 1927 – Milan 2007) aimed at establishing the first Civic Museum of Contemporary Art in Milan, also known as CIMAC, which was provisionally opened on the second floor of Palazzo Reale in May 1984 after years of planning. As Director of the Civic Art Collections of Milan from 1971 to 1992, Garberi focused on updating and comprehensively revising all the institutions under her management, including the Castello Sforzesco, the Galleria d’Arte Moderna, and the Padiglione d’Arte Contemporanea. Her decisive role in the establishment, conceptualization, and realization of a permanent museum project dedicated to contemporary art makes CIMAC a particularly fitting case, as it was closely intertwined with the cultural needs and aspirations of Milan, firmly governed by the Socialist Party. During the period between the so-called “years of lead” and the onset of the Mani Pulite judicial investigation, the city was striving to heal the wounds of terrorism and reaffirm its role as the “moral capital” of Italy at both national and European levels. Drawing on extensive archival research, the thesis begins by examining the process that led to the initial identification and subsequent transformation of Palazzo Reale into an exhibition venue, before focusing on the extensive acquisition campaign spanning from the early 20th century to contemporary works, spearheaded by Garberi during the 1970s and 1980s. The analysis of CIMAC’s configuration at the time of its opening, discussed in the third chapter, reflects art-historical and architectural, contextual and strategic issues, that contribute to portraying both Garberi’s museological orientation and the challenging process of institutionalizing contemporary art in Italy, set within a transitional context whose effects remain relevant to this day.

La ricerca ricostruisce e analizza le azioni intraprese da Mercedes Precerutti Garberi (Lomello 1927 – Milano 2007) al fine di istituire il primo Museo Civico d’Arte Contemporanea di Milano, noto anche come CIMAC e aperto provvisoriamente al secondo piano di Palazzo Reale nel maggio 1984 dopo anni di gestazione. Direttrice delle Civiche Raccolte d’Arte del capoluogo lombardo dal 1971 al 1992, Garberi si dedicò all’aggiornamento e alla revisione generale di tutti gli istituti di cui era a capo, comprendenti il Castello Sforzesco, la Galleria d’Arte Moderna e il Padiglione d’Arte Contemporanea. Il ruolo determinante da lei assunto nelle fasi di costituzione, ideazione e realizzazione di un progetto museale stabile specifico per l’arte contemporanea fa del CIMAC un caso particolarmente rilevante. Esso, infatti, è interrelato con le esigenze e le aspirazioni culturali della Milano socialista tra i cosiddetti anni di piombo e l’avvio dell’inchiesta giudiziaria Mani Pulite, quando la città tentava di ricucire le ferite del terrorismo affermando il proprio statuto di “capitale morale” del Paese a livello sia nazionale sia europeo. Attraverso un’ampia ricognizione di materiali d’archivio, la tesi prende le mosse dal processo che ha visto prima l’individuazione e poi la trasformazione di Palazzo Reale in sede espositiva per poi soffermarsi sull’ingente campagna di acquisizioni portata avanti da Garberi tra anni settanta e ottanta mappando dal primo Novecento fino alla più stringente attualità. La disamina della fisionomia del CIMAC al momento della sua apertura, affrontata nel terzo capitolo, riflette questioni storico-artistiche e architettoniche, contestuali e strategiche che concorrono a delineare un ritratto sia dell’orientamento museologico di Garberi, sia del difficile percorso di istituzionalizzazione dell’arte contemporanea in Italia, calato in un contesto di transizione i cui effetti si mostrano quanto mai vivi nel presente.

«Civico per volontà, vocazione e significato». Il CIMAC di Mercedes Precerutti Garberi (1969-1992)

LOCATELLI, VERONICA
2025

Abstract

The research reconstructs and analyses the actions undertaken by Mercedes Precerutti Garberi (Lomello 1927 – Milan 2007) aimed at establishing the first Civic Museum of Contemporary Art in Milan, also known as CIMAC, which was provisionally opened on the second floor of Palazzo Reale in May 1984 after years of planning. As Director of the Civic Art Collections of Milan from 1971 to 1992, Garberi focused on updating and comprehensively revising all the institutions under her management, including the Castello Sforzesco, the Galleria d’Arte Moderna, and the Padiglione d’Arte Contemporanea. Her decisive role in the establishment, conceptualization, and realization of a permanent museum project dedicated to contemporary art makes CIMAC a particularly fitting case, as it was closely intertwined with the cultural needs and aspirations of Milan, firmly governed by the Socialist Party. During the period between the so-called “years of lead” and the onset of the Mani Pulite judicial investigation, the city was striving to heal the wounds of terrorism and reaffirm its role as the “moral capital” of Italy at both national and European levels. Drawing on extensive archival research, the thesis begins by examining the process that led to the initial identification and subsequent transformation of Palazzo Reale into an exhibition venue, before focusing on the extensive acquisition campaign spanning from the early 20th century to contemporary works, spearheaded by Garberi during the 1970s and 1980s. The analysis of CIMAC’s configuration at the time of its opening, discussed in the third chapter, reflects art-historical and architectural, contextual and strategic issues, that contribute to portraying both Garberi’s museological orientation and the challenging process of institutionalizing contemporary art in Italy, set within a transitional context whose effects remain relevant to this day.
9-giu-2025
Italiano
La ricerca ricostruisce e analizza le azioni intraprese da Mercedes Precerutti Garberi (Lomello 1927 – Milano 2007) al fine di istituire il primo Museo Civico d’Arte Contemporanea di Milano, noto anche come CIMAC e aperto provvisoriamente al secondo piano di Palazzo Reale nel maggio 1984 dopo anni di gestazione. Direttrice delle Civiche Raccolte d’Arte del capoluogo lombardo dal 1971 al 1992, Garberi si dedicò all’aggiornamento e alla revisione generale di tutti gli istituti di cui era a capo, comprendenti il Castello Sforzesco, la Galleria d’Arte Moderna e il Padiglione d’Arte Contemporanea. Il ruolo determinante da lei assunto nelle fasi di costituzione, ideazione e realizzazione di un progetto museale stabile specifico per l’arte contemporanea fa del CIMAC un caso particolarmente rilevante. Esso, infatti, è interrelato con le esigenze e le aspirazioni culturali della Milano socialista tra i cosiddetti anni di piombo e l’avvio dell’inchiesta giudiziaria Mani Pulite, quando la città tentava di ricucire le ferite del terrorismo affermando il proprio statuto di “capitale morale” del Paese a livello sia nazionale sia europeo. Attraverso un’ampia ricognizione di materiali d’archivio, la tesi prende le mosse dal processo che ha visto prima l’individuazione e poi la trasformazione di Palazzo Reale in sede espositiva per poi soffermarsi sull’ingente campagna di acquisizioni portata avanti da Garberi tra anni settanta e ottanta mappando dal primo Novecento fino alla più stringente attualità. La disamina della fisionomia del CIMAC al momento della sua apertura, affrontata nel terzo capitolo, riflette questioni storico-artistiche e architettoniche, contestuali e strategiche che concorrono a delineare un ritratto sia dell’orientamento museologico di Garberi, sia del difficile percorso di istituzionalizzazione dell’arte contemporanea in Italia, calato in un contesto di transizione i cui effetti si mostrano quanto mai vivi nel presente.
Museologia; Milano; Arte contemporanea; Politica culturale; Anni ottanta
FABI, Chiara
LANZARINI, Orietta
PITASSIO, Francesco
Università degli Studi di Udine
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/217526
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIUD-217526