I resti della scrittura. Letteratura, architettura e forme dell'abitare nel ventennio fascista

The dissertation explores the relationships between functionalist architectural theory and Italian literature during the Fascist Ventennio, focusing on the historical-aesthetic debate surrounding the civil house and the elaboration of new paradigms of domesticity. Starting from the categories of literary functionality and non-functionality, the research examines the ways in which architectural discourse, with its ideological, aesthetic, and broader cultural implications, is assimilated into literature. Particular attention is given to the functions and representational manners of domestic chronotopes in fantastic literature. The first part of the dissertation reconstructs the historical debate on the architectural theme of the civil house, drawing on legal sources and architectural theory texts. Starting from the regulations of the liberal period, a mapping of the various internal factions within the debate reveals the different intellectual and political stances concerning the reception of the Modern Movement in Italy, with a focus on the ideological, aesthetic, and economic implications of this discussion. The second part analyzes a core group of interdisciplinary journals («Domus», «Casabella», «Quadrante») and technical manuals (authored by Morelli, Brin, Lamaro, Teodori), investigating how these periodicals employed the discourse on the new paradigm of domesticity not only in normative terms (particularly regarding gender and class), but also as a laboratory for interdisciplinary aesthetic experimentation. Thus the analysis of these journals and manuals allows for the observation of early models of intersection between architectural theory or production and literary texts. The third part focuses on a selection of texts by Masino, Savinio, and Gadda, analyzing modes of assimilation of the discourse on domesticity within literary works, specifically in terms of strategies for re-purposing the extra-literary architectural referent, specialized language, and functionalist theories. Theoretical-speculative texts (Dialoghi della vita armonica) are thus juxtaposed with texts more inclined to use literature as a tool for analyzing architectural theory (Ascolto il tuo cuore, città) or for reemploying functionalist categories in the construction of literary chronotopes (Arsia, La casa, Quattro figlie ebbe, e ciascuna regina). The fourth and final part of the study assesses the contribution of architectural functionalism to the representational shifts that affect spectral (or haunted) chronotopes in fantastic literature. Texts by Masino, Savinio, Ortese, and Landolfi are examined, with particular attention to the metatextual or self-descriptive use of domestic uncanny chonotopes. In conclusion, the dissertation observes how literary texts assimilate and manipulate the aesthetic, economic, and ideological discourses of the architectural debate on dwelling, ultimately identifying and self-describing themselves as experiences or sites of marginality and residual.

La tesi esplora le relazioni fra teoria architettonica, funzionalismo e letteratura italiana durante il ventennio fascista, nel merito del dibattito storico-estetico sulla casa civile e sulla costruzione di un nuovo paradigma di domesticità nazionale. Partendo dalle categorie orlandiane di funzionalità e non-funzionalità letteraria, la ricerca si focalizza sulle modalità di assimilazione letteraria del discorso architettonico, valutandone le implicazioni ideologiche, estetiche e più ampiamente culturali; è dedicata particolare attenzione alle funzioni e alle costanti rappresentative dei cronotopi domestici nella letteratura fantastica. La prima parte della tesi ricostruisce il dibattito storico sul tema costruttivo della casa civile, recuperando fonti giuridiche e testi di teoria architettonica; partendo dalle normative afferenti al periodo liberale, la mappatura delle varie frange interne al dibattito permette di osservare i vari posizionamenti intellettuali e politici nel merito della ricezione del Movimento moderno in Italia, con particolare attenzione alle implicazioni ideologiche, estetiche e economiche del dibattito. La seconda parte si concentra su un nucleo di riviste di settore a vocazione interdisciplinare («Domus», «Casabella», «Quadrante») e testi manualistici (scritti da Morelli, Brin, Lamaro, Teodori) per osservare come le pubblicazioni di settore abbiano impiegato il discorso sul nuovo paradigma di domesticità non solo in senso normativo (specie rispetto a generi e classi), ma anche come laboratorio di sperimentazione estetica interdisciplinare; l’analisi dei contenuti di riviste e manuali permette dunque di osservare primi modelli di intersezione fra teoria o prodotto architettonico e testo letterario. La terza parte si concentra su un nucleo di testi di Masino, Savinio e Gadda e analizza alcune modalità di assimilazione del discorso architettonico nel testo letterario; ci si concentra sulle strategie di reimpiego del referente architettonico extraletterario, del linguaggio di settore e delle teorie funzionaliste; testi di natura teorico-speculativa (i Dialoghi della vita armonica) sono dunque accostati a raccolte e racconti più inclini all’uso del letterario come strumento di analisi della teoria architettonica (Ascolto il tuo cuore, città) o al reimpiego delle categorie di pensiero funzionalista nell’elaborazione di cronotopi letterari (Arsia, La casa, Quattro figlie ebbe, e ciascuna regina). La quarta e ultima parte dello studio valuta l’apporto obliquo del funzionalismo architettonico nelle mutazioni rappresentative che interessano i cronotopi spettrali (o infestati) del fantastico. Sono presi in esame testi di Masino, Savinio, Ortese e Landolfi; l’attenzione è rivolta all’impiego metaletterario o auto-descrittivo dello spazio domestico. In conclusione, la tesi osserva come il testo letterario assimili e manipoli i discorsi estetici, economici e ideologici del dibattito architettonico sull’abitare, giungendo a identificarsi e auto-descriversi in quanto esperienza o sede dello scarto e della marginalità.