Scopo: Il presente studio si propone di descrivere la tecnica chirurgica e i risultati ottenuti con una variante modificata della cheratoplastica a fungo in due pezzi, eseguita in pazienti pediatrici affetti da opacità corneali congenite. Sedi: Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, Italia, e Ospedali Privati Forlì “Villa Igea”. Metodi: La cornea ricevente è stata sottoposta a una trapanazione parziale (250 μm, 7,5–8,0 mm), seguita da cheratectomia superficiale. Successivamente, è stata eseguita una marcatura centrale del letto stromale residuo tramite un punch da 6 mm, cui hanno fatto seguito quattro incisioni cardinali a tutto spessore. Il tessuto donatore è stato suddiviso in due lamelle — una anteriore (8,0–8,5 mm) e una posteriore (6,0 mm) — mediante una testina di microcheratomo da 250 μm. Per evitare una chirurgia “a cielo aperto”, la lamella anteriore è stata temporaneamente fissata con quattro suture cardinali. Dopo la sinechiolisi e l’asportazione del bottone centrale del ricevente, il lembo posteriore del donatore è stato inserito mediante una tecnica “pull through” con micropinze da DSAEK. Infine, la lamella anteriore è stata suturata in modo definitivo. Risultati: L’intervento è stato effettuato su 7 occhi affetti da opacità corneali congenite associate ad aderenze irido-corneali, ma senza aderenze cherato-lenticolari. I pazienti avevano un’età compresa tra 2 e 12 mesi. Non si sono verificate complicanze intraoperatorie. Con un follow-up medio di 12 ± 3 mesi, tutti i trapianti sono rimasti trasparenti e tutti i pazienti hanno dimostrato capacità di fissare e seguire oggetti. La pressione intraoculare media era di 14 ± 2 mmHg (intervallo: 11–20 mmHg) nel periodo preoperatorio e di 15 ± 4 mmHg (intervallo: 12–24 mmHg) all’ultimo controllo. Un solo caso ha mostrato un aumento della pressione intraoculare superiore a 21 mmHg, gestito efficacemente con terapia farmacologica. Conclusioni: La tecnica modificata di cheratoplastica a fungo in due pezzi rappresenta un'opzione chirurgica valida per il trattamento delle opacità corneali congenite. Uno dei principali vantaggi di questo approccio consiste nel mantenimento di una chirurgia a cielo semi-chiuso, ottenuto rimuovendo il bottone corneale profondo solo dopo il posizionamento e la sutura della lamella donatrice anteriore. Tale caratteristica risulta particolarmente utile nei pazienti pediatrici, nei quali la scarsa rigidità sclerale e l’elevata pressione vitreale intraoperatoria aumentano il rischio di complicanze durante l’intervento.
Modified Two-piece Mushroom Keratoplasty For The Treatment Of Congenital Corneal Opacities
FRANCO, ELENA
2025
Abstract
Scopo: Il presente studio si propone di descrivere la tecnica chirurgica e i risultati ottenuti con una variante modificata della cheratoplastica a fungo in due pezzi, eseguita in pazienti pediatrici affetti da opacità corneali congenite. Sedi: Arcispedale Sant’Anna di Ferrara, Italia, e Ospedali Privati Forlì “Villa Igea”. Metodi: La cornea ricevente è stata sottoposta a una trapanazione parziale (250 μm, 7,5–8,0 mm), seguita da cheratectomia superficiale. Successivamente, è stata eseguita una marcatura centrale del letto stromale residuo tramite un punch da 6 mm, cui hanno fatto seguito quattro incisioni cardinali a tutto spessore. Il tessuto donatore è stato suddiviso in due lamelle — una anteriore (8,0–8,5 mm) e una posteriore (6,0 mm) — mediante una testina di microcheratomo da 250 μm. Per evitare una chirurgia “a cielo aperto”, la lamella anteriore è stata temporaneamente fissata con quattro suture cardinali. Dopo la sinechiolisi e l’asportazione del bottone centrale del ricevente, il lembo posteriore del donatore è stato inserito mediante una tecnica “pull through” con micropinze da DSAEK. Infine, la lamella anteriore è stata suturata in modo definitivo. Risultati: L’intervento è stato effettuato su 7 occhi affetti da opacità corneali congenite associate ad aderenze irido-corneali, ma senza aderenze cherato-lenticolari. I pazienti avevano un’età compresa tra 2 e 12 mesi. Non si sono verificate complicanze intraoperatorie. Con un follow-up medio di 12 ± 3 mesi, tutti i trapianti sono rimasti trasparenti e tutti i pazienti hanno dimostrato capacità di fissare e seguire oggetti. La pressione intraoculare media era di 14 ± 2 mmHg (intervallo: 11–20 mmHg) nel periodo preoperatorio e di 15 ± 4 mmHg (intervallo: 12–24 mmHg) all’ultimo controllo. Un solo caso ha mostrato un aumento della pressione intraoculare superiore a 21 mmHg, gestito efficacemente con terapia farmacologica. Conclusioni: La tecnica modificata di cheratoplastica a fungo in due pezzi rappresenta un'opzione chirurgica valida per il trattamento delle opacità corneali congenite. Uno dei principali vantaggi di questo approccio consiste nel mantenimento di una chirurgia a cielo semi-chiuso, ottenuto rimuovendo il bottone corneale profondo solo dopo il posizionamento e la sutura della lamella donatrice anteriore. Tale caratteristica risulta particolarmente utile nei pazienti pediatrici, nei quali la scarsa rigidità sclerale e l’elevata pressione vitreale intraoperatoria aumentano il rischio di complicanze durante l’intervento.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14242/219516
URN:NBN:IT:UNIFE-219516