La stipulazione dei contratti a distanza, negoziati e conclusi tra un professionista ed un consumatore mediante tecniche di comunicazione a distanza, offre grandi opportunità di crescita degli scambi nel mercato interno. Tuttavia, la disciplina elaborata verso la fine degli anni Novanta in ambito europeo, e recepita nei singoli Stati membri, non ha consentito agli operatori economici di sfruttare pienamente tutte le potenzialità di questa modalità di vendita, il cui impiego ਠrimasto contenuto rispetto agli intenti e alle aspettative. Ciಠਠimputabile anche al fatto che la direttiva 97/7/CE sulla †œprotezione dei consumatori in materia di contratti a distanza†� prevedeva un grado di armonizzazione minimo, determinando cosଠuna frammentazione normativa che ha pesantemente inciso sulla possibilità , per gli operatori economici, di effettuare agevolmente scambi commerciali a livello transfrontaliero. Le istituzioni comunitarie †" per favorire l'incremento degli scambi nel mercato unico, per agevolare la concorrenza tra le imprese nonchà© per offrire ai consumatori una pi๠vasta gamma di prodotti a prezzi pi๠competitivi - hanno dato impulso al (e diretto il) percorso volto alla revisione dell'acquis communautaire sulle vendite nell'Unione Europea, nell'ambito delle quali rientrano le vendite a distanza. Espressione di tale obiettivo ਠstata, in primo luogo, l'adozione della direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali scorrette e, successivamente, della direttiva sui diritti dei consumatori 2011/83/UE †" direttiva ad armonizzazione †œmista†� che ha riformato la disciplina sui contratti negoziati al di fuori dei locali commerciali e sui contratti a distanza. Inoltre, in tale contesto assume rilievo fondamentale la presentazione, nel mese di ottobre del 2011, della proposta di regolamento relativo a un diritto comune europeo della vendita (o CESL - Common European Sales Law). Nell'ambito della CESL, la disciplina delle vendite a distanza ਠstata particolarmente valorizzata ed ਠcompresa nel pi๠ampio progetto di riforma del diritto contrattuale europeo, volto alla uniformazione del diritto e alla rimozione degli ostacoli, di carattere giuridico, agli scambi transfrontalieri nel mercato unico. L'attività di ricerca svolta ਠstata, quindi, prevalentemente incentrata sull'individuazione dei problemi posti dalla attuale disciplina delle vendite a distanza e dalle soluzioni che sono state proposte dalla disciplina recentemente definita a livello comunitario mediante gli appena citati interventi. Nel primo capitolo, infatti, si indicano i problemi posti dalla disciplina sui contratti a distanza dal punto di vista pratico, rappresentati principalmente dalla disomogeneità normativa esistente a livello europeo, dalla necessità di contenere i costi transattivi per le imprese, dagli ostacoli incontrati dal consumatore alla prestazione di un consenso libero e consapevole all'acquisto, dall'esigenza di prevedere modalità semplici e gratuite di scioglimento dal vincolo contrattuale e di usufruire di rimedi pi๠efficaci in caso di inadempimento. Nel secondo capitolo, le questioni poste dalla disciplina sulle vendite a distanza vengono analizzate dal punto di vista giuridico, partendo dalle norme contenute nell'ordinamento italiano agli artt. 50 e ss. del codice del consumo, seguite dalle nuove regole introdotte con l'applicazione della direttiva 2011/83/UE e quelle in corso di elaborazione contenute nella CESL - dedicando ad ognuna di esse una apposita sezione. Nel terzo capitolo, infine, si formulano le conclusioni: ossia, si valuta l'efficacia delle soluzioni - proposte in sede comunitaria - alle questioni individuate nel primo capitolo. Specificamente, si segnalano i problemi risolti, le questioni ancora aperte e le prospettive di riforma.
