La ricerca ਠfinalizzata a tracciare un resoconto storico dell'evoluzione delle fonti legislative decreto-legge e legge di conversione, anche e soprattutto alla luce delle ultime sentenze della Corte costituzionale sul tema. Come noto, la formulazione dell'art. 77 Cost. e la mancata regolamentazione legislativa della legge di conversione hanno prestato il fianco a numerosi abusi da parte del Governo, specificamente in tema di elevata produzione e di reiterazione, nonostante i vari rimedi esperiti: l'art. 15 della legge n. 400/88, che enucleಠlimiti funzionali e contenutistici; l'art. 78 Reg. Sen., che ampliava il parametro della verifica preliminare della legittimità  da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato facendo riferimento ai †œlimiti stabiliti dalla legislazione vigente†� (rectius, a quanto disposto dalla L. n. 400/88); le numerose sentenze della Corte costituzionale sul tema. Nello specifico, il primo intervento di rilievo si registrಠcon la sentenza n. 360/1996, che decretಠla illegittimità  costituzionale della prassi della reiterazione del decreto-legge. Si devono altresଠcitare le sentenze nn. 171/2007 e, pi๠recentemente, 32/2014, che segnano l'evoluzione di un lungo percorso giurisprudenziale finalizzate a dar vita allo statuto della legge di conversione. La Consulta ha infatti stabilito alcune linee guida del rapporto fra decreto-legge e legge di conversione, tracciando in particolar modo la fondamentale importanza della omogeneità  fra le due fonti normative. Di grande interesse ਠaltresଠla sentenza n. 220/2013 con cui ਠstata dichiarata l'illegittimità  costituzionale del decreto-legge abolitivo delle Province. La pronuncia apre un nuovo fronte di dibattito intorno alla decretazione di urgenza poichà© stabilisce che lo strumento del decreto-legge non ਠidoneo per addivenire a riforme organiche dell'ordinamento. In altre parole, non ਠpossibile porre in essere interventi radicali di riforma e duraturi nel tempo con una fonte che ਠdi per sà© provvisoria e legata a situazioni circostanziali ed attuali. La ricerca ha quindi l'obiettivo di ricostruire questa evoluzione, soprattutto giurisprudenziale, e di dar conto dello †œstato dell'arte†� attuale, che si caratterizza per un forte restringimento degli ambiti di intervento del Governo con la decretazione di urgenza.

Decreto-legge e legge di conversione alla luce della pi๠recente elaborazione giurisprudenziale

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2016

Abstract

La ricerca ਠfinalizzata a tracciare un resoconto storico dell'evoluzione delle fonti legislative decreto-legge e legge di conversione, anche e soprattutto alla luce delle ultime sentenze della Corte costituzionale sul tema. Come noto, la formulazione dell'art. 77 Cost. e la mancata regolamentazione legislativa della legge di conversione hanno prestato il fianco a numerosi abusi da parte del Governo, specificamente in tema di elevata produzione e di reiterazione, nonostante i vari rimedi esperiti: l'art. 15 della legge n. 400/88, che enucleಠlimiti funzionali e contenutistici; l'art. 78 Reg. Sen., che ampliava il parametro della verifica preliminare della legittimità  da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato facendo riferimento ai †œlimiti stabiliti dalla legislazione vigente†� (rectius, a quanto disposto dalla L. n. 400/88); le numerose sentenze della Corte costituzionale sul tema. Nello specifico, il primo intervento di rilievo si registrಠcon la sentenza n. 360/1996, che decretಠla illegittimità  costituzionale della prassi della reiterazione del decreto-legge. Si devono altresଠcitare le sentenze nn. 171/2007 e, pi๠recentemente, 32/2014, che segnano l'evoluzione di un lungo percorso giurisprudenziale finalizzate a dar vita allo statuto della legge di conversione. La Consulta ha infatti stabilito alcune linee guida del rapporto fra decreto-legge e legge di conversione, tracciando in particolar modo la fondamentale importanza della omogeneità  fra le due fonti normative. Di grande interesse ਠaltresଠla sentenza n. 220/2013 con cui ਠstata dichiarata l'illegittimità  costituzionale del decreto-legge abolitivo delle Province. La pronuncia apre un nuovo fronte di dibattito intorno alla decretazione di urgenza poichà© stabilisce che lo strumento del decreto-legge non ਠidoneo per addivenire a riforme organiche dell'ordinamento. In altre parole, non ਠpossibile porre in essere interventi radicali di riforma e duraturi nel tempo con una fonte che ਠdi per sà© provvisoria e legata a situazioni circostanziali ed attuali. La ricerca ha quindi l'obiettivo di ricostruire questa evoluzione, soprattutto giurisprudenziale, e di dar conto dello †œstato dell'arte†� attuale, che si caratterizza per un forte restringimento degli ambiti di intervento del Governo con la decretazione di urgenza.
2016
it
Categorie ISI-CRUI::Scienze giuridiche::Law
Decreto legge
Fonti diritto
Fonti legislative
Giurisprudenza contemporanea
Legge conversione
Scienze giuridiche
Settori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO COSTITUZIONALE
Università degli Studi Roma Tre
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14242/244881
Il codice NBN di questa tesi è URN:NBN:IT:UNIROMA3-244881