Le vendite a distanza ai consumatori : disciplina vigente e prospettive di riforma
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2013
Abstract
La stipulazione dei contratti a distanza, negoziati e conclusi tra un professionista ed un consumatore mediante tecniche di comunicazione a distanza, offre grandi opportunità di crescita degli scambi nel mercato interno. Tuttavia, la disciplina elaborata verso la fine degli anni Novanta in ambito europeo, e recepita nei singoli Stati membri, non ha consentito agli operatori economici di sfruttare pienamente tutte le potenzialità di questa modalità di vendita, il cui impiego ਠrimasto contenuto rispetto agli intenti e alle aspettative. Ciಠਠimputabile anche al fatto che la direttiva 97/7/CE sulla †œprotezione dei consumatori in materia di contratti a distanza†� prevedeva un grado di armonizzazione minimo, determinando cosଠuna frammentazione normativa che ha pesantemente inciso sulla possibilità , per gli operatori economici, di effettuare agevolmente scambi commerciali a livello transfrontaliero. Le istituzioni comunitarie †" per favorire l'incremento degli scambi nel mercato unico, per agevolare la concorrenza tra le imprese nonchà© per offrire ai consumatori una pi๠vasta gamma di prodotti a prezzi pi๠competitivi - hanno dato impulso al (e diretto il) percorso volto alla revisione dell'acquis communautaire sulle vendite nell'Unione Europea, nell'ambito delle quali rientrano le vendite a distanza. Espressione di tale obiettivo ਠstata, in primo luogo, l'adozione della direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali scorrette e, successivamente, della direttiva sui diritti dei consumatori 2011/83/UE †" direttiva ad armonizzazione †œmista†� che ha riformato la disciplina sui contratti negoziati al di fuori dei locali commerciali e sui contratti a distanza. Inoltre, in tale contesto assume rilievo fondamentale la presentazione, nel mese di ottobre del 2011, della proposta di regolamento relativo a un diritto comune europeo della vendita (o CESL - Common European Sales Law). Nell'ambito della CESL, la disciplina delle vendite a distanza ਠstata particolarmente valorizzata ed ਠcompresa nel pi๠ampio progetto di riforma del diritto contrattuale europeo, volto alla uniformazione del diritto e alla rimozione degli ostacoli, di carattere giuridico, agli scambi transfrontalieri nel mercato unico. L'attività di ricerca svolta ਠstata, quindi, prevalentemente incentrata sull'individuazione dei problemi posti dalla attuale disciplina delle vendite a distanza e dalle soluzioni che sono state proposte dalla disciplina recentemente definita a livello comunitario mediante gli appena citati interventi. Nel primo capitolo, infatti, si indicano i problemi posti dalla disciplina sui contratti a distanza dal punto di vista pratico, rappresentati principalmente dalla disomogeneità normativa esistente a livello europeo, dalla necessità di contenere i costi transattivi per le imprese, dagli ostacoli incontrati dal consumatore alla prestazione di un consenso libero e consapevole all'acquisto, dall'esigenza di prevedere modalità semplici e gratuite di scioglimento dal vincolo contrattuale e di usufruire di rimedi pi๠efficaci in caso di inadempimento. Nel secondo capitolo, le questioni poste dalla disciplina sulle vendite a distanza vengono analizzate dal punto di vista giuridico, partendo dalle norme contenute nell'ordinamento italiano agli artt. 50 e ss. del codice del consumo, seguite dalle nuove regole introdotte con l'applicazione della direttiva 2011/83/UE e quelle in corso di elaborazione contenute nella CESL - dedicando ad ognuna di esse una apposita sezione. Nel terzo capitolo, infine, si formulano le conclusioni: ossia, si valuta l'efficacia delle soluzioni - proposte in sede comunitaria - alle questioni individuate nel primo capitolo. Specificamente, si segnalano i problemi risolti, le questioni ancora aperte e le prospettive di riforma.I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14242/244734
URN:NBN:IT:UNIROMA3-244734